Ci ho messo un po’ prima di trovare il coraggio e cimentarmi in questa preparazione, lo confesso.
Un po’ di timore ce l’avevo, eccome.
Si insomma, che una volta tirato fuori dal forno si spatasciassetutto sgonfiandosi immediatamente ed irrimediabilmente.
Invece vi posso assicurare che il soufflé dà grandi soddisfazioni!
L’importante è seguire alcuni importanti e tutto sommato semplici accorgimenti, una volta appresi questi potrete sbizzarrirvi in preparazioni sia dolci che salate!
La prima cosa a cui fare molta attenzione è la temperatura del forno, fate in modo che sia ben caldo, alla giusta temperatura ed evitate di aprire lo sportello durante la cottura, il soufflé non ama le correnti d’aria.
È inoltre consigliabile utilizzare delle cocotte o stampini in ceramica o vetro, dai bordi lisci e diritti così da facilitare il gonfiarsi del soufflé nel forno.
Altra cosa molto importante gli albumi, non dovranno essere freddi e non vanno montati troppo. Come suggerisce il Maestro Ernst Knam, lasciandoli leggermente più morbidi, potranno continuare a gonfiare in forno.
Ultima cosa ma non meno importante gli ingredienti, nel soufflé sono pochi e proprio per questo, per un buon risultato, a mio avviso, devono essere di ottima qualità.
Io ad esempio utilizzo sempre e solo uova di tipo ‘0’, biologiche.
In questo caso poi, per preparare questi soufflé agli spinaci e curcuma, ho utilizzato degli spinaci già lavati e pronti da cuocere Insal’Arte della Società Cooperativa Agricola OrtoRomi.
OrtoRomi si avvale di una vasta superficie produttiva, sia a campo aperto che in serra coperto, il punto di forza della Società Cooperativa sono la produzione e coltivazione di insalate e radicchi di alta qualità, raccolti e distribuiti in tempi brevissimi al fine di garantire la massima freschezza. In poche parole ‘dal campo allo scaffale del supermercato in 24 ore, pronte per essere consumate’.
Strano quanto un anno possa passare in fretta e al tempo stesso darti la sensazione di molto, molto più tempo trascorso anziché soli 12 mesi.
C’è stato tanto lavoro per dare vita a questo progetto, abbiamo lavorato sodo, sempre con tanta carica ed entusiasmo, raggiungendo risultati importantiinaspettati in così pochi mesi.
Quante cose realizzate e fatte, un sito bellissimo di cui andiamo molto orgogliosi e che curiamo con enorme passione, un network di food blogger entusiasti che ci mettono la faccia e che cresce di continuo, la partecipazione a tante importanti manifestazioni ed eventi, un libro già pubblicato, Il Gusto della terra, e uno, meraviglioso, in arrivo.
Si, si, perchè tra poche settimane, al Salone Internazionale del libro di Torino, Monica Zacchia presenterà il Libro LE FLUFFOSE.
Monica è la nostra Mrs Fluffy, colei che ha iniziato a chiamare così queste torte in modo del tutto giocoso.
Fluffosa è un nome nato per scherzo e diventato poco a poco il simbolo di amicizia e condivisione di un gruppo di blogger un po’ pazzo.
La Fluffosa è una torta, altissima, sofficissima, per l’appunto fluffy!
Ma non è soltanto questo.
È una passione condivisa, è unione, umiltà, impegno e lavoro, è ‘sogni che si realizzano‘.
“La Fluffosa è uno stato mentale, un segnale di fumo,
una mano tesa, lo scambio di una ricetta
replicata mille volte, è amicizia.”
Insomma, LE FLUFFOSE è un libro che non potete davvero perdervi.
Voi continuate a seguire IFOOD! #thebestisyettocome
Il compleanno di IFOOD lo festeggio con una golosissima
Fluffosa al cioccolato e caffè con toffee alle noci.
