Giornata tersa, fredda ma con un sole meraviglioso, oggi.
Dopo aver portato le ragazze a scuola, ho fatto shopping mattutino nell’Azienda Agricolapreferita, e fatto la mia scorta settimanale di prodotti di stagione.
Tra questi c’è anche lui, il sedano rapa. Quanto mi piace.
Lo metto davvero un po’ dappertutto, e lo uso nei modi più disparati questo ortaggio ‘da radice’.
Conosciuto anche come Sedano di Verona, si coltiva qui nel nord Italia e si raccoglie da metà agosto fino a novembre ma, conservandosi circa quattro mesi, lo si può trovare in vendita anche in questo periodo.
Ha pochissime calorie, ma tanta fibra, vitamine e sali.
Perfetto nelle frittate, nella pasta, nel riso, nelle insalate anche crudo, ma anche fritto, al vapore, impanato, al forno…
Oggi ve lo propongo sotto forma di sformatino.
Buono, sano e pure carino da presentare.
Che dite, andiamo alla ricetta?
SFORMATINI DI SEDANO RAPA, PATATE E NOCI PECAN
Ingredienti
300 g sedano rapa (cotto al vapore)
300 g patate (cotte al vapore)
50 g Grana Padano
1 uovo biologico
1 manciata abbondante di noci pecan
prezzemolo fresco
20 g burro
sale integrale qb
pepe bianco qb
pane grattugiato qb
Accendete il forno a 200°.
Nel robot da cucina frullate il sedano rapa e le patate, precedentemente cotti al vapore.
Unite l’uovo, il Grana Padano, il burro (tenetene poco per ungere gli stampini) poco prezzemolo, un po’ di noci pecan e frullate ancora.
Spennellate di burro 4 stampini in alluminio, cospargeteli di pane grattugiato e disponete sul fondo alcune noci tritate grossolanamente.
Versate il composto dentro agli stampini pressando leggermente e livellandolo.
Infornate a 200° per circa 20-25 minuti.
Fate raffreddare leggermente, quindi sformate aiutandovi con un coltello.
Servite ancora caldo decorando con foglie di prezzemolo o noci pecan.
Se li preparate in anticipo, una volta sformati potete riscaldarli in forno per alcuni minuti.
NOTE:
Può essere servito come antipasto, ad esempio con una fondutina di formaggio, oppure come contorno, ad accompagnare dei secondi, sia di carne che di pesce.
Si tratta di una varietà di broccolo inserita nell’elenco dei prodotti tipici veneti.
Viene coltivato sulle colline di Creazzo, a poca distanza da Vicenza.
Il suo nome, Fiolaro, deriva da i fioi (figli), cioè le cimette, i germogli lungo il fusto della pianta, che insieme alle foglie più giovani sono la parte più gustosa da utilizzare in cucina.
Questi broccoli vanno raccolti dopo le prime gelate, questo perché la pianta, per difendersi dal gelo limita i processi biologici, aumentando così la concentrazione di sali e zuccheri, che ne esaltano il sapore e li rendono teneri.
Hanno tantissime proprietà, non ve le sto ad elencare, se vi va di scoprirle potete visitare il sito della Cooperativa dei produttori.
Ricettina dai!
VELLUTATA DI BROCCOLO FIOLARO DI CREAZZO
Ingredienti per 4 persone
1 broccolo fiolaro di Creazzo (ca 600 g)
2 patate di media grandezza
1 cipolla
750 ml brodo vegetale (carota, sedano e cipolla)
1 spicchio d’aglio
timo fresco (a piacere)
olio EVO qb
sale integrale qb
pepe bianco qb
Mondate il broccolo, eliminando le parti più dure e coriacee, lavateli bene quindi lessateli in acqua bollente salata per 5 minuti.
Scolateli e metteteli subito in un contenitore con acqua e ghiaccio al fine di preservarne il colore brillante (si evita in questo modo l’ossidazione della clorofilla), alternativa a questo procedimento è l’abbattitore, io li ho messi subito a raffreddare all’interno ed ottengo il medesimo risultato.
Tritate la cipolla finemente e fatela soffriggere in un tegame con poco olio, unite le patate tagliate a piccoli dadini, poi anche il broccolo Fiolaro lessato, saltate velocemente per insaporire tutto, quindi unite il brodo vegetale, e fate cuocere per 15-20 minuti circa.
Frullate tutto con il mixer ad immersione, regolate di sale e pepe e servite nei piatti con crostini caldi e abbondante Grana Padano grattugiato.
