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Febbraio 2015

Dolce/ Dolci da credenza e crostate

Ciambella con la panna montata (dentro) – Whipped cream cake

 

 

Voi non ci crederete, ma questa torta con la panna montata dentro, ricetta furbissima trovata nel blog di Stefania, L’araba più famosa del web, è da un anno che l’ho fatta…

No, non questa nelle foto.

Questa l’ho fatta un paio di settimane fa.

Da quando l’ho provata, l’ho rifatta un sacco di volte.

E’ buonissima, oltre che davvero velocissima da preparare.

Senza farcitura diventa un perfetto dolce da colazione e da inzuppo.

Se la volete rendere più golosa e bella, la potete farcire così, con una cascata di ganache al cioccolato.

La cosa più laboriosa di questa torta è il pralinato alle mandorle e nocciole, ricetta della bravissima Simona Piccolini del blog Tè e Cioccolato.

Lo avevo preparato per la torta di compleanno del mio papà, il mese scorso, ovviamente non lo avevo utilizzato tutto. Lui era lì, buono buono nel suo vasetto.

Insomma, vi lascio in dolcezza.

Provatela non ve ne pentirete!

Stefania, Simona, grazie per le ricette!

 

“GIVE ME THE CHOCOLATE

AND NOBODY GETS HURT”

cit.

 

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CIAMBELLA CON LA PANNA MONTATA (DENTRO) – WHIPPED CREAM CAKE

Da una ricetta di Martha Stewart ‘scovata’ nel blog di Stefania ‘Arabafelice in cucina’ – ‘Pralinato alle mandorle’ dal blog Tè e cioccolato di Simona Piccolini

Ingredienti

Ciambella con la panna montata

100 g farina autolievitante

170 g farina macinata a pietra

375 ml panna fresca

180 g zucchero

3 uova biologiche

1 cucchiaino cremor tartaro

1 presa sale integrale

½ cucchiaino polvere di vaniglia biologica

gocce di cioccolato fondente qb

Ganache fondente

250 g cioccolato fondente

100 g panna fresca

1 noce burro biologico

Pralinato alle mandorle e nocciole

150 g mandorle

150 g nocciole (già sgusciate)

200 g zucchero semolato

50 g acqua

Preparazione

Ciambella con la panna montata

Accendete il forno a 185°C.

Montate la panna fino a quando sarà bella soda. Aggiungete (planetaria con frusta in funzione o con sbattitore) un uovo alla volta e continuate a montare per brevissimo tempo. Solo fino a quando sarà amalgamato.

A parte mescolate tutti gli ingredienti secchi, vaniglia compresa, e setacciateli tutti insieme. Uniteli poco per volta alla panna montata, mescolando delicatamente a mano con una spatola (dall’alto verso il basso) per non smontare il tutto. Unite anche le gocce di cioccolato, e mescolate bene.

Versate il composto in uno stampo da ciambella precedentemente imburrato ed infarinato. Cuocete in forno ben caldo (185°C) per 25-30 minuti. Fate sempre la prova ‘stecchino’ per verificare la cottura. Fate raffreddare e poi sformate.

Ganache al cioccolato

Tritate il cioccolato con un coltello. Scaldate la panna in un pentolino su fuoco medio, una volta calda unite il burro ed il cioccolato, mescolate bene fino a quando sarà sciolto e ben amalgamato.

Pralinato alle mandorle e nocciole

Portate a bollore dell’acqua su un pentolino, tuffate le mandorle per un minuto, quindi scolatele e pelatele. Asciugatele bene e tenete da parte.

Accendete il forno a 150-160°, disponete mandorle e nocciole su una teglia coperta di carta forno e tostatele in forno ben caldo per circa 15 minuti.

Versate lo zucchero in una casseruola, aggiungete l’acqua e portate a 116°C (lo zucchero diventerà chiaro e farà delle bollicine piccole e regolari), aggiungete le mandorle e le nocciole ancora tiepide e mescolate. Tenete sul fuoco basso per circa 15-20 minuti, lentamente vedrete lo zucchero sciogliersi nuovamente e diventare di un colore ambrato. Togliete la pentola dal fuoco e versate tutto su una teglia coperta di carta forno (oppure un tappetino di silpat). Fate raffreddare.

