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Qualcosa di rosso

Colazione e merenda/ Diario/ Dolce/ Qualcosa di rosso

Confettura di lamponi e vaniglia

 

Ecco, lo sapevo che sarebbe successo.

Mi succede ogni anno.

Dovrei mettermi la scadenza nel calendario, proprio come faccio con le persone.

Si, per ricordarmi del compleanno del blog!

Il 12 settembre ben 4 anni.

E io non me ne ricordo mai.

MannaggiaMMè!

Sono immersa in una marea di scatoloni, pulizie e chi più ne ha…ché domani ci trasferiamo nella nuova casa, quindi nessun dolce per festeggiare.

Non ne ho avuto davvero il tempo.

Mi tocca fare l’alternativa e usare una ricetta che avevo pronta nell’archivio.

Va bene lo stesso vero?

Io vi lascio e scappo via.

Dicono che il trasloco sia una delle cose più stressanti in assoluto.

Beh. Hanno davvero ragione!

 

“Chiunque a un certo punto della vita mette su casa.

La parte difficile è costruire una casa del cuore.

Un posto non soltanto per dormire, ma anche per sognare.

Un posto dove crescere una famiglia con amore, un posto non per trovare riparo dal freddo,

ma un angolino tutto nostro da cui ammirare il cambiamento delle stagioni;

un posto non semplicemente dove far passare il tempo,

ma dove provare gioia per il resto della vita.”

Sergio Bambarén (Il guardiano del faro  2002)

 

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CONFETTURA DI LAMPONI E VANIGLIA

Ingredienti:

1 kg lamponi

800 g zucchero

1 limone (il succo)

1 cucchiaino raso di polvere di vaniglia (o i semini di un baccello)

1 cucchiaino raso di agar agar

Preparate i barattoli (vedi note).

 

Preparazione:

Lavate velocemente i lamponi sotto l’acqua corrente fredda e tamponateli delicatamente.

Poneteli in un tegame da confettura insieme allo zucchero, il succo del limone e la polvere di vaniglia.

Poertate ad ebollizione a fiamma vivace, avendo cura di seguire la cottura mescolando di tanto in tanto con un cucchiaio di legno.

Eliminate l’eventuale schiuma che si potrebbe formare sulla sueprficie aiutandovi con una schiumarola.

Sciogliete l’agar agar in una tazza mescolandolo con poca confettura calda quindi unitelo alla confettura sul fuoco e mescolate bene.

Togliete dal fuoco e versate nei barattoli (con questa quantità di frutta io ne ho ottenuti 4 di medi).

 

Preparazione dei barattoli:

Scaldate il forno a 110° per una ventina di minuti, mettete dentor i barattoli puliti e lasciateli dentro per almeno 5 minuti. Toglieteli a fateli raffreddare su uno strofinaccio.

Versate quindi la confettura o marmellata nei barattoli avendo cura di riempirli fino al bordo (aiutatevi con un piccolo mestolo per evitare di sporcare il bordo). Avvitate i coperchi e girate i barattoli sottosopra posizionandoli in un luogo buio (o coperti da uno strofinaccio), lasciandoli raffreddare completamente.

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Il prossimo post dalla casetta nuova!

A presto (speriamo!) gente!

 

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Biscotti e Frolle/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ Greenery mood/ Qualcosa di rosso

Crostatine con kiwi curd, crema mascarpone e lamponi

 

Eh niente…

Proprio nel periodo in cui uno dovrebbe prepararsi per la prova costume, alimentazione sana, tanta verdura e pochi dolci e zuccheri, sport, massaggi, estratti e centrifughe drenanti e depurativi come se non ci fosse un domani…

Quell’uno, cioè io, cosa fa invece?

Dolci, dolci e ancora dolci. E se li mangia pure in abbondanza!

Che vi devo dire?

Per prima cosa, sono golosa. Si, e pure parecchio.

Secondo in questo momento c’è un’esplosione di frutta colorata che mi invoglia ancor di più a sfornare frolle, crostate ed affini.

Alcune non riesco nemmeno a fotografarle per poterne fare un post.