Se assaggio una cosa che mi piace, non c’è niente da fare, io devo provare a farla a casa.
Questi biscotti non sono una mia invenzione.
Li ho mangiati in una pasticceria in centro a Treviso.
Non potevo chiedere la ricetta al titolare, ovviamente…non era il caso.
Non rimaneva quindi che mettersi all’opera, e provare a rifarli.
Devo dire che al primo tentativo sono arrivata ad un ottimo risultato, erano praticamente identici a quelli assaggiati.
Fortuna. Logica. O tutte e due insieme.
Ho pensato che avrei dovuto partire da una ricetta base, quindi la mia partenza è stata la ricetta dei frollini al caramello dalle dispense del corso di Pasticceria.
Seguita quasi alla lettera, ho aggiunto solo il radicchio nella fase iniziale e dei cristalli di zucchero insieme allo zucchero di canna che, a mio avviso, aumentano l’effetto scronch di questi biscotti.
Qui a Treviso il radicchio viene utilizzato anche nei dolci quindi, non siate prevenuti, perché sono buonissimi!
Buona settimana gente!
BISCOTTI AL RADICCHIO ROSSO DI TREVISO TARDIVO IGP CARAMELLATO
Ingredienti (per ca 30 biscotti)
100 g di zucchero semolato
50 g radicchio di Treviso tardivo IGP
25 g di panna
200 g burro biologico
250 g farina integrale macinata a pietra
15 g zucchero di canna integrale
10 g cristalli di zucchero*
1/2 cucchiaino di polvere di vaniglia biologica (o i semini di 1/2 bacca)
*oppure 25 g in tutto solo di zucchero di canna
per finire
1 uovo biologico
zucchero di canna
Lavate e asciugate il radicchio tamponandolo leggermente. Tagliatelo a brunoise (piccolo piccolo).
Caramellate a secco lo zucchero: scaldate una padella antiaderente con il fondo spesso, versate poco zucchero per volta e mescolatelo con un cucchiaio di legno pochissimo e solo se necessario.
Unite il radicchio e lasciate caramellare per alcuni minuti.
Trasferite in una casseruola, unite la panna (portata quasi a bollore) e mescolate velocemente con un cucchiaio, unite anche il burro e fate sciogliere bene, lasciate raffreddare.
Unite lo zucchero di canna, poi anche la farina e la vaniglia, impastate solo il tempo necessario per far amalgamare gli ingredienti. Coprite con della pellicola e fate riposare in frigorifero per almeno 3-4 ore (io ho utilizzato l’abbattitore riducendo i tempi).
Trascorso il tempo del riposo, prendete l’impasto e fate dei rotolini (io ne ho fatti 2) del diametro di 3-4 cm, cercate di dargli una forma più regolare possibile, otterrete dei biscotti quasi tutti uguali.
Fate riposare ancora in frigorifero (almeno un’ora).
Accendete il forno a 180°.
Sbattete l’uovo e spennellate i rotolini, quindi versate lo zucchero di canna su un piatto e rotolate sopra affinché aderisca bene.
Tagliate delle fettine dello spessore di ca. 1 cm, disponeteli sulle teglie foderate di carta forno e teneteli in frigorifero fino a quando il forno non sarà ben caldo.
Cuocete per circa 15 minuti, comunque fino a quando saranno dorati in superficie.
Lasciare raffreddare prima di spostarli dalla teglia, appena estratti dal forno sono ancora morbidi, raffreddando diventeranno croccanti.
Se non li finite prima, potete conservarli in una scatola di latta.
Lo so, lo so, sono in ritardo con questo post…ma assolutamente in tempo per ricordarvi di partecipare numerosi!
Riassumendo…
Cameo in occasione del compleanno della MUCCA MUU MUU ha deciso di festeggiare con un’iniziativa a dir poco lodevole, e davvero tanto importante.
Aiutare AIL(Associazione Italiana contro Leucemie-linfomi e mieloma), ed in particolare i bambini ospedalizzati e le loro famiglie.
Voi avete la possibilità di partecipare in modo molto semplice:
1)Fate una foto a tema compleanno oppure utilizzatene una che avete già (esempi qui nella social wall del sito) …se ne fate di più meglio!!
2)Postatela su un social network: Instagram, Facebook, Twitter
3) Testo a vostro piacere, mettendo però l’#auguriMuuMuuXAIL
Per ogni foto postata con l’#auguriMuuMuuXAIL, Cameo devolverà 1 € ad AIL per il progetto Case Alloggio AIL.
