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“Blogger e food blogger innamorati della cucina che raccontano quello di cui avete bisogno. È fatto di posate, ingredienti, persone. Dell’errore che ha fatto realizzare un’indimenticabile ricetta. Del rumore della crosta del pane. Delle mani infarinate, degli odori che rimandano ad un viaggio, al piatto assaggiato in un mondo lontano.”
La torta Fregolotta è un dolce tipico della Marca Trevigiana, e più precisamente di Castelfranco Veneto.
E’ simile alla Sbrisolona di Mantova, ma da non confondere con quest’ultima perché gli ingredienti sono un po’ diversi.
Il nome deriva dalla sua consistenza decisamente friabile, fregola in Veneto significa infatti briciola.
La storia di questo dolce risale ai primi del ‘900, quando iniziò ad essere preparata e venduta nel forno della famiglia Zizzola, che ancora oggi la produce in un moderno stabilimento.
Ma il suo ideatore rimane misterioso, si sa soltanto che zia Evelina, sorella del fondatore Angelo Zizzola, ebbe la ricetta di questa frolla particolare da un’amica, cuoca presso una nobile famiglia di Treviso.
Esiste una versione priva di burro (che non ho ancora provato…), nella quale si aggiungono tre o quattro cucchiai di panna liquida.
avete visitato il loro bellissimo sito appena rinnovato?
Se non lo avete ancora fatto, correte a farvi un giretto nel sito!
Troverete anche molte informazioni utili sulla frutta secca (che fa benissimo!)
TORTA FREGOLOTTA
Ingredienti
Dose per uno stampo da 28 cm di diametro
300 g mandorle
250 g zucchero
150 g farina di riso biologica
150 g farina macinata a pietra tipo 1
200 g burro biologico (ammorbidito)
2 uova + 2 tuorli (biologiche)
un pizzico di sale integrale
½ cucchiaino di polvere di vaniglia bourbon (o buccia di limone)
burro e farina per la teglia
zucchero per cospargere la torta (io anche zucchero in cristalli)
Preparazione
Fate bollire dell’acqua in un pentolino, raggiunto il bollore tuffate le mandorle per un minuto. Scolatele, asciugatele un po’ e spellatele. Distribuitele su una teglia e fatele asciugare per un po’ nel forno ben caldo. Tritatele nel mixer, ma non troppo finemente.
Mescolate la mandorle tritate alle due farine, allo zucchero, la vaniglia ed il sale.
Fate una fontana sul piano di lavoro, mettete al centro il burro ammorbidito ed a pezzetti e le uova. Con le mani amalgamante gli ingredienti poco per volta, ma non troppo acuratamente, cercate di formare dei grossi ‘bricoloni’ di impasto.
Imburrate e infarinate uno stampo (preferibilmente a cerniera) e versate poco impasto. Pressatelo leggermente sul fondo poi sbriciolate sopra il rimanente distibuendolo in modo uniforme. Cospargete con lo zucchero (io anche con dei cristalli di zucchero) ed infornate a 180° per circa 40 minuti.
Fate raffreddare e cospargete a piacere con zucchero a velo. Raffreddandosi diventa croccante e friabile, e difficile da tagliare con il coltello. Va quindi tagliata, anzi spezzata in modo irregolare.
Qui nella Marca Trevigiana si trova in commercio anche la versione al Radicchio di Treviso tardivo IGP
Da precisare intanto che qui in Veneto, quando parliamo di baccalà, intendiamo lo stoccafisso, ovvero un merluzzo nordico e, precisamente, il Merluzzo Artico Norvegese che anzichè salato, viene seccato ai venti del Nord.
E’ interessante sapere che lo stoccafisso è un’importante voce delle esportazioni di diversi paesi, in particolare della Norvegia ma, soprattutto, che i due terzi delle suddette esportazioni sono verso l’Italia.
Ricette del baccalà alla vicentina ne troverete tantissime e leggermente diverse tra loro, se volete quella originale andate sul sito della Confraternita del Bacalà.
Il titolo del loro articolo incipit della ricetta a me fa morire dal ridere … ‘Una mummia commestibile? Il baccalà’.
Ecco,a mio avviso, rende davvero bene l’idea.
Un pesce legnoso, duro e stopposo, grazie a queste ricette tradizionali, viene tramutato in piatti meravigliosi.
Varianti insomma ne troverete tante.
C’è chi lo lascia in pezzi grossi e consiglia quindi di non romperlo, chi mette meno acciuga e cipolla, chi mette l’aglio e chi no, chi la farina non la mette, insomma di tutto e di più.
Su alcune cose però non si transige. Il pesce dev’essere di eccellente qualità (la Ragno delle Isole Lofoten è considerata la qualità migliore), così come l’olio, di cui il piatto abbonda.
Infine, per quanto riguarda la preparazione, durante la cottura il pesce non si deve muovere né rimestare.