Infatti mi toccherà pure rifare la crostata con le fragole che avete visto passare su Instagram, era deliziosa ed è sparita nel giro di un nanosecondo.

Vabbè, intanto beccatevi queste crostatine và!

Frolla + kiwi curd + crema mascarpone + lamponi = omammamia! (si insomma, ‘esperimento riuscito’)

Vi avanzerà del kiwi curd, ma non preoccupatevi, è buono spalmato anche su una fetta biscottata!

Ricettina?

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CROSTATINE CON KIWI CURD, CREMA MASCARPONE E LAMPONI

 

Ingredienti

Pasta sablée

150 g burro salato (o burro normale + 2 g di sale)

150 g zucchero semolato

80 g tuorlo (ca 4 tuorli uova bio) a temperatura ambiente

200 g farina macinata a pietra tipo 1

5 g lievito

½ bacca vaniglia (o ½ cucchiaino vaniglia in polvere)

Kiwi curd

300 g kiwi (circa 4)

2 cucchiai succo di limone

190 g zucchero

3 uova biologiche

100 g burro biologico morbido

1 cucchiaino di amido di mais

1 presa sale

Crema di mascarpone

250 g mascarpone

200 g panna fresca

100 g zucchero a velo

Lamponi per finire

Preparazione

Kiwi curd

Sbucciate i kiwi e riduceteli a fettine, frullate tutto con un mixer ad immersione.

In una casseruola mettete la polpa dei kiwi, il succo di limone, lo zucchero, le uova, l’amido di mais ed il sale.

Quando il composto inizia a bollire unite anche il burro a dadini e sbattete con una frusta fino a quando il composto inizierà ad addensarsi.

Versate il curd in un contenitore ermetico sterilizzato e fate raffreddare. Fatelo riposare in frigorifero per almeno un paio d’ore prima di utilizzarlo. (Si conserva in frigorifero per circa 3 settimane)

Pasta sablée

Lavorate il burro morbido a crema insieme allo zucchero e la vaniglia (o i semini estratti dalla bacca o la polvere).

Unite i tuorli e amalgamate bene. Aggiungete anche la farina setacciata con il lievito e lavorate velocemente per non far scaldare troppo l’impasto.

Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigorifero per almeno 2 ore.

Crema mascarpone

Lavorate il mascarpone a crema. Montate la panna con lo zucchero e unitela delicatamente al mascarpone.

Assemblaggio crostatine

Stendete la pasta sablée su un piano di lavoro infarinato, ritagliate la pasta leggermente più larga rispetto al diametro degli stampini che utlizzerete, sarà il vostro bordo.

Adagiatela sugli stampini precedentemente imburrati ed infarinati, fate aderire bene e ritagliate la pasta in eccesso sui bordi. Bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta e coprite con della carta forno e pesi (o legumi) per la cottura in bianco.

Cuocete a 180° per circa 20 minuti.

Sfornate e fate raffreddare.

Una volta raffreddate, farcite con il kiwi curd e successivamente coprite con la crema mascarpone.

Finite con i lamponi freschi.

Conservate in frigorifero fino al momento di servire.

 

Il KIWI CURD, una delizia!

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Un piccolo omaggio alla nuovissima fan page di Pomikaki Store di Jesolo e a Giorgia,

la mia spacciatrice di borse belle e colorate!

Colori, colori, colori!

Questo portachiavi – gelato è troppo carino!

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Io ora vi saluto e corro a preparare il trolley!

Sono in partenza per Verona,

dove IFOOD è media partner di ESPERIENZE GUSTOSE

a Villa La Mattarana, Verona, dal 6 all’8 Maggio 2016.

Non perdetevelo!

 … e seguite gli hastag #ifoodit #LeFluffose #esperienzegustose #EGV16

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Ciao gente!

