Tra le cose che mi portano indietro nel tempo, alla mia infanzia, c’è sicuramente la panna.
Ricordi di bambina, a Venezia.
Ora non esistono praticamente più ma, quando ci abitavo io, c’erano le latterie dove, oltre a latte, burro, formaggi si poteva comperare anche la panna montata.
Era proprio uso, quando si andava in visita dai parenti, portare una vaschetta di panna montata con gli storti, che altro non erano che dei coni di cialda croccante, che ognuno poi riempiva con la panna.
La gioia di noi bambini! Ricordo che invidiavo gli adulti che tuffavano qualche cucchiaino di panna anche nel caffé che veniva loro offerto.
Questa torta pannosissima mi porta indietro nel tempo. Una montagna di dolcezza, morbida e croccante al tempo stesso, guarnita con la frutta fresca, è sempre una gioia per occhi e palato.
Ha un nome russo, ma non è russa per niente. Russa però era la ballerina a cui fu dedicata.
Anna Matveyevna Pavlova fu la più grande ballerina di inizio ‘900, donna di grande talento, enigmatica e misteriosa. Negli anni ’20 si trovava in tour in Australia e Nuova Zelanda, sembra che proprio nel 1926, il cuoco di un Hotel di Wellington, in Nuova Zelanda, le dedicò questo dolce.
Di lei si diceva “Non danza, si libra in aria come se avesse le ali”, la sua più grande interpretazione fu Il Lago dei Cigni.
Ma non confondetemi la meringa con la Pavlova!
La differenza tra le due preparazioni sta negli ingredienti.
Oltre ad albume e zucchero previsti per la meringa, nell’impasto della Pavlova ci vanno anche amido di mais ed aceto, che rendono questo dolce croccante all’esterno e morbido all’interno.
Per la buona riuscita del dolce è importante utilizzare albumi vecchi, quindi non buttateli mai quando vi avanzano!
Conservateli in frigorifero oppure surgelateli, al momento più opportuno preparatevi una bella Pavlova, che ha sempre un suo perché!
PAVLOVA
Ingredienti:
Per la meringa
150 g di albume (sono circa 4 di uova biologiche)
220 g zucchero semolato (ma va bene anche di canna)
15 g di amido di mais (ca 3 cucchiaini)
10 ml aceto bianco (o di mele) (1 cucchiaio)
1 cucchiaino di polvere di vaniglia biologica
Per guarnire
400 g panna fresca
40 g zucchero a velo
1 vaschetta lamponi
1 frutto della passione
Preparazione
Accendete il forno, meglio a temperatura più elevata di quela di cottura, 140-150°, perché una volta aperto per inserire il dolce la temperatura si abbasserà.
Montate gli albumi in planetaria con la frusta a velocità elevata.
Quando inizia a montare, aggiungete parte dello zucchero, circa la metà. Attendete che venga ben incorporato, quindi aggiungete il restante zucchero a cucchiaiate, attendendo sempre che venga assorbito prima di aggiungerne altro.
Quando otterrete una meringa bella soffice e ben montata, aggiungete anche l’amido di mais setacciato e l’aceto, fate andare ancora pochi secondi.
Sistemate un foglio di carta forno in una teglia. (Per praticità io disegno sul retro della carta forno un cerchio del diametro di circa 18-20 cm così ho un riferimento per dare la forma al mio dolce) Bagnate leggermente il foglio sotto così da farlo aderire bene alla teglia, e spolverate leggermente di maizena per evitare che la meringa si attacchi.
Ora potete decidere come disporre la meringa, semplicemente con una spatola oppure aiutandovi con la sac à poche.
Io verso il composto al centro del cerchio che mi sono disegnata, dandole forma con una spatola o il dorso di un cucchiaio. Cerco di formare anche un piccolo avallamento al centro dove lo riempirò di panna.
Cuocete per circa 1 ora e 10 minuti a 120°, forno statico (ma verificate la cottura con il vostro forno ed in caso aumentate o diminuite il tempo di cottura).
Non deve diventare scura ma rimanere bella chiara e, una volta cotta, deve essere bella croccante all’esterno.
Spegnete e fate raffreddare in forno con lo sportello socchiuso (utilizzate un cucchiaio di legno infilato tra sportello e forno).
Quando è completamente raffreddata, spostatela delicatamente su un piatto e guarnitela con la chantilly che avrete preparato montando la panna fresca e lo zucchero a velo.
Finite con la polpa del frutto della passione ed i lamponi.
CONSIGLI:
Gli albumi è consigliabile siano un po’ ‘vecchi’ e a temperatura ambiente.
Preferibile montarli in un contenitore di vetro o di metallo.
La Pavlova cotta perfettamente sarà bella chiara e croccante all’esterno (potete provare la cottura picchiettandola delicatamente con un cucchiaio di legno), e morbida all’interno, con una consistenza tipo marshmallow.
Data la dolcezza sia della base che della Chantilly è preferibile utilizzare frutta fresca acidula, frutti di bosco, kiwi, frutto della passione, fragole, mango, pesca…insomma potete sbizzarrirvi.
Tuffatevi pure dentro!
Se mi stanco di farla?
Che dite?
Enjoy!
24 Comments
Monica
5 Febbraio 2015 at 16:19Che bellezza, i ricordi di quei posti genuini abbinati a questa pavlova sono super.
Io l’ho fatta domenica…e il mio maledetto forno che ormai non funziona più ha ben pensato di scurirmela… così ho solo le foto del procedimento!