Io vi propongo la ricetta che fa da sempre mia mamma.
Nella ricetta originale la cottura dovrebbe essere sul fuoco, lenta e molto lunga, intorno alle 4 ore.
Per praticità mia mamma lo cuoce al forno e, con il suo sistema (pratico, veloce ed economico), secondo me viene perfetto.
Morbido, ma con una crosticina spettacolare in superficie.
BACCALA’ ALLA VICENTINA
Ingredienti
Dose per 6 persone
600 g di stoccafisso secco
250 g di cipolle bianche
4-5 acciughe
5 dl ca di latte
40 g Grana Padano grattugiato
farina qb
prezzemolo fresco tritato qb
olio evo qb (ca 200- 250 ml)
sale qb
pepe qb
Preparazione
Ammollate lo stoccafisso in acqua per 48 ore, cambiando l’acqua frequentemente (ca ogni 4 ore). Eliminate la pelle e le spine, quindi tagliate la polpa del baccalà a pezzetti.
Tritate le cipolle. Scaldate poco olio in una padella antiaderente e fate sciogliere le acciughe, unite le cipolle tritate e lasciate cuocere per una decina di minuti. A cottura ultimata, a fuoco spento, unite anche il prezzemolo tritato.
Infarinate leggermente i pezzi di baccalà (che devono essere belli asciutti), avendo cura di eliminare la farina in eccesso. In una pirofila fate uno strato con qualche cucchiaiata di soffritto, quindi disponete sopra tutti i pezzi di baccalà infarinato. Versate sopra le cipolle, l’olio EVO, quindi anche il latte (deve coprire tutto a filo), il Grana Padano grattugiato, salate e pepate.
Infornate la pirofila a 170° C per un’ora coperta con un foglio di alluminio. passato il tempo, togliete l’alluminio e continuate la cottura per altri 20-30 minuti. Dovrà asciugare e fare una bella crosticina sopra.
E’ consigliabile farlo riposare una notte prima di servirlo.
Servitelo caldo, accompagnato con della polenta a fette passata sulla griglia.
Il baccalà alla vicentina nella versione di mamma Anna.
Questi biscotti sono forse tra i primi che ho provato a fare taaaanti anni fa.
Sono tanto facili quanto buoni.
Si chiamano Rose del deserto proprio perché nell’aspetto ricordano la formazione minerale dalla forma curiosa, tipica del deserto.
Sono sempre perfetti.
Per la colazione, per il tè del pomeriggio, per la merenda a scuola delle bimbe.
Io mi diverto a provare la stessa ricetta utilizzando ingredienti un po’ diversi.
Cambio tipo di farina, ché io la 00 anche no, poi faccio abbinamenti diversi, in questo caso mirtilli e cioccolato bianco.
Si conservano bene in un contenitore ermetico o in una scatola di latta.
Io non vi ripeto la solita storia, che non ho tempo, che sono di corsa e bla bla bla, non voglio diventare pesante e noiosa.
In realtà è davvero così.
Settimane frenetiche, tante ore davanti al pc e poche davanti ai fornelli.
Un po’ mi pesa non avere molto tempo per cucinare.
Ma ne vale la pena.
Quello che bolle in pentola è davvero grandioso.
Insomma, voi leggetevi la ricetta dei biscotti intanto, presto potrò raccontare tutto!
ROSE DEL DESERTO AI MIRTILLI E CIOCCOLATO BIANCO
Ingredienti
Dose per circa 15 biscotti grandi
150 g farina di avena biologica
100 g farina di mais biologica tipo fioretto
150 g burro biologico
2 uova biologiche
100 g zucchero di canna
50 g zucchero mascobado
½ cucchiaino di polvere di vaniglia biologica
1 cucchiaino di cremor tartaro
1 manciata di mirtilli disidratati
1 manciata di gocce di cioccolato bianco
corn flakes qb
zucchero a velo (facoltativo)
Preparazione
Accendete il forno a 180°C.
Nella planetaria con la frusta, lavorate il burro morbido con lo zucchero di canna ed il mascobado. Aggiungete le uova e continuate a impastare, unite le farine, la vaniglia ed il cremor tartaro e lavorate bene. Unite anche le gocce di cioccolato e i mirtilli.
Foderate due teglie con la carta forno. Versate dei corn flakes in un piatto e, con l’aiuto di un cucchiaio (o di un cucchiaino se volete farli più piccoli), prendete poco impasto (sarà abbastanza morbido) formando delle palline che farete rotolare sui cork flakes. Sistemate le ‘palline’ sulla teglia ben distanziate tra loro, perché si allargheranno in cottura.
Cuocete a 180°C per circa 20 minuti.
Sfornate a fate raffreddare bene. Appena sfornati sono molto fragili, diventeranno croccanti raffreddandosi.
Cospargete a piacere con zucchero a velo (io no in questo caso)