Una volta raffreddato, tritate finemente (io non troppo finemente) nel cutter e versate in un vaso se desiderate conservarlo.

 

Versate generosamente la ganache sulla ciambella e cospargete con pralinato alle mandorle.

ATTENZIONE:  il pralinato di Simona crea dipendenza.

 

 

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Buon fine settimana gente!

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Greenery mood/ Salato/ Secondi di carne

Polpettine di tacchino con dadolata di verdure

 

 

 

Sono già in mood primaverile.

Si capisce un po’ dai colori di queste foto no?

Negli ultimi giorni qui al nord, sole non pervenuto, tempo grigio, umidità…

E la voglia di primavera sopraggiunge.

Va beh, lo sapete ormai che c’ho un debole per le polpette e per il sedano rapa

Questo piatto, qui a casa mia, fa diventare tutte le faccine sorridenti.

E’ gustoso e colorato, io a volte lo accompagno con del riso pilaf e diventa un ottimo piatto unico.

Per necessità, io metto la carota anche dentro alle polpette stesse, ché la piccoletta le carote non  le mangia come contorno, quindi devo trovare dei trucchetti per fargliele ingerire.

Portate pazienza, ma ultimamente i miei post sono molto stringati e veloci, lo so…

Li preparo davvero di corsa.

Il momento è frenetico, ma felice, sono tante le cose belle in cantiere e presto ve le potrò anche raccontare!

Ricettina?

Dai andiamo a veder come ho preparato queste polpettine di tacchino con dadolata di verdure!

 

 

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POLPETTINE DI TACCHINO CON DADOLATA DI VERDURE

Ingredienti

Dose per 4 persone

1 petto di tacchino (ca 500 g)

2 fette di pancarrè

50 g Grana Padano

latte qb

2 spicchi aglio

1 scalogno

1 uovo biologico

aromatiche fresche (salvia, rosmarino, timo)

½ sedano rapa

2-3 coste di sedano verde

3 carote grandi

1 scalogno

pane grattugiato qb

olio evo qb

sale integrale qb

pepe bianco qb

 

Preparazione

Tagliate il tacchino a pezzettoni, e fatelo cuocere in una padella antiaderente abbastanza capiente, con un filo d’olio, lo spicchio d’aglio privato dell’anima, mezza carota tagliata a pezzettini e delle foglie di salvia. Spezzettate il pancarrè ed ammollatelo con poco latte. Versate il tacchino nel cutter e tritatelo insieme al pancarrè strizzato bene, l’uovo, il Grana Padano, sale, pepe e delle altre aromatiche a vostro piacere (prezzemolo, timo).

Verificate la consistenza del composto, se troppo morbido aggiungete poco pane grattugiato, quindi prendete poco composto (una cucchiaiata ca) e con le mani bagnate formate delle polpettine rotonde che passerete nel pane grattugiato. Fatele riposare in frigorifero per una mezz’ora.

Nel frattempo preparate la dadolata di verdure di stagione, tritate finemente aglio e scalogno e tagliate le restanti verdure a dadini possibilmente della stessa misura. Nella stessa padella in cui avete cotto in tacchino, rosolate prima aglio e scalogno, quindi aggiungete la dadolata di verdure, regolate di sale e pepe, se necessario aggiungete poca acqua. Non devono diventare troppo morbide ma mantenere la loro consistenza.

Una volta cotte, spostatele in un piatto ed utilizzate la stessa padella per rosolare le polpettine; versate nella padella un filo d’olio e rosolatele bene da tutti i lati. Non dovranno rimanere molto sul fuoco perché la carne è già cotta. Quando saranno belle rosolate unite la dadolata di verdurine, scaldate insieme per pochi minuti, cospargete generosamente di prezzemolo e servite.

Servite insieme a piacere anche del riso pilaf, diventerà un ottimo piatto unico.

