Mi stupisco sempre di più della vastità di cose e luoghi da scoprire nella mia regione e nella provincia in cui risiedo.
Per questo sono sempre felicissima quando ho l’opportunità di visitare e promuovere il territorio, scoprire le eccellenze e specialità locali, la storia, cultura e le tradizioni.
Vi avevo già raccontato del radicchio e delle stupende colline dove nascono le bollicine dorate del Prosecco, ma non ancora del forse meno noto Asparago.
E pensare che, nell’area tra il fiume Piave ed il Sile, sono ben due i prodotti a indicazione geografica protetta, l’Asparago diCimadolmo e l’Asparago di Badoere.
Come vi avevo anticipato qui insieme ad un gruppo di blogger ed instragrammer, divisi in due diverse giornate, siamo andati alla scoperta di questi territori.
Io ho preso parte alla seconda giornata di questa piacevolissima staffetta e oggi vi racconto un po’ di Cimadolmo e dell’Asparago Bianco IGP.
Il cibo e la buona tavola sono elemento imprescindibile nel decidere l’itinerario di un viaggio e, se sono accompagnati anche da luoghi di interesse naturalistico, storico ed artistico direi che il connubio è perfetto, che dite?
Dovrei mettermi la scadenza nel calendario, proprio come faccio con le persone.
Si, per ricordarmi del compleanno del blog!
Il 12 settembre ben 4 anni.
E io non me ne ricordo mai.
MannaggiaMMè!
Sono immersa in una marea di scatoloni, pulizie e chi più ne ha…ché domani ci trasferiamo nella nuova casa, quindi nessun dolce per festeggiare.
Non ne ho avuto davvero il tempo.
Mi tocca fare l’alternativa e usare una ricetta che avevo pronta nell’archivio.
Va bene lo stesso vero?
Io vi lascio e scappo via.
Dicono che il trasloco sia una delle cose più stressanti in assoluto.
Beh. Hanno davvero ragione!
“Chiunque a un certo punto della vita mette su casa.
La parte difficile è costruire una casa del cuore.
Un posto non soltanto per dormire, ma anche per sognare.
Un posto dove crescere una famiglia con amore, un posto non per trovare riparo dal freddo,
ma un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni;
un posto non semplicemente dove far passare il tempo,
ma dove provare gioia per il resto della vita.”
Sergio Bambarén (Il guardiano del faro 2002)
CONFETTURA DI LAMPONI E VANIGLIA
Ingredienti:
1 kg lamponi
800 g zucchero
1 limone (il succo)
1 cucchiaino raso di polvere di vaniglia (o i semini di un baccello)
1 cucchiaino raso di agar agar
Preparate i barattoli (vedi note).
Preparazione:
Lavate velocemente i lamponi sotto l’acqua corrente fredda e tamponateli delicatamente.
Poneteli in un tegame da confettura insieme allo zucchero, il succo del limone e la polvere di vaniglia.
Poertate ad ebollizione a fiamma vivace, avendo cura di seguire la cottura mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.
Eliminate l’eventuale schiuma che si potrebbe formare sulla sueprficie aiutandovi con una schiumarola.
Sciogliete l’agar agar in una tazza mescolandolo con poca confettura calda quindi unitelo alla confettura sul fuoco e mescolate bene.
Togliete dal fuoco e versate nei barattoli (con questa quantità di frutta io ne ho ottenuti 4 di medi).
Preparazione dei barattoli:
Scaldate il forno a 110° per una ventina di minuti, mettete dentor i barattoli puliti e lasciateli dentro per almeno 5 minuti. Toglieteli a fateli raffreddare su uno strofinaccio.
Versate quindi la confettura o marmellata nei barattoli avendo cura di riempirli fino al bordo (aiutatevi con un piccolo mestolo per evitare di sporcare il bordo). Avvitate i coperchi e girate i barattoli sottosopra posizionandoli in un luogo buio (o coperti da uno strofinaccio), lasciandoli raffreddare completamente.
Grande l’emozione di aver potuto partecipare al primo numero!
Un GRAZIE speciale a tutta la redazione (non li elenco tutti, andate di corsa a leggere chi sono!) che si sono fatti in quattro per portare a termine questo progetto, alle ‘colleghe’ contibutor di questo numero e a tutte quelle che lo saranno per i prossimi!
