Una pietanza che amo preparare spesso, variandola con ingredienti diversi.
Ricetta che nasce in collaborazione con Territori Coop.
Piatto di origine araba e simbolo della convivialità, una pietanza che fa da legante, accomunando culture e popoli diversi.
Il cous cous è un piatto che evoca l’Oriente, notti sahariane di luna e cieli stellati, le carovane tra le dune, il tè nel deserto, non a caso è una preparazione originaria e tipica del Nord Africa, in particolare delle popolazioni berbere del Maghreb. Il cous cous è un piatto antico, la sua storia è paragonabile solo a quella del pane o del riso, una leggenda ne narra la nascita addirittura tra il 970 e il 930 prima di Cristo.
Nato come alimento ‘povero’, viene ottenuto dal grano duro, Triticum durum, (in alcune regioni anche da orzo o miglio), che viene macinato grossolanamente. La semola ottenuta viene cosparsa d’acqua e lavorata a lungo con le mani fino ad ottenere tante piccole pallottoline, queste vengono poi passate al setaccio al fine di ottenere piccoli granelli del diametro di un millimetro circa. Vengono poi fatti essiccare al sole e successivamente cotti in speciali pentole di terracotta, formate da due tegami sovrapposti dove, nella parte inferiore vengono cotte le verdure e/o la carne, e nella parte superiore forata, cuoce la semola, che in questo modo assorbe tutti i profumi ed aromi che provengono dal brodo sottostante.
La preparazione originaria della semola e della successiva cottura è abbastanza lunga e laboriosa, oggi la sua produzione è in gran parte meccanizzata e la semola viene ormai commercializzata in tutto il mondo; solitamente la si trova in commercio precotta, viene infatti essiccata dopo essere stata cotta al vapore, così da rendere davvero veloce la sua preparazione, con la sola aggiunta di acqua o brodo bollente per farla rinvenire.
Piatto davvero mutevole, ogni paese ha la sua tradizione. In Marocco viene preparato con i 7 ortaggi (numero magico che evoca molte credenze tra il popolo berbero) o con carne di montone, ceci ed anche uvetta, in Tunisia viene servito con il pesce oppure con agnello o pollo ed accompagnato da una salsa piccante, la harissa, a base di peperoncini piccanti pestati con aglio e spezie, tra le quali il coriandolo e il carvi, e non manca la versione dolce, il mestuf, in cui la semola viene servita con miele, frutta fresca e secca e spezie profumate.
Pellegrino Artusi scriveva ”E’ un piatto di origine araba che i discendenti di Mose’ e di Giacobbe hanno, nelle loro peregrinazioni, portato in giro per il mondo”.
La diffusione di questa pietanza nei paesi del Mediterraneo avvenne soprattutto grazie agli ‘uomini di mare’, per primi gli arabi, ma anche i mercanti di spezie ed i pescatori, che giunsero in Spagna, Francia ed in Italia. In alcune regioni italiane il suo consumo è molto radicato. In Sardegna, a Carloforte troviamo il cascà, preparato con verdure di stagione, legumi e spezie, la cui tradizione deriva dai pescatori di corallo liguri che, in arrivo dall’isoletta tunisina di Tabarca, si stabilirono sull’Isola di san Pietro. Troviamo il cous cous anche nella cucina pantesca sempre grazie agli scambi culturali con la vicina Tunisia, qui preparato con pesce, molluschi ed ortaggi, ma anche a Livorno dove viene invece preparato con verdure e polpettine di carne. In Sicilia, in particolare nei territori tra Favignana, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani e San Vito lo Capo, è un piatto tradizionale, il cuscussù trapanese ad esempio viene condito con una zuppa di pesce misto, con aggiunta di pomodoro e mandorle.
Da 18 anni¸ a San Vito lo Capo, durante il mese di Settembre, ha luogo un importante Festival che vede protagonista questa pietanza. Il Cous Cous Fest promuove la conoscenza, lo scambio e l’integrazione culturale tra i popoli del Mediterraneo, molto diversi tra loro per tradizioni, cultura e religioni, ma accomunati dalla passione per il cibo e da questa pietanza speciale.
La ricetta che vi propongo è una mia versione, a metà strada tra il cuscusù trapanese e il cous cous alla pantesca. Piatto unico un po’ laborioso ma, vi assicuro, di sicuro successo!