Questo denaro servirà a costruire degli alloggi nei pressi di ospedali e centri specialistici, dove sono in cura bambini malati di tumori del sangue e leucemie.
Queste case permettono alle famiglie ed ai bambini, spesso residenti molto distante, di continuare le cure in un ambiente ospitale, caldo e soprattutto vicino al centro ematologico di riferimento.
Più di un mese fa compiva gli anni la mia pre-adolescente dodicenne.
La richiesta per festeggiare il compleanno è stata, cena-con-due-amichette-più-cinema-più-pigiama-party.
Organizzo tutto con le mamme delle altre due pischelle, e la sera in questione partiamo tutte e quattro con mini sacher (si, aveva chiesto anche quella..) al seguito.
Dopo aver cenato insieme, decido che al cinema è meglio dividerci.
Numero uno, loro volevano vedere “Hunger Games”, e a me quel genere di film…ma anche no.
Numero due, che cavolo di festa di compleanno è se la mamma ti segue anche in sala? Insomma non volevo essere di troppo…
Quindi, tutte-le-dovute-raccomandazioni-del-mondo, e ci siamo divise (tanto il loro film durava una mezza eternità, quindi sarei stata fuori ad attenderle alla fine della proiezione).
Confesso che non amo andare al cinema da sola, ma quella sera non mi è pesato affatto.
La sala era piccola e affollata, la proiezione faceva parte di un Cineforum, quindi erano previsti una presentazione ed un dibattito alla fine del film.
Un delizioso film prodotto dal premio Oscar Steven Spielberg, da Oprah Winfrey e da Juliet Blake, la cui sceneggiatura è tratta dal romanzo “The Hundred-Foot Journey (Madame Mallory e il piccolo chef indiano)” di Richard C. Morais. Tra gli interpreti la meravigliosa Hellen Mirren.
Lasse Hallström, il regista, ha diretto anche Chocolat (confessate su, quante volte lo avete visto??) e, cosa curiosa di cui non ero a conoscenza, sua la direzione della maggior parte dei videoclip degli ABBA, indimenticato gruppo Pop, nonchè del Movie a loro dedicato.
“Mi sono innamorata della storia e della sua splendida ambientazione,
dell’idea che permea il libro secondo cui il cibo unisce le persone.
Mi piaceva il confronto fra il classico ristorante francese
e la vivace e variopinta cucina indiana.
In un locale i clienti ascoltavano Mozart,
mentre nell’altro rimbomba la fragorosa musica di Bollywood:
è uno scontro culturale di proporzioni epiche.”
Juliet Blake – produttrice
Un film di “integrazione e fornelli“, mi sono ritrovata immersa in colori, atmosfere, profumi e in una storia che racconta un vero e proprio scontro culturale a suon di prelibatezze, padelle, forni tandoor, zuppe di pesce, cucina molecolare e spezie.
Il film è una successione di emozioni, risate, commozione, pianto, ma il lieto fine che unisce cuore e palato è assicurato.
Se non lo avete visto ve lo consiglio vivamente!
Uscita dal cinema, la voglia di preparare il pollo tandoori era grande…
I profumi mi sembrava di averli sotto al naso.
Non avevo il Garam Masala pronto, ma avevo praticamente tutte le spezie a casa per poterlo preparare, e non ho resistito a lungo.
Masala, secondo la tradizione indiana, è una miscela di spezie sapientemente combinate, e diverse a seconda della pietanza alla quale sono destinate.
Una tra queste è il Garam Masala, dove Garam sta a significare “piccante” e Masala per l’appunto significa “spezia”.
Pollo Tandoori perché cotto in origine all’interno di un forno in terracotta cilindrico, il forno tandoor per l’appunto.
In India viene utilizzato un pollo intero ma, senza il forno tandoor, diventa più difficoltosa la cottura, quindi optare per delle cosce è molto più comodo con il forno tradizionale.
Il colore della salsa viene dato dalla paprika, la quantità a vostro piacimento, a seconda di quanto lo volete colorato.
Vi assicuro che è facilissimo e che il profumo che si sprigionerà a fine cottura per tutta la cucina vi conquisterà!
Che fate? Lo provate?