Troverete non solo ricette e foto di piatti di stagione, ma anche recensioni, interviste, viaggi suggestivi nei borghi d’Italia più belli, lo speciale dedicato alla colazione e … beh, direi basta anticipazioni…
Quando si incappa in professori senza carisma ed incapaci di gestire dei ragazzini spesso è questa la risposta che sanno dare.
Non ti rimarrà un gran ricordo di questi anni, sicuramente non come è successo a me, che i prof delle medie me li ricordo quasi tutti con affetto e stima.
Ma sei arrivata alla fine.
Sei cresciuta tanto.
La bambina timida che temeva di alzare la mano in classe è diventata coraggiosa ed autonoma.
Non hai chiesto aiuto in nulla. Hai fatto tutto da sola.
Sono tanto orgogliosa di questo.
Il mondo si apre davanti a te ora.
I primi segni di indipendenza.
Le uscite con le amiche in centro.
Il liceo che hai tanto desiderato.
Le lingue straniere, scrivere, la musica.
Spero tu possa sempre percorrere la tua strada con passione e felicità.
Ti voglio bene piccola.
Dolcetto al volo vi va?
Dolce al cucchiaio velocissimo da preparare la panna cotta. Unica scocciatura il tempo di riposo e raffreddamento. Io neanche quello perchè le caccio nell’abbattitore!
Pochi ingredienti freschi e avete velocemente un dessert fresco e pure molto carino da presentare.
PANNA COTTA ALLA LIQUIRIZIA, GANACHE FONDENTE E CHANTILLY ALLA MENTA
Ingredienti (dosi per 6 porzioni)
Per la panna cotta
300 g panna fresca
200 g yogurt alla liquirizia (naturale o yogurt greco)
1 cucchiaino di liquirizia in polvere biologica
70 g zucchero
3 g di agar agar (1 cucchiaino da caffè raso )
Per la ganache
150 g cioccolato fondente al 70%
100 g panna fresca
Per la chantilly alla menta
200 g panna fresca
30 g zucchero a velo
3-4 foglioline di menta fresca qb
Preparazione
Per la panna cotta alla liquirizia
Versare la panna in una casseruola, unite l’agar agar e mescolate bene per farlo sciogliere, unite anche lo zucchero e la polvere di liqurizia, mescolate bene e mettete sul fuoco.
Fate scaldare bene il composto continuando a mescolare, non appena raggiunge il bollore togliete dal fuoco e fate raffreddare leggermente a temperatura ambiente, unite lo yogurt, mescolate bene e versate nei bicchieri.
Riponete in frigorifero a raffreddare e solidificare bene (io ho raffreddato velocemente nell’abbattitore e poi riposto in frigorifero fino al momento di servirla).
Per la ganache morbida
Scaldate la panna in una casseruola, quindi unite il cioccolato tritato finemente. Mescolate fino a quando avrete un composto omogeneo.
Per la chantilly alla menta
Montate la panna a neve ferma, insieme allo zucchero e alle foglioline di menta tritate.
Assemblaggio
Versate della ganache su ciascun bicchiere di panna cotta e poi una cucchiaiata di chantilly alla menta. Decorate con alcune foglioline di mente fresca.
Se non trovate la liquirizia in polvere potete anche utilizzare delle caramelle di liquirizia (quelle dure, non quelle gommose) e scioglierle in una piccola padella con pochissima acqua.
Sono fatta così purtroppo, dalle cose mi faccio prendere e mi arrabbio, e tanto.
Vivo la scuola delle mie bimbe in prima persona, non sono di quelle mamme che alle riunioni e consigli di classe non va mai, che quando c’è da eleggere il nuovo rappresentante “No guardate sono davvero troppo impegnata, non posso…”.
No, nonostante il tempo sia sempre poco e la vita decisamente troppo di corsa, quello che posso lo faccio e ascolto, ho sempre cercato di collaborare con gli altri genitori e con gli insegnanti.
Ma ora sono un po’ stanca.
Sicuramente non siamo state molto fortunate io e le mie bambine, che peraltro sono bravissime entrambe a scuola e non mi hanno mai dato nessun tipo di preoccupazione o problema.