 

 

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Buona settimana

e sempre #solocosebelle

 

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Antipasti/ È stagione di/ Salato

Zucca alla griglia, pancetta croccante e ricotta affumicata

 

“Or che i sogni e le speranze

si fan veri come fiori,

sulla Luna e sulla Terra,

fate largo ai sognatori!”

Gianni Rodari

 

La zucca mi piace troppo, lo sapete.

La uso tantissimo in cucina, e alla griglia mancava.

Nel blog intendo, l’ho preparata in tanti modi ma ancora non c’era nessuna ricetta con la zucca alla griglia.

Ho preso spunto per questa ricetta da una rivista letta durante una seduta dal parrucchiere.

Ricetta…forse non si può nemmeno considerare tale, data la facilità con la quale si prepara questo piatto.

Trattasi forse più dell’assemblaggio di tre prodotti molto buoni, che insieme fanno un buon piatto, ecco.

Quando per la prima volta il mio spacciatore di cose buone ( leggasi Paolo della omonima Gastronomia) mi ha proposto questa pancetta mi sono pure fatta una bella risata…

Si, perché tu chiedi un etto e mezzo di pancetta e lui ti dice “Guarda, ti propongo questa della Giovanna Capitelli“.

Eccheé? Una pancetta firmata?

In realtà poi mi sono documentata ed è la pancetta stessa che si chiama Giovanna, e comunque aveva ragione, perché è davvero buona.

Poi non vi dico la faccia del marito la prima volta che gli ho chiesto di comperarla, “Prendi anche un po’ di pancetta, la Giovanna Capitelli”…

La sua faccia era un grandissimo punto interrogativo, eh eh eh …

Vabbé, aneddoti a parte, io ora vi lascio che sono nuovamente in partenza.

Oggi tante cose da fare, un trolley da imbastire, amiche-socie-compagne di avventura da raggiungere domani.

Vado. I sogni si stanno concretizzando e  ci aspettano!

 

Continue Reading…

Pane & co/ Salato

Grissini con lievito madre

 

 

Allora. E’ ufficiale.

Quando si parte con il lievito madre, non se ne esce più.

Lui cresce, lo devi rinfrescare, si blobbizza bene e tu lo devi utilizzare, metterlo al lavoro.

Non ho fatto cose troppo elaborate fino ad ora, ma quelle che ho fatto mi hanno dato tanta soddisfazione.

Questi grissini li ho fatti e rifatti un sacco di volte.

Primo perché le foto non mi piacevano mai, secondo perché la famiglia li ha graditi un sacco e proprio per questo ne faccio sempre una dose doppia rispetto agli ingredienti indicati nella ricetta qui sotto.

Quindi se riuscite a farvi spacciare un po’ di lievito madre provateli!

Ovviamente non utilizzate il lievito subito, lui deve adattarsi a voi e va rinfrescato per qualche settimana prima di metterlo in uso.

Cosiderate che, una volta rinfrescato, dovrebbe raddoppiare nel giro di 3/4 ore.

A questo punto lo potrete utilizzare, e vi darà tante soddisfazioni!

Magari non arriveranno subito, e non sarete subito soddisfatti dei risultati ottenuti, ma non demordete e riprovate!

Questi grissini ad esempio sono semplicissimi e potrebbero essere una delle prime cose da provare a fare!

Poi sono anche buonissimi quindi…

Ricettina dai!

 

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GRISSINI CON LIEVITO MADRE

Ricetta tratta dal libro “Come si fa il pane” di Emmanuel Hadjiandreou

Ingredienti

Dose per 15-20 grissini:

200 g farina macinata a pietra tipo 1

4 g di sale integrale (3/4 di cucchiaino)

100 g di lievito madre rinfrescato

110 ml acqua calda

20 ml olio evo

Fior di sale di Cervia qb

Preparazione

In una ciotola piccola mescolate la farina ed il sale. Questi sono gli ingredienti secchi.