Fluffosa cioccolato e caffè con toffee alle noci
Author: Roberta Morasco
Ingredients
Per la Fluffosa
250 g farina macinata a pietra tipo 1
260 g zucchero semolato
50 g cacao amaro
50 g sciroppo di riso
120 ml caffè di moka tiepido
2 cucchiai di caffè solubile
6 uova biologiche
120 ml olio semi di girasole
1 bustina lievito per dolci
1 bustina cremor tartaro
1 presa sale
Per il toffee alle noci
170 g zucchero semolato
100 ml acqua
15 g burro
100 ml panna fresca
80 g misto noci, noci pecan e mandorle a lamelle
Instructions
Per la Fluffosa: setacciate la farina insieme allo zucchero, il cacao amaro, il lievito, il caffè solubile e il sale. Mescolate il caffè tiepido e olio, uniteli agli ingredienti secchi insieme allo sciroppo di riso e mescolate con un cucchiaio.
Separate i tuorli dagli albumi, unite i tuorli al composto di farina, mescolate bene.
Montate a neve ferma gli albumi insieme al cremor tartaro quindi uniteli all’impasto poco per volta, e mescolando delicatamente dal basso verso l’alto con una frusta.
Versate nello stampo da chiffon cake (dotato di piedini) imburrato ed infarinato, quindi cuocete in forno (preriscaldato) a 150° per 1 ora e 15 minuti (non aprite mai il forno durante la cottura).
Fate comunque la prova stecchino al centro per verificare la cottura.
Capovolgete su un piatto e lasciate che si raffreddi e si stacchi da sola dallo stampo.
Per il toffee: Versate lo zucchero e l’acqua in un pentolino dal fondo spesso. Portate a ebollizione a fuoco medio.
Una volta sciolto lo zucchero lasciate cuocere per circa 8′, comunque fino a quando avrà il bel colore ambrato tipico del caramello.
Togliete dal fuoco, unite il burro e fatelo sciogliere mescolando con un cucchiaio di legno, unite la panna delicatamente (Fate attenzione! Quando il caramello è molto caldo potrebbe schizzare e voi scottarvi). Mescolate bene quindi unite anche il miz di noci e mandorle.
Una domenica bellissima, trascorsa all’aria aperta con la mia famiglia.
Ma soprattutto nella mia città, Venezia.
C’è forse città più bella al mondo?
Non voletemene, ok ok io sono un po’ di parte, ma credo che Venezia sia davvero unica, di una bellezza che toglie il fiato, ed in modo particolar in giornate terse e soleggiate.
La cosa più bella è passeggiare e perdersi tra calli, ponti e campielli, allontanandosi magari un po’ dalle zone più turistiche, si possono scoprire angoli della città davvero incantevoli.
Quello che non si può mancare di fare a Venezia è una sosta in qualche bacaro (piccola osteria) e assaggiare le tante delizie che si possono trovare, quelli che noi veneziani chiamiamo cicchetti.
I cicchetti sono spesso crostini di vario tipo, polenta abbrustolita a baccalà, fritturine, sarde in saor, seppioline grigliate, uova sode con l’acciuga (le amoooo) e poi non possono mai mancare le polpette!
Domenica, durante una di queste piacevoli soste ho assaggiato delle polpettine deliziose e sono stata assalita dalla voglia di replicarle subito a casa!
Insomma, mi sono subito procurata delle sardine freschissime e mi sono messa al lavoro.
Quindi oggi polpette!
Ma di sardine e pecorino con un sughetto di pomodoro dove affondare una bella fetta di pane ché la scarpetta non può mancare!
POLPETTE DI SARDINE E PECORINO AL POMODORO
Ingredienti
600 g sardine
2 uova biologiche
50 g pecorino romano
400 g pane grattugiato
1 manciata di mandorle tritate
sale e pepe qb
600 g pomodori pelati
1 spicchio d’aglio
olio EVO
olio di arachidi (per friggere)
prezzemolo, menta qb
Preparazione
Per prima cosa pulite le sardine, tagliate la testa ed eliminate le interiora, la lisca e la coda. Lavate bene i filetti sotto l’acqua corrente, quindi asciugateli e tritateli con il coltello.
In una boule mescolate il trito di sardine con le uova, unite il pecorino romano tritato o grattugiato e circa 300 g di pane grattugiato. Salate, pepate e, a piacere, unite delle aromatiche, prezzemolo o menta, e mescolate bene.
Con le mani bagnate prendete piccole porzioni di composto e formate delle polpettine rotonde (dimensione approssimativa di di una noce o poco più grandi) o leggermente schiacciate, a vostro piacere.
Rotolatele nel restante pane grattugiato e fatele riposare una mezz’ora in frigorifero.