Sono più che convinta che di bravi insegnanti ce ne sono, e di buone scuole pubbliche anche, eccome se ce ne sono.
Ma quando ti capita per anni di sentire sempre lo stesso ‘disco‘, che sia alla scuola primaria o secondaria, allora c’è qualcosa che non va.
Quando ti ripetono per anni, in generale, che “la classe è troppo difficile, i ragazzi sono maleducati, sono distratti, non portano rispetto, non fanno gruppo…” e via dicendo, ché di aggettivi negativi ne ho dovuti sentire tanti in 8 anni…
Vedi però che con il passare degli anni le azioni svolte dagli insegnanti sono inesistenti o non consone, oppure ancora peggio sono ingiuste, parziali, assolutamente non meritocratiche, allora qualche domanda te la fai.
Sicuramente non ci sono più i bambini né i ragazzi di una volta, probabilmente nemmeno i genitori di una volta, ma è anche più che certo che non ci sono nemmeno più gli insegnanti di una volta.
Io li ricordo ancora oggi i miei professori delle medie (ché io preferisco chiamarle così), severi, anche bruschi nei modi alcuni ma, cavolo, bravi.
Erano persone carismatiche, appassionate, che il rispetto se lo guadagnavano, non potevi proprio fare a meno di ascoltarli.
Ho letto proprio pochi giorni fa un interessante articolo su questo blog, vi riporto qui un passaggio.
“Un bravo insegnante ha bisogno di essere “attraente”,
di intrattenere e tenere alta l’attenzione e la curiosità,
di avere quella passione che tenga incollate le persone e quel carisma che le spinga
a darsi da fare e applicare fuori dall’aula ciò che hanno imparato.
Domanda secca: sono veramente i giovani non motivati oppure alcune persone non sono motivanti da ascoltare?
Ho qualche ricordo scolastico in mente… La verità è che come in ogni generazione non ci sono più i giovani di una volta.
Quando andavo a scuola io non eravamo più come quelli della generazione prima
(che non rispondeva mai all’insegnante). E quelli della generazione prima non erano più come quella precedente alla loro
(che prendevano bacchettate sulle dita o si inginocchiavano sui ceci).
In comunicazione la responsabilità della comunicazione è bene che se la tenga chi comunica
(se vuole influenzare in qualche modo il processo).
I gggiovani d’oggi hanno semplicemente motivazioni diverse,
banalmente perché hanno strumenti, tecnologia, conoscenze, ambienti e stimoli diversi.”
Alessandro Mora
Cari insegnanti, insomma, dato che in classe ci siete voi, io un esamino di coscienza me lo farei ogni tanto eh…
Oggi una ricetta davvero facilissima con cui io ho riutilizzato della colomba avanzata (se devo dirla tutta l’ho fatta avanzare apposta per fare questo dolcetto..).
In realtà potete prepararla anche con il panettone, pan brioche o della focaccia, provatela anche con tipi diversi di frutta, ad esempio con il passion fruit è buoneRRima!
Ricettina dai!
COLOMBA AL CUCCHIAIO CON MANGO E CREMA MASCARPONE
Ingredienti
Per la crema mascarpone
3 tuorli (di uova biologiche)
150 g zucchero semolato
½ bicchierino rum (o marsala, se preferite)
50 g acqua
500 g mascarpone
Per completare i bicchierini
Colomba qb (pan brioche o focaccia)
1 mango maturo
zucchero a velo
alchermes qb
Preparazione
Montate i tuorli con 50 g di zucchero, fino a quando saranno chiari e spumosi.
Versate i restanti 100 g di zucchero e l’acqua in un pentolino e mettetelo sul fuoco, a fiamma media, dovrebbe raggiungere i 121°. Se non disponete di un termometro controllate lo sciroppo, quando inizierà a fare delle bolle grosse spegnete, significa che la temperatura è raggiunta.
Versate lo sciroppo a filo sui tuorli montati e continuate a sbattere con la frusta elettrica fino a quando otterrete una crema gonfia e ormai raffreddata.
Lavorate il mascarpone con una spatola fino a renderlo cremoso, quindi unitelo al composto di uova ed amalgamate bene.
Mettete poca crema di mascarpone sul fondo dei bicchieri, coppate dei dischetti di colomba e disponeteli sopra alla crema, bagnate la colomba con poco alchermes quindi fate uno strato con dei cubetti di mango e coprite con altra crema.