 

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Colazione e merenda/ Dolce/ Qualcosa di rosso

Pancake di avena e riso allo yogurt con sciroppo d’acero, fragole e pistacchi

“Buon viaggio
Che sia un’andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
Che sia per sempre o un secondo
L’incanto sarà godersi un po’ la strada
Amore mio comunque vada
Fai le valigie
E chiudi le luci di casa

Coraggio lasciare tutto indietro e andare
Partire per ricominciare
Non c’è niente di più vero
Di un miraggio
E per quanta strada ancora c’è da fare
Amerai il finale

Share the love…

Chi ha detto
Che tutto quello che cerchiamo
Non è sul palmo di una mano
E che le stelle puoi guardarle
Solo da lontano

Ti aspetto
Dove la mia città scompare
E l’orizzonte è verticale
Ma nelle foto hai gli occhi rossi
E vieni male

Coraggio lasciare tutto indietro e andare
Partire per ricominciare
Che sei ci pensi siamo solo di passaggio
E per quanta strada ancora c’è da fare
Amerai il finale

Share the love…

In fondo è solo un mare di parole
E come un pesce puoi nuotare solamente
Quando le onde sono buone
E per quanto sia difficile spiegare
Non è importante dove
Conta solamente andare
Comunque vada
Per quanta strada ancora c’è da fare

Share the love…

Buon viaggio
Che sia un’andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
E siamo solo di passaggio
Voglio godermi solo un po’ la strada
Amore mio comunque vada
Buon viaggio

Share the love…”

“Buon viaggio (share the love)”  Cesare Cremonini

 

Oggi apro così, con una canzone che mi fa allegria, e al tempo stesso mi fa riflettere.

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Dolce/ Qualcosa di rosso/ Torte

Victoria Sponge Cake

 

 

Dura ripartire dopo questo lungo fine settimana ed un mercoledì che sembra un lunedì.

Va beh, oggi iniziamo con un po’ di storia, che dite?

La storia di una torta slurposiSSima.

Creata intorno al 1840 dalla dama di compagnia della Regina Vittoria, tale Anne Russel, duchessa di Bedford, questa torta  entrò ben presto a far parte di un rito che ancor oggi è rispettato e seguito nel Regno Unito. La duchessa di Bedford inventò infatti il rito dell’afternoon tea, servendo insieme all’amata bevanda dolci vari e sandwich.

Chiamata anche Victoria Sandwich, la Victoria Sponge Cake ricorda molto la Madeira Cake.  Il nome è ovviamente dedicato alla Regina Vittoria che durante l’afternoon tea amava consumare una fetta di questa torta. Una base di pan di Spagna arricchito da burro nell’impasto, farcita come un sandwich con confettura di frutta e crema al burro. Una torta che si presta per essere farcita nei più svariati modi.

Non è una torta complicata e non richiede particolari attenzioni, se non che è preferibile cuocere i due strati separatamente in due teglie.

A me onestamente non piace che la farcia all’interno sia perfetta, quindi volutamente ho evitato l’uso della sac à poche, spalmando la chantilly con una spatola a mò di muratore con la cazzuola!

L’effetto strabordante della farcia mi piace da morire!

Potete  utilizzare ovviamente della confettura confezionata, ma vi assicuro che farcita con una confettura di fragole fatta in casa il profumo ed il gusto sono davvero altra cosa!

Ho trovato diverse ricette nel web, ma poi mi sono basata su quella del Cavoletto, interpretandola a mio modo.

 

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VICTORIA SPONGE CAKE

 

Ingredienti

Per la Victoria sponge cake

150 g farina macinata a pietra per torte

70 g farina di riso biologica

220 g di zucchero semolato

220 g burro biologico (morbido)

4 uova biologiche medie

½ cucchiaino polvere di vaniglia biologica

1 cucchiaino di cremor tartaro (o lievito per dolci)

Per la confettura di fragole

500 g fragole

300 g zucchero semolato

½ limone non trattato

½ cucchiaino di agar agar

Per la Chantilly

300 g panna fresca

50 g zucchero a velo (+ altro per finire)

Preparazione

Per la confettura di fragole

Lavate le fragole velocemente sotto l’acqua corrente, tamponatele leggermente per eliminare l’eccesso di acqua.

Eliminate la parte verde e tagliatele in piccoli pezzetti. Versatele in una ciotola e copritele con lo zucchero, la buccia di limone ed il succo. Coprite con pellicola alimentare e fatele riposare una notte in frigorifero.