Mettete a scaldare l’olio di arachidi e una volta a temperatura (inserite uno stecchino, se si formeranno delle bollicine attorno l’olio è pronto) mettere a cuocere 5-6 polpettine alla volta, avendo cura di girarle per farle dorare da tutti i lati.
Fatele asciugare su un piatto rivestito di carta assorbente.
Preparate il sugo di pomodoro, fate soffriggere lo spicchio d’aglio con qualche cucchiaio di olio EVO in una padella capiente, tagliate i pomodori pelati e versateli nella padella, salate, pepate e lasciate cuocere per 10-15′.
Unite le polpettine e lasciate insaporire con il sugo, facendo cuocere per altri 10′, finite unendo delle aromatiche, prezzemolo fresco o menta e servite ben calde.
Sul pesce azzurro. Si chiamano così quei pesci generalmente di piccola pezzatura il cui costo è anche abbastanza ridotto per la grande quantità di pescato.
Aguglia, alice, sgombro, sardina, sciabola, sugarello, sono alcune specie che fanno parte di questa categoria.
Ha tantissimi pregi il pesce azzurro, oltre ad essere molto economico, fa bene ed è decisamente versatile in cucina.
La cosa in assoluto più fastidiosa, diciamocelo, è pulirlo, in particolar modo i pesci più piccoli, quali ad esempio le alici e le sardine.
Non è un’operazione difficile, richiede soltanto un po’ di manualità e soprattutto pazienza.
Importante utilizzare un coltello affilato ed appoggiarsi su un tagliere.
Tagliate per prima cosa la testa, con questa operazione, trascinando il coltello sul tagliere, toglierete già buona parte delle viscere.
Poi, con il coltello (ma potete farlo anche con le dita) seguendo la lisca del pesce fino alla coda, aprite la sardina separando in due i filetti, sollevate quindi la lisca e staccatela.
Se il pesce è molto fresco farete un po’ più fatica a separare i filetti dalla lisca, quindi sarà più pratico utilizzare la lama del coltello per staccare bene tutta la polpa.
Lavateli accuratamente sotto l’acqua corrente e infine tamponateli, prima di procedere alle vostre preparazioni.
Del pane fresco, possibilmente tiepido, e due fette di Mortadella Bologna I.G.P., cosa c’è di più semplice e buono?
Oggi, come sempre nell’ultimo periodo (sob), passo davvero di corsa.
Il tempo è poco, il lavoro, le cose da fare e seguire tante, le mie giornate e settimane corrono via veloci, succede anche a voi?
Per fortuna è venerdì e c’è anche il sole, prevedo quindi un fine settimana all’insegna soltanto della famiglia, ché ce n’è bisogno!
Poi lunedì alzataccia e partenza per a Milano.
Ricettina dai!
SPUMA DI MORTADELLA I.G.P. CON PISTACCHI
Ingredienti
300 g Mortadella Bologna I.G.P.
150 g ricotta di bufala
100 ml panna liquida
1 cucchiaio di Parmigiano Reggiano grattugiato
½ cucchiaino di semi di senape tritati
sale qb.
pepe qb
pistacchi qb
Preparazione
Tritate la mortadella finemente, mettetela nel cutter (o mixer) insieme alla ricotta ben scolata dal siero, la panna da cucina e i semini di senape pestati nel mortaio.
Frullate tutto insieme fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettetelo in una ciotola o nel bicchiere del mixer, e frullate con il mixer ad immersione affinché il composto acquisti maggiore leggerezza.
Regolate di sale e pepe, mescolate e ponetelo in frigorifero a riposare coperto con della pellicola per alimenti.
Cospargete di pistacchi tritati grossolanamente e servite con delle fette di pane casereccio tostato leggermente.
La suggestiva Cena di Gala a Ca’ Sagredo, splendido palazzo del XV secolo che conserva dipinti dei più autorevoli artisti veneziani del XVII e XVIII secolo, quali Sebastiano Ricci, Gianbattista Tiepolo, Nicolò Bambini e Pietro Longhi.La foto, che non poteva mancare, con il meraviglioso, simpatico, gentile…insomma persona speciale davvero, Pastry Chef Luigi Biasetto.
Dal 6 all’8 Marzo iFood sarà presente a Identità Golose in qualità di Media Partner, tanti i nomi illustri dell’Alta Cucina!