In una ciotola più grande, mescolate il lievito madre con l’acqua, amalgamateli bene quindi aggiungete anche l’olio evo. Questi sono gli ingredienti umidi.

Unite gli ingredienti secchi a quelli umidi e mescolate bene, fino a quando il composto sta insieme.

Coprite con la ciotola più piccola e fate riposare per 10 minuti.

Trascorsi i 10 minuti, lasciando l’impasto nella ciotola, tirate un pezzo di impasto da un lato e premetelo al centro. Continuate girando la ciotola e facendo la stessa operazione lungo tutto il bordo dell’impasto. Dovreste impiegare circa 10 secondi, vedrete che l’impasto inizia a fare resistenza.

Coprite nuovamente a lasciate riposare altri 10 minuti.

Ripetete due volte le fasi 5 e 6. Quindi ancora la fase 5 e lasciate riposare per 1 ora.

Cospargete il piano di lavoro con della farina e trasferitevi sopra l’impasto.

Appiattitelo con le dita fino ad ottenere un rettangolo spesso circa 5 mm.

Coprite con della pellicola e lasciate riposare per 15 minuti.

Trascorso il tempo, tagliate il rettangolo con un coltello affilato, a striscie larghe ca 1 cm.

Tirate ogni grissino per allungarlo leggermente e disponetelo su una teglia rivestita di carta forno.

Fate lievitare in luogo fresco per circa 2 ore.

Mezz’ora prima di infornare, accendete il forno alla massima temperatura (240°). Fate scaldare una teglia sul fondo e tenete da parte una tazza di acqua.

Infornate i grissini, versate la tazza di acqua nella teglia sul fondo ed abbassate la temparatura a 180°.

Cuocete per circa 20 minuti, comunque fino a quando saranno belli dorati.

Fate raffreddare su una griglia.

NOTE:

Io di solito ne preparo il doppio di questa dose.
Potete prepararli al naturale, cosparsi di sale come in questa ricetta, oppure mescolare all’impasto dei semi tipo sesamo o papavero.
Serviteli insieme a delle salse, al posto del pane…in ogni modo li servirete finiranno in un nanosecondo!

 

 

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 Buon S. Valentino e buon fine settimana gente!

Tanto LOVE per tutti!

 

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Dolce/ Torte

Tarte Tropézienne alla chantilly

 

 

Se me la ricordo quella vacanza.

Sono passati diversi anni, ma la ricordo bene.

Costa Azzurra, viaggio itinerante. Luoghi bellissimi e….una settimana intera di pioggia.

Ma tanta-tanta pioggia, per giornate intere, senza tregua.

Cosa fai a Saint-Tropez tutto il santo giorno?

Si, dico, dopo aver passeggiato, osservato con curiosità le persone del posto (prevalentemente anziani) che giocano a  pétanque (leggasi bocce…oh, questi erano equipaggiatissimi…avevano pure un attrezzino per raccogliere pétanque senza doversi chinare a terra), se non hai i miliardi da spendere per lanciarti nello shopping compulsivo nei negozi del centro, che fai?

Ma ti butti sul cibo, è ovvio!

Io di queste cose qui, ne ho mangiate parecchie, anzi parecchissime!

Troppo bello poterle riprodurre a casa, aggiungerei anche pericoloso, dato che sono finite nel giro di mezza giornata.

A voi piace conoscere la storia dei dolci, come sono nati? A me un sacco.

Il pasticcere Alexandre Micka si innamorò di questo piccolo villaggio della Provenza, ed aprì a Saint-Tropez la sua Pasticceria nel 1955 dove, ispirato da una ricetta della nonna, vendeva queste brioche farcite di crema.

La leggenda vuole che nel 1956, durante le riprese del film ‘Et Dieux créa la femme’, il cui set era proprio vicino alla pasticceria di Micka, Brigitte Bardot abbia assaggiato queste deliziose brioche e abbia addirittura dato loro questo nome.

Ricetta gelosamente custodita da Micka, esiste anche il sito ufficiale de La Tarte Tropézienne, dolce ormai simbolo di Saint-Tropez.