Trascorso il tempo di riposo, avrete un composto molto liquido e profumatissimo. Versatelo in una casseruola, unite l’agar agar e mettete sul fuoco, Fate sobbollire per circa 40 minuti, seguendo sempre la confettura e mescolando di tanto in tanto (eliminando la schiuma se necessario).

Versate nel vasetto e fate raffreddare. (se la consumate subito con la torta non serve fare la procedura di sotto vuoto.)

Per la Victoria sponge cake

Accendete il forno a 180°C.

Sbattete il burro morbido con lo zucchero, fino ad ottenere un composto cremoso e chiaro. Unite le uova, una alla volta; aggiungete il successivo solo quando il precedente è ben amalgamato all’impasto.

Setacciate le farine con il lievito e la polvere di vaniglia, quindi unitele a burro e zucchero mescolando con una spatola, incorporandole bene.

Foderate con la carta forno due stampi con bordo amovibile (diametro 20-22 cm), versate metà impasto su ciascuno e livellate bene con una spatola.

Infornate a 180°C per circa 20-25 minuti.

Fate raffreddare completamente.

Assemblaggio del dolce

Montate la panna fresca con lo zucchero a velo.

Spalmate generosamente con la confettura di fragole la parte inferiore della torta, coprite con una generosa dose di chantilly e coprite con l’altro disco di torta. Cospargete generosamente di zucchero a velo.

 

 

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Alla prova costume pensateci un altro giorno!

 

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Biscotti e Frolle/ Diario/ Dolce/ Dolci al cucchiaio e semifreddi/ Qualcosa di rosso

Tiramisù alle fragole con savoiardi homemade

tiramisu alle fragole con savoiardi home made

Oggi una piccola novità.

Sono stata invitata a collaborare con il portale Territori Coop con alcune mie ricette.

La loro proposta mi ha fatto davvero piacere, perché seguo e leggo Territori,

sono socia e cliente Coop da parecchi anni e ne apprezzo molto la filosofia,

l’attenzione al Territorio, alle eccellenze, alla sostenibilità, all’alimentazione dei più piccoli con prodotti dedicati.

Oggi vi presento la prima ricetta pubblicata, un Tiramisù leggero alle fragole preparato con dei savoiardi fatti in casa.

La potete leggere ovviamente anche su Territori Coop.

 

Il tiramisù non è un dolce che ha bisogno di grandi presentazioni, abbastanza semplice da preparare e che accontenta praticamente tutti, ci avete fatto caso?

A me diverte molto scoprire la storia dei piatti, ed in particolar modo dei dolci, saperne qualcosa di più.

Sulla ricetta del tiramisù ci sono state numerose discussioni, diverse teorie, ed altrettante città (e rispettive Regioni) che ne hanno rivendicato la paternità. Le uniche fonti scritte però sembrano confermare però che il dolce sia stato creato intorno agli anni ’60, dal cuoco (con la passione per la Pasticceria) di un ristorante storico di Treviso, Le Beccherie. Ebbe una felice intuizione, unendo pochi e semplici ingredienti tra loro. Tra questi semplici ingredienti i biscotti Savoiardi.

Certo, c’è chi lo prepara con il Pan di Spagna, o con altri tipi di biscotti, ma la ricetta originale prevede l’utilizzo dei savoiardi, non ci sono dubbi.

L’origine dei biscotti savoiardi non è certa. Sembra nascano nel tardo Medioevo alla corte di Amedeo di Savoia. In occasione della visita del Re di Francia venne chiesto al pasticciere di corte di creare un dolce indimenticabile. Il nome ‘Savoiardi’ fu dato infatti come omaggio ai Savoia.

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Dolce/ Dolci al cucchiaio e semifreddi/ Qualcosa di rosso

Cestini di pasta fillo, fragole, robiola e lemon curd

 

Eccomi, eccomi…

Non sono morta. Riemergo da alcuni giorni di lavoro e di influenza.