In una padella antiaderente tostate delle fette sottili di colomba (oppure potete tostarle in forno) in forno), fatele raffreddare e sbriciolatele.
Cospargete le briciole sopra ciascun bicchiere e finite con abbondante zucchero a velo.
Strano quanto un anno possa passare in fretta e al tempo stesso darti la sensazione di molto, molto più tempo trascorso anziché soli 12 mesi.
C’è stato tanto lavoro per dare vita a questo progetto, abbiamo lavorato sodo, sempre con tanta carica ed entusiasmo, raggiungendo risultati importantiinaspettati in così pochi mesi.
Quante cose realizzate e fatte, un sito bellissimo di cui andiamo molto orgogliosi e che curiamo con enorme passione, un network di food blogger entusiasti che ci mettono la faccia e che cresce di continuo, la partecipazione a tante importanti manifestazioni ed eventi, un libro già pubblicato, Il Gusto della terra, e uno, meraviglioso, in arrivo.
Si, si, perchè tra poche settimane, al Salone Internazionale del libro di Torino, Monica Zacchia presenterà il Libro LE FLUFFOSE.
Monica è la nostra Mrs Fluffy, colei che ha iniziato a chiamare così queste torte in modo del tutto giocoso.
Fluffosa è un nome nato per scherzo e diventato poco a poco il simbolo di amicizia e condivisione di un gruppo di blogger un po’ pazzo.
La Fluffosa è una torta, altissima, sofficissima, per l’appunto fluffy!
Ma non è soltanto questo.
È una passione condivisa, è unione, umiltà, impegno e lavoro, è ‘sogni che si realizzano‘.
“La Fluffosa è uno stato mentale, un segnale di fumo,
una mano tesa, lo scambio di una ricetta
replicata mille volte, è amicizia.”
Insomma, LE FLUFFOSE è un libro che non potete davvero perdervi.
Voi continuate a seguire IFOOD! #thebestisyettocome
Il compleanno di IFOOD lo festeggio con una golosissima
Fluffosa al cioccolato e caffè con toffee alle noci.
Fluffosa cioccolato e caffè con toffee alle noci
Author: Roberta Morasco
Ingredients
Per la Fluffosa
250 g farina macinata a pietra tipo 1
260 g zucchero semolato
50 g cacao amaro
50 g sciroppo di riso
120 ml caffè di moka tiepido
2 cucchiai di caffè solubile
6 uova biologiche
120 ml olio semi di girasole
1 bustina lievito per dolci
1 bustina cremor tartaro
1 presa sale
Per il toffee alle noci
170 g zucchero semolato
100 ml acqua
15 g burro
100 ml panna fresca
80 g misto noci, noci pecan e mandorle a lamelle
Instructions
Per la Fluffosa: setacciate la farina insieme allo zucchero, il cacao amaro, il lievito, il caffè solubile e il sale. Mescolate il caffè tiepido e olio, uniteli agli ingredienti secchi insieme allo sciroppo di riso e mescolate con un cucchiaio.
Separate i tuorli dagli albumi, unite i tuorli al composto di farina, mescolate bene.
Montate a neve ferma gli albumi insieme al cremor tartaro quindi uniteli all’impasto poco per volta, e mescolando delicatamente dal basso verso l’alto con una frusta.
Versate nello stampo da chiffon cake (dotato di piedini) imburrato ed infarinato, quindi cuocete in forno (preriscaldato) a 150° per 1 ora e 15 minuti (non aprite mai il forno durante la cottura).
Fate comunque la prova stecchino al centro per verificare la cottura.
Capovolgete su un piatto e lasciate che si raffreddi e si stacchi da sola dallo stampo.
Per il toffee: Versate lo zucchero e l’acqua in un pentolino dal fondo spesso. Portate a ebollizione a fuoco medio.
Una volta sciolto lo zucchero lasciate cuocere per circa 8′, comunque fino a quando avrà il bel colore ambrato tipico del caramello.
Togliete dal fuoco, unite il burro e fatelo sciogliere mescolando con un cucchiaio di legno, unite la panna delicatamente (Fate attenzione! Quando il caramello è molto caldo potrebbe schizzare e voi scottarvi). Mescolate bene quindi unite anche il miz di noci e mandorle.