Io ho provato questa ricetta e devo dire che il risultato è decisamente soddisfacente.

Ciò non toglie che io con la Costa Azzurra ho decisamente un conto in sospeso…

Pertanto a breve urge vacanza da quelle parti…così, giusto per vedere com’è con il sole!

 

 

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TARTE TROPÉZIENNE alla CHANTILLY

Ingredienti  per 8 Tarte Tropézienne

300 g farina (io macinata a pietra, Petra 1)

125 g latte (+ poco per spennellare)

75 g burro biologico

50 g zucchero semolato

12 g lievito di birra (in estate bastano 8-10 g)

1 uovo biologico (+ un tuorlo per spennellare)

1 presa di sale

1 cucchiaio di estratto di vaniglia (la ricetta originale prevede acqua di fiori d’arancio)

zucchero in granella qb

Chantilly

400 g panna fresca

60 g zucchero a velo

Preparazione

 

Fate sciogliere il burro sul fuoco e lasciatelo raffreddare leggermente. Versatelo nel contenitore della planetaria insieme all’uovo, lo zucchero, il sale e l’estratto di vaniglia. Unite anche la farina setacciata ed azionate la planetaria per alcuni minuti.

A parte fate sciogliere il lievito di birra nel latte tiepido, mescolate bene quindi unitelo all’impasto e continuate a lavorare con la planetaria.

Lasciate l’impasto nel contenitore a lievitare per almeno un’ora, coperto con della pellicola per alimenti.

Infarinate il piano di lavoro e disponete sopra l’impasto. Lavoratelo per alcuni minuti e dategli la forma di un filone, quindi tagliatelo in 8 pezzi. Dategli ad ogni pezzo la forma rotonda, lavorandolo e ruotandolo nel palmo della mano, quindi sitemateli su una teglia rivestita di carta forno, ben distanziati tra loro.

Coprite le tarte con un canovaccio pulito e lasciatele lievitare per un’ora e mezza.

Accendete il forno a 180°C.

Una volta lievitate, sbattete il tuorlo con un cucchiaio di latte, spennellate accuratamente tutte le tarte e cospargetele con la granella di zucchero.

Una volta raggiunta la temperatura del forno, infornate e cuocete a 180°C per circa 20 minuti. Dovranno essere belle dorate in superficie.

Sfornatele e fatele raffreddare.

Preparate la Chantilly montando la panna ben fredda insieme allo zucchero a velo nella planetaria. Riempite una sac à poche con bocchetta media a stella.

Tagliate a metà le tarte e farcitele con la panna montata e servite subito.

NOTE:

La ricetta originale prevede nell’impasto acqua di fiori d’arancio e farcitura con la crema Chiboust, che altro non è se non una crema pasticcera a cui vanno uniti la gelatina e successivamente della meringa.
In realtà possono essere farcite in molti modi come si può anche vedere nel sito ufficiale.

 

 

Dolce/ Dolci al cucchiaio e semifreddi/ Qualcosa di rosso

La Pavlova

 

 

Tra le cose che mi portano indietro nel tempo, alla mia infanzia, c’è sicuramente la panna.

Ricordi di bambina, a Venezia.

Ora non esistono praticamente più ma, quando ci abitavo io, c’erano le latterie dove, oltre a latte, burro, formaggi si poteva comperare anche la panna montata.

Era proprio uso, quando si andava in visita dai parenti, portare una vaschetta di panna montata con gli storti, che altro non erano che dei coni di cialda croccante, che ognuno poi riempiva con la panna.

La gioia di noi bambini! Ricordo che invidiavo gli adulti che tuffavano qualche cucchiaino di panna anche nel caffé che veniva loro offerto.

Questa torta pannosissima mi porta indietro nel tempo. Una montagna di dolcezza, morbida e croccante al tempo stesso, guarnita con la frutta fresca, è sempre una gioia per occhi e palato.

Ha un nome russo, ma non è russa per niente. Russa però era la ballerina a cui fu dedicata.