COUS COUS MEDITERRANEO DI MARE E DI TERRA
Ingredienti
Dosi per 4-6 persone
300 g cous cous integrale
2 zucchine
1 melanzana
4 pomodori maturi
1 cipolla di Tropea
3 spicchi d’aglio
1kg cozze
300 g gamberi
250 g calamari (circa 4 di media grandezza)
500 g pesce (filetto di San Pietro, scorfano, gallinella)
Vino bianco secco
Passata di pomodoro qb
Brodo vegetale qb
Prezzemolo fresco qb
Basilico fresco qb
Olio evo qb
Sale qb
Pepe bianco qb
Peperoncino (a piacere)
Preparazione
Per prima cosa procedete alla pulizia delle cozze. Eliminate le cozze rotte o semiaperte, quindi spazzolatele sotto l’acqua corrente una ad una utilizzando una spazzolina dura di saggina (o una paglietta da cucina), se dovessero presentare incrostazioni potrete eliminarle facilmente con la lama di un coltello.
Lasciatele a bagno in una bacinella piena d’acqua salata per una mezz’ora affinché eliminino eventuali impurità.
Eliminate la barbetta che fuoriesce dalla conchiglia (il bisso che permette alla cozza di rimanere ancorata agli scogli), sciacquatele un’ultima volta sotto l’acqua corrente quindi riponetele in una casseruola con poco olio evo ed uno spicchio d’aglio schiacciato. Mettetele sul fuoco, non appena inizierà a sfrigolare, sfumate con pochissimo vino bianco, fate evaporare quindi coprite con un coperchio e lasciatele aprire completamente, ci vorranno 6-7 minuti.
Toglietele dal fuoco, sgusciatele in un piatto e conservatene una decina con la conchiglia per decorare il piatto. Filtrate il liquido delle cozze con un colino a fori ben stretti per eliminare tutte le impurità, tenete da parte.
Pulite e sfilettate il pesce, riducendo la polpa in piccoli pezzi. Lavate i calamari, puliteli eliminando la pelle, le interiora, gli occhi e la bocca, tagliateli a listarelle, lavate e pulite anche i gamberi.
Fate soffriggere in una padella capiente poco olio evo ed uno spicchio d’aglio schiacciato, unite la polpa di pesce, i calamari ed i gamberi. Salate e fate cuocere a fuoco vivace, unite il prezzemolo fresco lavato e spezzettato con le mani, quindi togliete dal fuoco e tenete da parte.
Lavate le verdure e riducetele in piccoli dadini, ad eccezione della cipolla che taglierete a fettine sottili.
Eliminate la buccia dei pomodori e tagliateli a cubotti.
Fate soffriggere tutte le verdure in un’altra padella con olio e uno spicchio d’aglio schiacciato, unite per ultimi la cipolla ed il pomodoro tagliato a cubetti. Unite della salsa di pomodoro (quantità a vostro piacere a seconda di quanto rosso volete il vostro cous cous).
Regolate di sale, pepe (o peperoncino, a piacere, se lo preferite un po’ più piccante) e lasciate cuocere ancora per una decina di minuti. Unite il basilico fresco lavato e tenete da parte.
Procedete alla preparazione del cous cous seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.
Il metodo base è il seguente: sciacquate la semola sotto l’acqua corrente, versatela in una casseruola, unite poco olio e sgranate bene i chicchi con una forchetta.
Aggiungete il liquido/brodo bollente (composto in questo caso dal liquido di cottura delle cozze precedentemente filtrato, mescolato con dell’altro brodo vegetale) quantità pari al volume del cous cous, mescolate bene, coprite e lasciate riposare e gonfiare per una decina di minuti.
Trascorso il tempo, unite qualche cucchiaio d’olio e sgranatelo con una forchetta (o con le mani) affinché i chicchi rimangano ben separati, quindi mescolatelo alla verdure tenendo da parte un po’ di salsa di pomodoro con cui finirete il piatto.
Unite anche il pesce e parte delle cozze. Versate in un ampio piatto di portata, completate finendo il piatto con le rimanenti cozze e la salsa di cottura delle verdure tenuta da parte.
Trovate la ricetta anche su
A presto!