Colpo di coda dell’inverno e qualche virus rompiscatole ancora nell’aria.

Passo davvero di corsa, con un dolcino velocissimo.

Vi piace la pasta fillo? A me da impazzire!

Ultimamente ho faticato tantissimo a reperirla, nemmeno surgelata al supermercato riuscivo più a trovarla. Girati tutti, sparita. Mi ero quasi arresa.

Poco tempo fa però, ho avuto l’occasione di assaggiare una torta alle mele preparata con la pasta fillo.

Due erano le cose: o la trovavo o me la dovevo preparare io a casa.

Per fortuna, dato che tempo non ne ho tantissimo in questo periodo, l’ho trovata!

La pasta fillo mi ricorda uno dei luoghi più amati delle mie vacanze estive, la Grecia.

Phyllo, significa foglia; è una sorta di pasta sfoglia priva però di grassi, che viene preparata in numerosi e sottili fogli separati tra loro.

Si può utilizzare in tantissime preparazioni, sia dolci che salate, cotte in forno o fritte.

I dolcini che vi propongo oggi sono più difficili da spiegare che da fare.

Una delizia leggera e croccante!

Ricettina?

 

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CESTINI DI PASTA FILLO, FRAGOLE, ROBIOLA E LEMON CURD

 

Ingredienti

Per 12 cestini

1 rotolo di pasta fillo

1 cestino di fragole

300 g robiola

300 ml panna fresca

60 g zucchero a velo

burro qb

Lemon curd

2 limoni biologici grandi

2 uova biologiche

80 g burro

130 g zucchero

1 cucchiaino di amido di mais

Preparazione

Lemon curd

Lavate bene i limoni, grattugiate la buccia (soltanto la parte gialla) e spremete il succo (dovreste ottenere circa 120 g di succo).

Sciogliete il burro a bagnomaria, unite lo zucchero, il succo, la buccia di limone, e l’amido setacciato. Aggiungete anche le uova leggermente sbattute.

Fate cuocere a fiamma media per circa 10 minuti, togliete dal fuoco, fate raffreddare e poi riposare in frigorifero.

Per i cestini

Accendete il forno a 180°C.

Fate sciogliere poco burro su una piccola padella e spennellate tutti i fori di uno stampo da muffin.

Srotolate la pasta fillo sul piano di lavoro pulito, tagliatela a quadrati leggermente più grandi dei fori dello stampo da muffin (circa 14-15 cm) ed iniziate a disporre all’interno di ogni foro dei quadrati di pasta precedentemente spennellati di burro; sovrapponete 4 o 5 fogli in modo sfalsato.

Lavate le fragole, tamponatele e tagliatele a pezzettini.

Mescolate bene la robiola con 30 g di zucchero a velo, mettetene una cucchiaiata dentro ad ogni cestino, un cucchiaino anche di lemon curd e finite con le fragole a pezzetti. ripiegate la pasta fillo sopra alla farcia, spennellando di burro per farla aderire.

Infornate a 180°C per circa 10 minuti, comunque fino a quando saranno belli dorati.

Montate la panna insieme al restante zucchero a velo.

Fate intiepidire leggermente i cestini e serviteli cosparsi di zucchero a velo, ed una cucchiaiata abbondante di chantilly.

NOTE:

Questi cestini vanno consumati appena dopo la cottura.
Se preferite prepararli in anticipo, potete in alternativa cuocere i cestini senza ripieno, e farcirli prima di servirli con yogurt greco mescolato con zucchero a velo e lemon curd (quantià a vostro piacere), finendo con delle fettine di fragole, zucchero a velo e chantilly.

 

 

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In alternativa,

cuocere i cestini senza ripieno e riempirli all’ultimo con yogurt greco,

lemon curd e fragole fresche.

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Buon LUNGO fine settimana!

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Biscotti e Frolle/ Dolce/ Qualcosa di rosso

Shortbread con fragole e chantilly al limone

 

Gli shortbread sono dei tipici biscotti scozzesi, molto burrosi e friabili.

Molto diffusi anche nel Regno Unito, lo shortbread tradizionale va preparato di norma mescolando una parte di zucchero, due di burro e tre parti di farina.