POLLO TANDOORI
Ingredienti ( per 6 persone)
6 cosce di pollo (grandi)
150 g yogurt (preferibilmente greco)
3-4 spicchi d’aglio
4-5 cm di zenzero fresco (grattugiato)
1/2 limone(succo)
paprika dolce qb
olio EVO (la ricetta originale prevede olio di senape)
sale integrale qb
pepe nero qb
peperoncino qb (facoltativo)
Garam Masala*
Ingredienti Garam Masala*
1/2 tazza di semi di cumino
2 cucchiai di semi di coriandolo
2 cucchiai cannella in polvere
8 bacche di cardamomo (io verde)
6 chiodi di garofano (o polvere)
1/2 noce moscata grattugiata
2 pezzi macis
1 cucchiaio di pepe nero in grani
4 anice stellato
4 foglie alloro
GARAM MASALA home made
Per prima cosa prepariamo il mix di spezie che ci serve per preparare questo piatto.
Le spezie vanno scaldate in una padella antiaderente (non tostate, ma solo scaldate, affinché sprigionino le loro essenze e profumi). Muovetele con un cucchiaio di legno, appena ben calde, trasferitele su un piatto e fatele raffreddare.
Se avete a disposizione un mortaio, pestatele bene tutte insieme, oppure tritatele utilizzando un semplice mixer.
Siccome le spezie macinate, anche se conservate in vasetti ermetici ed al riparo della luce, tendono a perdere profumo e fragranza rispetto a quelle intere, io preferisco prepararlo di volta in volta nella quantità necessaria per il piatto.
Preparazione
Prima marinatura:
Tritate gli spicchi d’aglio (privato dell’anima) finemente insieme allo zenzero grattugiato.
Se disponete di un mortaio pestateli bene insieme con il pestello.
Mescolate il composto ottenuto con il succo di mezzo limone e poco olio all’interno di una pirofila, adagiatevi le cosce di pollo, massaggiatele bene per fare assorbire, coprite con della pellicola alimentare e fate riposare per mezz’ora in frigorifero.
Seconda marinatura:
Mescolate lo yogurt con il Garam Masala precedentemente preparato, in un contenitore abbastanza capiente, aggiungete la paprika, il sale, il pepe ed il peperoncino (facoltativo) qb, e mescolate bene.
Incidete con un coltello affilato le cosce di pollo. Vanno incise fino all’osso più volte da entrambi i lati, affinché possano assorbire bene gli aromi e cuocersi bene. Immergetele nella salsa di yogurt preparata e massaggiate a lungo con le mani per far assorbire bene le essenze.
Lasciatele riposare nella salsa, coperto, in frigorifero per almeno due ore (ho trovato ricette dove consigliano il riposo per una notte intera, ma anche con due ore il pollo era profumatissimo).
Trascorso il tempo di marinatura, accendete il forno alla massima temperatura.
Trasferite le cosce di pollo in una teglia (ma va bene anche la pirofila) e copritele con la salsa.
Cuocetele in forno ben caldo, 220°, per circa 40 minuti, avendo cura di girarle durante la cottura, gli utlimi 5-10 minuti usate la funzione grill, si formerà una bella crosticina in superficie.
Ottimo servito con del riso bianco (pilaf) e dell’insalata di stagione.
l’uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile,
e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile
non sono mai avanzati di un sol passo”
M. A. Bakunin
Non a caso apro il nuovo anno con un lievitato.
E non un lievitato normale, con il lievito di birra intendo.
Era davvero da tantissimo tempo che desideravo cimentarmi con il lievito madre.
Il primo che ho avuto, alcuni mesi fa, credo di averlo fatto morire…o forse no.
Michela mi ha spiegato che uccidere un lievito madre è cosa davvero difficile.
La cosa certa è che nonostante io abbia seguito le indicazioni che mi avevano dato, quel lievito non cresceva a dovere dopo i rinfreschi, non si blobbizzava come mi aveva spiegato Patrizia.
Insomma, vuoi per la delusione, vuoi per la mancanza di tempo in quel momento, e forse anche per la poca determinazione, avevo accantonato la faccenda a data da destinarsi…
Poi, complice il raduno a Firenze , la gentilissima Stefania mi ha spacciato un po’ del suo lievito (Rosy anni 4) e tutte le necessarie indicazioni e consigli per pendermene cura.
Per alcune settimane mi sono occupata solo dei suoi bagnetti e nutrimenti, poi mi sono decisa.
Ho tirato fuori questo libro, che ho da tantissimo tempo, e mi sono detta: ‘Ok, partiamo con quello che mi sembra più semplice’.
Il libro in questione è “Come si fa il pane” di Emmanuel Hadjiandreou, se vi piacciono i lievitati salati e dolci, sia con lievito di birra che con lievito madre, questo è un ottimo libro. Le fotografie di Steve Painter poi sono davvero belle e suggestive.
Insomma, com’è andata direte voi?