Ma non demordo, vado dalla suocera con la teglia e la inforno li, perché è troppo buona, e questa tua è splendida!
Baciiii
roberta morasco
5 Febbraio 2015 at 21:13eh mannaggia senza il forno che funziona è dura!!
Non demordere e vai con albumi dalla suocera!!
Grazie baci grandi!
raffaella
5 Febbraio 2015 at 17:27non mi sono mai cimentata con la pavlova……paura di toppare di brutto! la tua è di un bello unico 🙂 che voglia fai venire ragazza mia…..
bacio grande
raffaella
roberta morasco
5 Febbraio 2015 at 21:09Raffaella allora non puoi più aspettare!!!! Dai dai!!!! E’ troppo golosa!!!! Bacio grande anche a te!!
Elena
5 Febbraio 2015 at 17:47Mi è venuta una voglia di Pavlovaaaaa. Non resistooooo
roberta morasco
5 Febbraio 2015 at 21:12ahahahahaha…oddio mi sento responsabile ora!!!! BACI!!!
Natascia
5 Febbraio 2015 at 17:48Hai ragione, la Pavlova è buona in tutti i modi. Anzi è proprio buona per questo, perchè si possono variare i gusti. Ma se si congelano gli albumi, poi quando li scongeli montano bene ugualmente? Non ho mai provato!
roberta morasco
5 Febbraio 2015 at 21:11Io la adoro!!! Natascia li puoi congelare tranquillamente, non perdono la capacità di montare!! (leggi anche il post di Bressanini in merito), li fai scongelare e quando raggiungono la temperatura ambiente procedi!!
Un bacio!
Vanessa
5 Febbraio 2015 at 22:20Davvero preziosi i ricordi che condividi in questo post… Una tradizione che non conoscevo! Comunque abbiamo una cosa in comune: non ci stancheremmo mai di sfornare pavlove! 🙂 A presto! 🙂
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:30ahahahahaha…..anche tu pavlova addicted???
Baciotti!!!
Miky
5 Febbraio 2015 at 23:12Pavolova? Ma com’è che io non conoscevo ancora questa bontà? Voglio assolutamente provare a farla.
Un bacio cara amica,
Miky
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:26Si, assolutamente da provare Miky io la amo proprio!!! Affondo il cucchiaio e via!!! <3 baci!!
Claudia
6 Febbraio 2015 at 10:44Non l’ho mai fatto..ma essere sincera.. nemmeno mai mangiato.. Forse perchè non amo la meringa.. Comunque è bellissima!!! Un bacione e buon w.e. 🙂
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:26Grazie Claudia!!!!
Un bacione grande anche a te!!
m4ry
7 Febbraio 2015 at 8:59Anche io adoro la panna, da sempre…e anche per me è un qualcosa che affonda le radici nei miei ricordi d’infanzia..e ha che fare con le meringhe….già, perché quando vivevo a Milano, la domenica, con il mio papà, raggiungevamo una famosissima pasticceria che preparava le meringhe con la panna più buone del mondo…e all’epoca, mica sapevo che si chiamassero pavlova 🙂
Una meraviglia la tua ! Ti abbraccio <3
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:27Ecco si!!!!
Anche le meringhe accoppiate con la panna dentro!!!
mammamia quante ne ho mangiate!!!
Ti abbraccio anch’io!
Silvia
7 Febbraio 2015 at 16:32Bellissima davvero, e immagino quanto possa essere stata fantastica lei….
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:24Grazie tesorina, è abbastanza dolce ma io la adoro!!!
Lina
7 Febbraio 2015 at 18:39E poi diciamocelo: è bellissima!
La storia non la conoscevo e devo dire che è molto affascinante….ma è ancora più bello pensarti bambina fra i canali con in mano una bella vaschetta di panna montata 🙂
Sai che io non l’ho mai fatta?
Dovrò provare…è anche senza glutine e per l’uomo di casa sarebbe perfetta.
Un bacione
roberta morasco
7 Febbraio 2015 at 23:27Sapessi che bei ricordi Lina, la rimpiango molto la Vanezia di allora!!
Devi assolutamente provarla!!! baci grande donna!!
Marta e Mimma
8 Febbraio 2015 at 21:21Robi, se non avessi mai mangiato una pavlova adesso ti direi che probabilmente non rientra esattamente nei miei gusti, ma visto che l’ho fatto, non posso proprio dirlo 🙂 io, che odio panna e meringhe, trovo che la pavlova sia un dessert meraviglioso, delicato, così sontuoso…la tua così grande, elegante, con i lamponi che smorzano la dolcezza della meringa…è una favola!
roberta morasco
9 Febbraio 2015 at 10:08Grazie <3 io anche la adoro...affondare il cucchiaio in quella delizia...ma cos'è???
Orca miseria, ora mi fate venire voglia di farla ancora!!! Mano male che non ho albumi vecchi in frigo!!!!
Baciotti!
Lucia
15 Dicembre 2016 at 16:44Fatta e rifatta, sempre perfetta! con quello strato morbido all’interno che è una vera sorpresa.
Ieri ho messo un po’ di zucchero di canna, ha preso un colorino dorato perfetto per essere natalizio, e contrasta bene con il colore della panna e dei frutti di bosco
Roberta Morasco
16 Dicembre 2016 at 10:22Ma lo sai che vedo il tuo commento mentre mi appresto a prepararne una? 😀