Ho iniziato il nuovo anno facendo pulizia. Si, buttando cose inutili, abiti, oggetti, giornali. Cose che si conservano pensando che ci possano servire, che le potremo riutilizzare, ma che in realtà a pensarci bene, riempiono solo la casa, angoli utili, bloccando le energie ed il loro fluire.
Non è che tutto va buttato, sia chiaro. Alcuni oggetti, abiti, libri, sono talmente belli che vanno conservati, con la loro storia, il loro fascino. Quello si chiama vintage, ma il resto no, il resto è solo roba vecchia, e va eliminata.
Ho iniziato l’anno andando al cinema. Non cine-panettoni ed il voler ridere-per-forza ché a Natale si fa così, non l’ho mai fatto del resto… ma con una favola bella, con la poesia che fa salire la risata ma al tempo stesso le lacrime, che fa riflettere e impone di guardare oltre, e di guardarsi dentro, perché ‘l’essenziale è invisibile agli occhi‘.
Ho iniziato il 2016 sentendo addosso tutta la stanchezza dell’anno appena passato. Tante cose fatte, lavoro, impegno, energie, e la necessità di staccare almeno qualche giorno (il mio povero blog lo sa..), sapendo che l’anno nuovo non sarà meno impegnativo, anzi. Il lavoro da conciliare con la nuova casa, mobili da vendere ed altri da acquistare, il trasloco, nuovi passaggi importanti per le mie ragazze, insomma energie, nuove energie per caricarsi e ripartire!
Ho iniziato l’anno facendo ordine tra i pensieri, con la consapevolezza che i rami secchi vanno tagliati senza indugi, che le chiacchiere sterili e le invidie non fanno per me, che il pessimismo va evitato, e che i bicchieri voglio continuare a vederli mezzi pieni, sempre.
E soprattutto certa che, che chi se ne va, FA SEMPLICEMENTE SPAZIO. E non è una cosa negativa.
Ho iniziato l’anno nuovo mangiando e facendo dolci, ché mi piace un sacco e mi rilassa.
Ma soprattutto l’ho fatto recuperando, si perché se le cose vecchie vanno buttate, in cucina invece non si butta nulla!
Al cibo si dà nuova forma e vita, utilizzando un po’ di fantasia e creatività.
Siete pronti per il recupero del panettone?
Alé, andiamo! Panna cotta al mascarpone e panettone!
PANNA COTTA AL MASCARPONE E PANETTONE
Ingredienti (per 6 porzioni)
Per la panna cotta al panettone
400 g panna fresca
100 g mascarpone
100 gr zucchero
3 g di agar agar (1 cucchiaino raso ca)
½ cucchiaino di polvere di vaniglia bourbon biologica
zenzero candito (facoltativo)
1 fetta sottile di panettone
Per finire
Panettone qb
rum qb
mandorle a lamelle qb
lamponi qb (o ribes)
zucchero a velo qb
Preparazione
In un pentolino versate la panna, la polvere di vaniglia, lo zucchero e l’agar agar (a freddo), mescolate bene con la frusta e mettete a scaldare sul fuoco.
Portate ad ebollizione continuando a mescolare, quindi togliete dal fuoco.
Unite il mascarpone precedentemente lavorato ed ammorbidito, mescolate bene fino ad ottenere un composto senza grumi.
In una padella antiaderente tostate la fetta di panettone, poi sbriciolatela ed unitela al composto mescolando bene.
Se amate una nota piccante tritate un pezzetto di zenzero candito ed aggiungetelo al composto di panna insieme al panettone.
Versate negli stampini e fate raffreddare, quindi riponete in frigorifero per alcune ore.
Tagliate a fettine sottili il panettone e ricavate dei dischi utilizzando un coppapasta.
Mettete un disco di panettone su ciascun piattino e bagnatelo con poco rum.
Disponete sopra ciascun dischetto una panna cotta, finite con alcune mandorle leggermente tostate in un padellino antiaderente, un lampone e cospargete leggermente di zucchero a velo.