Anna Matveyevna Pavlova fu la più grande ballerina di inizio ‘900, donna di grande talento, enigmatica e misteriosa. Negli anni ’20 si trovava in tour in Australia e Nuova Zelanda, sembra che proprio nel 1926, il cuoco di un Hotel di Wellington, in Nuova Zelanda, le dedicò questo dolce.

Di lei si diceva “Non danza, si libra in aria come se avesse le ali”, la sua più grande interpretazione fu Il Lago dei Cigni.

Ma non confondetemi la meringa con la Pavlova!

La differenza tra le due preparazioni sta negli ingredienti.

Oltre ad albume e zucchero previsti per la meringa, nell’impasto della Pavlova ci vanno anche amido di mais ed aceto, che rendono questo dolce croccante all’esterno e morbido all’interno.

Per la buona riuscita del dolce è importante utilizzare albumi vecchi, quindi non buttateli mai quando vi avanzano!

Conservateli in frigorifero oppure surgelateli, al momento più opportuno preparatevi una bella Pavlova, che ha sempre un suo perché!

 

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PAVLOVA

Ingredienti:

Per la meringa

150 g di albume (sono circa 4 di uova biologiche)

220 g zucchero semolato (ma va bene anche di canna)

15 g di amido di mais (ca 3 cucchiaini)

10 ml aceto bianco (o di mele) (1 cucchiaio)

1 cucchiaino di polvere di vaniglia biologica

Per guarnire

400 g panna fresca

40 g zucchero a velo

1 vaschetta lamponi

1 frutto della passione

 

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Preparazione

Accendete il forno, meglio a temperatura più elevata di quela di cottura, 140-150°, perché una volta aperto per inserire il dolce la temperatura si abbasserà.

Montate gli albumi in planetaria con la frusta a velocità elevata.

Quando inizia a montare, aggiungete parte dello zucchero, circa la metà. Attendete che venga ben incorporato, quindi aggiungete il restante zucchero a cucchiaiate, attendendo sempre che venga assorbito prima di aggiungerne altro.

Quando otterrete una meringa bella soffice e ben montata, aggiungete anche l’amido di mais setacciato e l’aceto, fate andare ancora pochi secondi.

Sistemate un foglio di carta forno in una teglia. (Per praticità io disegno sul retro della carta forno un cerchio del diametro di circa 18-20 cm così ho un riferimento per dare la forma al mio dolce) Bagnate leggermente il foglio sotto così da farlo aderire bene alla teglia, e spolverate leggermente di maizena per evitare che la meringa si attacchi.

Ora potete decidere come disporre la meringa, semplicemente con una spatola oppure aiutandovi con la sac à poche.

Io verso il composto al centro del cerchio che mi sono disegnata, dandole forma con una spatola o il dorso di un cucchiaio. Cerco di formare anche un piccolo avallamento al centro dove lo riempirò di panna.

Cuocete per circa 1 ora e 10 minuti a 120°, forno statico (ma verificate la cottura con il vostro forno ed in caso aumentate o diminuite il tempo di cottura).

Non deve diventare scura ma rimanere bella chiara e, una volta cotta, deve essere bella croccante all’esterno.

Spegnete e fate raffreddare in forno con lo sportello socchiuso (utilizzate un cucchiaio di legno infilato tra sportello e forno).

Quando è completamente raffreddata, spostatela delicatamente su un piatto e guarnitela con la chantilly che avrete preparato montando la panna fresca e lo zucchero a velo.

Finite con la polpa del frutto della passione ed i lamponi.

CONSIGLI:
Gli albumi è consigliabile siano un po’ ‘vecchi’ e a temperatura ambiente.
Preferibile montarli in un contenitore di vetro o di metallo.
La Pavlova cotta perfettamente sarà bella chiara e croccante all’esterno (potete provare la cottura picchiettandola delicatamente con un cucchiaio di legno), e morbida all’interno, con una consistenza tipo marshmallow.
Data la dolcezza sia della base che della Chantilly è preferibile utilizzare frutta fresca acidula, frutti di bosco, kiwi, frutto della passione, fragole, mango, pesca…insomma potete sbizzarrirvi.