Il primo già mi piaceva, anche se nel tagliarlo aveva un buco all’interno, cosa che dipende dalla formatura, mi ha detto Stefania. Il gusto comunque era ottimo ed è stato spazzolato nel giro di pochissimo tempo.
Il secondo, preparato il giorno successivo, era molto meglio, ed è quello che vedete nelle foto.
Che dirvi? Un profumo incredibile ed una grande soddisfazione.
Il fascino e la magia che stanno dentro al mondo dei lievitati mi costringono a studiare e capirne di più, quindi via agli esperimenti durante questo nuovo anno!
A proposito di lievitati e lievito madre, qualche giorno fa mi trovavo a Verona con famiglia ed amici e, grazie alla segnalazione di Marianna, ho pranzato da Saporè a San Martino Buonalbergo, locale di Renato Bosco che nel 2013 ha ricevuto il massimo riconoscimento (tre spicchi) dalla guida alle pizzerie d’Italia del Gambero Rosso.
Renato Bosco è un pizzaricercatore, sceglie materie prime di qualità, segue la stagionalità, ci mette passione vera.
Qui potrete degustare le diverse forme della pizza, scegliere tra i numerosi tipi di impasto per un vero viaggio intorno al mondo della pizza. Ma non solo, Saporè è anche cucina.
“Un prodotto lievitato è la massima espressione di ciò che posso realizzare”
Insomma, se vi trovate nei dintorni di Verona, telefonate e prenotate un tavolo!
Questa è un’esperienza da non perdere, a pochi minuti di macchina dal centro storico.
Buon 2015!
PANE ‘SEMPLICE’ BIANCO CON LIEVITO MADRE
Ricetta tratta da “Come si fa il pane” di Emmanuel Hadjiandreou
Ingredienti (per un pane piccolo):
250 g farina macinata a pietra tipo 1 (io Petra 1)
4 g sale integrale (3/4 di cucchiaino)
150 ml acqua calda
75 g di lievito madre (rinfrescato)
In una ciotola piccola mescolate la farina ed il sale. Questi sono gli ingredienti secchi
In un’altra ciotola (più grande), mettete l’acqua (pesata) ed il lievito madre. Mescolate bene con un cucchiaio di legno. Questi sono gli ingredienti umidi.
Unite gli ingredienti secchi a quelli umidi. Mescolate bene con un cucchiaio di legno, poi lavorate con le mani, fino a formare un impasto. Usate un raschiapasta per pulire le pareti della ciotola e assicuratevi che tutti gli ingredienti siano ben amalgamati.
Coprite con la ciotola piccola e fate riposare per 10 minuti.
Trascorso il tempo, lasciando l’impasto nella ciotola, tirate un pezzo di impasto da un lato e premetelo al centro. Girate leggermente la ciotola e ripetete l’operazione con un’altra piccola porzione di impasto. Continuate tutto intorno per altre 8 volte. L’intera operazione dovrebbe richiedervi circa 10 secondi e l’impasto dovrebbe iniziare a fare resistenza.
Coprite ancora e fate riposare altri 10 minuti.
Ripetete due volte le fasi 5 e 6, poi nuovamente la 5 e fate lievitare per 1 ora.
Cospargete di farina il piano di lavoro (pulito) e trasferitevi l’impasto.
Formate un disco liscio.
Foderate un cestino per la lievitazione oppure uno scolapasta coperto con un canovaccio pulito. Cospargete generosamente di farina e adagiate l’impasto all’interno.
Cospargete anche sopra (l’impasto) di farina.
Lasciate lievitare tra le 3 e 6 ore, deve raddoppiare di volume.
Circa 20 minuti prima di infornare, accendete il forno a 240°. Scaldate una teglia sul fondo del forno. Riempite una tazza d’acqua e tenetela da parte.
Prendete l’impasto ormai lievitato, rovesciate il cestino sulla teglia.
Con un paio di forbici da cucina, fate dei piccoli tagli sulla superficie tracciando un disegno circolare.
Infornate il pane sulla teglia (o su pietra refrattaria, in questo caso fatelo scivolare sopra). Versate l’acqua nella teglia sul fondo del forno (per formare vapore) ed abbassate la temperatura a 220°.
Cuocete per circa 30 minuti, comunque fino a quando sarà bello dorato.
Per controllare se è ben cotto, rovesciatelo e dategli un colpetto sul fondo, dovrebbe suonare vuoto.
Non dovesse essere pronto rimettetelo in forno per qualche altro minuto. Fatelo raffreddare su una griglia.