Le forme tradizionali sono tre, shortbread fingers, quella rettangolare e spessa, bucherellata con i rebbi di una forchetta, round shortbread, quella rotonda, come questi ed infine la petticoat tails, un unico grande biscottone rotondo tagliato in spicchi.

Short, termine ormai un po’ in disuso, sta per friabile, ed infatti la particolarità di questi biscotti è, oltre alla burrosità, la friabilità che si forma dopo il  loro raffreddamento.

Questa ricetta arriva dal calendario di ‘Jamie Magazine’, io ho usato due tipi di farina, ché la 00 non la utilizzo, e messo la buccia di limone nella chantilly.

Shortbread + chantilly + fragole = piatto vuoto in un nanosecondo.

 

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SHORTBREAD CON FRAGOLE E CHANTILLY AL LIMONE

Dal Calendario di Jamie Magazine

Ingredienti

Per 8-10 porzioni

100 g burro biologico (morbido)

55 g zucchero semolato

100 g farina macinata a pietra (tipo 1 per dolci)

50 g farina di riso biologica

½ cucchiaino di polvere di vaniglia

300 ml panna fresca

30 g zucchero a velo

buccia di mezzo limone non trattato

200 g fragole

Preparazione

Nella planetaria (o in un recipiente) lavorate insieme con la foglia (o frusta K) il burro morbido e lo zucchero, fino ad ottenere una crema morbida.

Unite la vaniglia e le due farine setacciate, formate l’impasto e create un salsicciotto. Avvolgetelo nella pellicola trasparente, fatelo riposare e rassodare per almeno un’ora in frigorifero.

Accendete il forno a 180°C.

Affettate il salsicciotto in fettine da 1 cm circa, quindi disponetele su una teglia coperta di carta forno.

Infornate per 8-10 minuti, fino a quando saranno leggermente dorati. Sfornate e fate raffreddare nella teglia, sono molto fragili, si induriranno raffreddandosi.

Montate la panna con lo zucchero e velo e la buccia di limone.

Servite gli shortbread con la panna spalmata all’interno e qualche fettina di fragola.

NOTE:

Li potete conservare in una scatola di latta o in un contenitore a chiusura ermetica.

 

 

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Buon fine settimana gente!!!

 

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Dolce/ Dolci al cucchiaio e semifreddi/ Qualcosa di rosso

La Pavlova

 

 

Tra le cose che mi portano indietro nel tempo, alla mia infanzia, c’è sicuramente la panna.

Ricordi di bambina, a Venezia.

Ora non esistono praticamente più ma, quando ci abitavo io, c’erano le latterie dove, oltre a latte, burro, formaggi si poteva comperare anche la panna montata.

Era proprio uso, quando si andava in visita dai parenti, portare una vaschetta di panna montata con gli storti, che altro non erano che dei coni di cialda croccante, che ognuno poi riempiva con la panna.

La gioia di noi bambini! Ricordo che invidiavo gli adulti che tuffavano qualche cucchiaino di panna anche nel caffé che veniva loro offerto.

Questa torta pannosissima mi porta indietro nel tempo. Una montagna di dolcezza, morbida e croccante al tempo stesso, guarnita con la frutta fresca, è sempre una gioia per occhi e palato.

Ha un nome russo, ma non è russa per niente. Russa però era la ballerina a cui fu dedicata.

Anna Matveyevna Pavlova fu la più grande ballerina di inizio ‘900, donna di grande talento, enigmatica e misteriosa. Negli anni ’20 si trovava in tour in Australia e Nuova Zelanda, sembra che proprio nel 1926, il cuoco di un Hotel di Wellington, in Nuova Zelanda, le dedicò questo dolce.

Di lei si diceva “Non danza, si libra in aria come se avesse le ali”, la sua più grande interpretazione fu Il Lago dei Cigni.

Ma non confondetemi la meringa con la Pavlova!

La differenza tra le due preparazioni sta negli ingredienti.