 

Tuffatevi pure dentro!

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Se mi stanco di farla?

Che dite?

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Enjoy!

 

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Salato/ Secondi di carne

Gratin di pollo e carciofi … e altri ‘prodotti di stagione’

 

Tra i prodotti di stagione c’è anche lui, lo streptococco.

Normalmente arriva quando è meno gradito, cioè durante le feste o, nel nostro caso nel bel mezzo del corso di sci.

Sicuramente non arriva il lunedì, ché il pediatra è disponibile, macché.

Lui preferisce i pre-festivi, venerdì sera o sabato, così, giusto per regalarti due belle nottate di febbre alta, spugnature e antifebbrili vari…

Lui ama molto i bambini, soprattutto quelli dai tre anni in su e li segue fino alla fine dell’adolescenza.

I suoi spostamenti avvengono attraverso l’aria.

Si, lui salta da un bimbo all’altro a cavallo di goccioline di saliva, con uno starnuto, un bel colpetto di tosse o una risata, si sposta così (il maledetto).

E si è fatto anche furbo lui, il signor strpetococco, resistendo agli antibiotici, in alcuni casi.

Lo sapevate che sono state trovate tracce di streptococco pure negli affreschi della Villa dei Misteri a Pompei?

Ecco, lui si diverte a rompere le scatole pure lì, minacciando di rovinare i colori dei dipinti.

Credo si sia capito come abbiamo passato il fine settimana…altro che montagna, sole, neve e sci.

Meglio che interrompa i miei deliri di mamma che non ha dormito per due notti e, con un occhio aperto e l’altro con  palpebra calante, vi lascio alla ricetta.

Buona settimana gente!

Io vado a chiudere anche l’altro occhio sul divano.

 

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GRATIN DI POLLO E CARCIOFI

Ingredienti per 4 persone

5-6 carciofi

450 g petto di pollo

2 uova biologiche

4 cucchiai di Parmigiano Reggiano

2 spicchi d’aglio

1 limone

1 manciata di mandorle (non pelate)

pane grattugiato

prezzemolo fresco qb

olio EVO qb

burro qb

sale integrale qb

pepe nero qb

Preparazione

Mondate i carciofi, eliminate le foglie esterne più dure, tagliate la punta e sbucciate il gambo, eliminandone una parte se molto lungo. Tagliateli in quattro spicchi ed eliminate la barba interna con uno spelucchino. Tuffateli subito in una bacinella con acqua fredda e acidulata con del succo di limone, per evitare che anneriscano.

Tagliateli a fettine sottili e metteteli a cuocere in una padella abbastanza capiente, dove avrete fatto precedentemente rosolare lo spicchio d’aglio, privato dell’anima e tritato (o intero e schiacciato se non gradite ingerirlo e preferite toglierlo).

Unite poca acqua calda e lasciateli cuocere coperti fino a quando saranno morbidi. Regolate di sale e pepe e tenete da parte.

In un’altra padella antiaderente cuocete il petto di pollo ridotto in piccoli straccetti con poco olio EVO e lo spicchio d’aglio schiacciato. Se necessario, aggiungete poca acqua e lasciate cuocere bene, regolate di sale. Togliete dal fuoco, eliminate l’aglio e fate raffreddare.

Una volta raffreddato leggermente, versate il pollo in un contenitore capiente, unite le uova e parte del Parmigiano grattugiato.

Aggiungete anche del prezzemolo spezzettato con le mani, ed i carciofi. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti, quindi versate in una pirofila, livellate bene il composto con un cucchiaio.

Nel mixer tritate, il pane grattugiato con il rimanente Parmigiano, le mandorle ed il prezzemolo.

Cospargete il trito sopra al pollo con i carciofi, distribuite sopra dei piccoli pezzetti di burro e cuocete in forno ben caldo per circa 15-20 minuti a 190-200°.

Per far dorare bene la superficie, utilizzate la funzione grill per gli ultimi minuti di cottura.

 

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