NOTA:
Se con l’anno nuovo avete in mente di investire soldini in qualche elettrodomestico, io vi consiglio spassionatamente l’abbattitore di temperatura. Lo adoro ed è utilissimo in cucina, fare la panna cotta poi è un attimo con lui, si mettono gli stampini bollenti dentro e PUF!
Avrei voluto scriverlo subito questo post, il giorno dopo il mio ritorno da Torino.
Ma come accade spesso dopo i nostri raduni ed incontri, in questo caso molto, molto di più, sono stata travolta dalle emozioni, tanto da rendermi difficile mettere insieme ricordi, fotografie e pensieri…
Eccomi qui, una settimana dopo questa intensa e meravigliosa esperienza.
La storia di questo libro ve l’ho già raccontata nel post precedente, oggi vorrei solo lasciare traccia del mare di emozioni in cui ci siamo trovate scaraventate dentro.
Rivedere tante carissime amiche, la commozione, gli abbracci, i sorrisi ed anche le lacrime, di gioia ovviamente.
Poter finalmente toccare, sfogliare, ammirare, raccontare quel libro al quale si è creduto tanto, al quale si ha lavorato per mesi e mesi, con passione e dedizione e soprattutto in totale condivisone ed amicizia.
Si, Il Gusto della Terra ha un sapore buono, il sapore dell’amicizia.
Lo trovate in tutte le librerie, e se non avete voglia di muovervi da casa, cliccate QUI ed acquistatelo online, farete anche una buona azione ché di questi tempi c’è tanto bisogno, i diritti sono interamente devoluti alla Fondazione Banco Alimentare.
Giusto il tempo di tornare in hotel,
prepararsi e volare alla bella ed indimenticabile festa presso Spazio Docks.
Nato dall’idea e dalla voglia di fare di un gruppo di blogger, Le Bloggalline, che si sono poco per volta organizzate in una redazione ed in gruppi di lavoro dedicati e formati in base alle competenze di ciascuna.
Lo spiega bene Cristina, la nostra Capo Redazione, quella che con Lina non ha mai mollato un solo istante, e di momenti complicati ce ne sono stati…
In questo progetto ha creduto un editore,iFood, ed il libro ora è reale, stampato, VERO.
Ogni singola ricetta è stata studiata, pensata, fotografata e magari pure rifatta, rifotografata perchè non era venuta come volevamo.
L’impegno è stato tanto, tutto curato nel minimo dettaglio, ci abbiamo davvero messo il cuore e tutta la passione a nostra disposizione, oltre che tante ore di lavoro.
IL GUSTO DELLA TERRA, ha conquistato anche lo Chef Luca Montersino che ci ha donato una prefazione bellissima e che ha strappato qualche (leggasi kleenex e kleenex…) lacrimuccia.
Insomma, non vi voglio dire molto, preferisco che andiate in libreria a sfogliarlo e gustarvi il nostro lavoro!
Sappiate che i diritti d’autore sono interamente devoluti alla Fondazione Banco Alimentare, che opera contro lo spreco dei generi alimentari.
Ma ora i GRAZIE, e sono tanti.
E’ stata un’esperienza che mi ha dato tanto, si sono creati legami ed amicizie forti ed ho imparato davvero tantissime cose in questo ultimo anno…quindi,
GRAZIE alle amiche ADMIN, per avere sempre creduto insieme a me alle potenzialità di questo gruppo, andando avanti a testa bassa e lasciandosi scivolare addosso critiche sterili, cattiverie ed invidie.
GRAZIE a Cristina, Lina e tutta la redazione con cui ho lavorato in perfetta sintonia, Silvia, Meris, Giulia, grazie al team fotografico, al gruppo controllo ricette di cui sono stata coordinatrice, ed alla nostra bravissima Mary, sue le foto bellissime degli ingredienti e della copertina.
GRAZIE a NetAddiction per aver reso possibile tutto questo, e allo staff che ha seguito la pubblicazione del libro.
…e grazie alla mia famiglia che ha sopportato la mia permanenza al pc così tante ore al giorno, feriali e festivi compresi, e per aver assaggiato più e più volte il mio tortino fino a quando non è venuto come dicevo io!
Saremo a Torino per la presentazione del libro
sabato 16 Maggio 2105 alle ore 16.00.
Se volete seguirci gli hastag ufficiali sono #il gustodellaterra #iFoodBook #iFoodit