Oltre ad albume e zucchero previsti per la meringa, nell’impasto della Pavlova ci vanno anche amido di mais ed aceto, che rendono questo dolce croccante all’esterno e morbido all’interno.

Per la buona riuscita del dolce è importante utilizzare albumi vecchi, quindi non buttateli mai quando vi avanzano!

Conservateli in frigorifero oppure surgelateli, al momento più opportuno preparatevi una bella Pavlova, che ha sempre un suo perché!

 

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PAVLOVA

Ingredienti:

Per la meringa

150 g di albume (sono circa 4 di uova biologiche)

220 g zucchero semolato (ma va bene anche di canna)

15 g di amido di mais (ca 3 cucchiaini)

10 ml aceto bianco (o di mele) (1 cucchiaio)

1 cucchiaino di polvere di vaniglia biologica

Per guarnire

400 g panna fresca

40 g zucchero a velo

1 vaschetta lamponi

1 frutto della passione

 

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Preparazione

Accendete il forno, meglio a temperatura più elevata di quela di cottura, 140-150°, perché una volta aperto per inserire il dolce la temperatura si abbasserà.

Montate gli albumi in planetaria con la frusta a velocità elevata.

Quando inizia a montare, aggiungete parte dello zucchero, circa la metà. Attendete che venga ben incorporato, quindi aggiungete il restante zucchero a cucchiaiate, attendendo sempre che venga assorbito prima di aggiungerne altro.

Quando otterrete una meringa bella soffice e ben montata, aggiungete anche l’amido di mais setacciato e l’aceto, fate andare ancora pochi secondi.

Sistemate un foglio di carta forno in una teglia. (Per praticità io disegno sul retro della carta forno un cerchio del diametro di circa 18-20 cm così ho un riferimento per dare la forma al mio dolce) Bagnate leggermente il foglio sotto così da farlo aderire bene alla teglia, e spolverate leggermente di maizena per evitare che la meringa si attacchi.

Ora potete decidere come disporre la meringa, semplicemente con una spatola oppure aiutandovi con la sac à poche.

Io verso il composto al centro del cerchio che mi sono disegnata, dandole forma con una spatola o il dorso di un cucchiaio. Cerco di formare anche un piccolo avallamento al centro dove lo riempirò di panna.

Cuocete per circa 1 ora e 10 minuti a 120°, forno statico (ma verificate la cottura con il vostro forno ed in caso aumentate o diminuite il tempo di cottura).

Non deve diventare scura ma rimanere bella chiara e, una volta cotta, deve essere bella croccante all’esterno.

Spegnete e fate raffreddare in forno con lo sportello socchiuso (utilizzate un cucchiaio di legno infilato tra sportello e forno).

Quando è completamente raffreddata, spostatela delicatamente su un piatto e guarnitela con la chantilly che avrete preparato montando la panna fresca e lo zucchero a velo.

Finite con la polpa del frutto della passione ed i lamponi.

CONSIGLI:
Gli albumi è consigliabile siano un po’ ‘vecchi’ e a temperatura ambiente.
Preferibile montarli in un contenitore di vetro o di metallo.
La Pavlova cotta perfettamente sarà bella chiara e croccante all’esterno (potete provare la cottura picchiettandola delicatamente con un cucchiaio di legno), e morbida all’interno, con una consistenza tipo marshmallow.
Data la dolcezza sia della base che della Chantilly è preferibile utilizzare frutta fresca acidula, frutti di bosco, kiwi, frutto della passione, fragole, mango, pesca…insomma potete sbizzarrirvi.

 

Tuffatevi pure dentro!

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Se mi stanco di farla?

Che dite?

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Enjoy!

 

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Diario/ Dolce/ Qualcosa di rosso

Parlarsi è un’altra cosa … Ghiaccioli alla ciliegia, yogurt, menta e vaniglia

 

Osservavo una famiglia accanto al nostro tavolo venerdì sera.

Dopo la serata vintage che ho organizzato con la mia amica Loredana presso InOFFICINA, posto bellissimo, un co-working dove la creatività trabocca e coinvolge  (qualche foto della serata a fine post… ), siamo andati a cena tutti insieme, bimbi compresi.
E’ triste vedere una famiglia, che anche durante il pasto, anziché condividere e parlare, rimane connessa (ognuno per conto suo beninteso..), forchetta da una parte e cellulare dall’altra.
Leggevo di una ricerca inglese che ha dato l’allarme sull’abuso di tablet e smartphone.
Possono addirittura compromettere le capacità relazionali dei ragazzini, facendoli diventare degli adulti incapaci di gestire dei rapporti umani.
Non è terribile?
Io ogni tanto (anzi spesso) ricordo alla mia undicenne di essere sopravvissuta senza cellulare fino al momento in cui aspettavo lei.
34 anni.
Come ho fatto prima senza cellulare? Noi, come abbiamo fatto?
Semplicemente non ne avevamo bisogno.
Uscivamo in strada e c’erano i nostri amici.
Avevamo tempo per leggere, per giocare, per annoiarci, per fantasticare, questo ci ha permesso di sviluppare capacità empatiche e relazionali, nonché la creatività e, cosa non da poco a mio avviso, discrete doti di problem solving (della serie che noi le cose le risolvevamo da soli, mica si andava a chiamare la mamma per ogni cavolata…).

Continue Reading…

Colazione e merenda/ Diario/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ Qualcosa di rosso

Il piacere del km0 … Cherry bread con glassa al limoncello

 

Tra i (Tanti? Pochi? Mah?) vantaggi delle piccole città, c’è anche questo.

Nella campagna veneta, ed anche nella provincia dove abito, Treviso, non è affatto raro trovare appena fuori dal centro, aziende agricole che vendono direttamente al pubblico i loro prodotti.
Il vero Km0!
Per me è una gran soddisfazione potermi fermare lungo la strada, entrare in questi posti e venirmene via con la mia cassettina di frutta ed ortaggi!
Fu così che un sabato pomeriggio, nei dintorni di Casale sul Sile, portando la pischella a fare un torneo di tennis, vediamo questo cartello lungo la strada.
Sono piaceri veri anche questi.
Oggi vi lascio anche la ricetta del limoncello che ho preparato la scorsa estate, di ritorno dalle vacanze, con i limoni che ho acquistato in Calabria.
Non ho mai postato questa ricetta perché le foto della bottiglia non mi piacevano, niente da fare, ‘na battaglia.
Si, si, ci ho provato diverse volte, angolazioni diverse, sfondo diverso … uno schifo.
Anche questa non mi piace nemmeno un po’…
Ma approfitto di questo post e della buonissima glassa che ho preparato per questa cake, per lasciarvi la ricetta del limoncello, donatami dalla mia amica pugliese Mariangela.
Quindi, superato lo scoglio del fotografare ‘robe lunghe e strette’ (mie difficoltà passate con le foto di plumcake ed affini….), mi metterò alla ricerca di qualche tutorial per superare pure lo scoglio delle bottiglie.
Bye!

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Colazione e merenda/ Diario/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ Qualcosa di rosso

C’è bisogno di ottimismo … Cherry Pie

Intorno a me, tra le persone che conosco, sento tanta sfiducia, tanti timori.

E tanto pessimismo.
Certo non è un bel periodo.
Tante persone che perdono il lavoro, crisi, difficoltà, un panorama politico che davvero non fa ben sperare.
Ma l’ottimismo bisogna coltivarlo sempre, e comunque.
Pensare positivo non può che aiutarci a vivere meglio.
Essere ottimisti non significa essere sciocchi, o superficiali.
L’ottimismo è una chiave di lettura della realtà.
Non abbiamo molte possibilità a disposizione, possiamo vedere il lato negativo delle cose che ci accadono, o invece coglierne gli aspetti positivi.
Se ci fermiamo all’aspetto negativo di ciò che ci accade, rimaniamo impigliati, paralizzati, e non riusciamo più ad uscirne.
Se, diversamente, cerchiamo di non rimanere imprigionati nelle difficoltà, e cerchiamo degli spiragli positivi per uscirne, non possiamo che uscirne più forti e fiduciosi di prima.
Ecco come iniziare questa settimana.

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