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Piatti unici/ Salato

Shakshuka

 

 

“Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati.

Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare.”

Jack Kerouac

Shakshuka, o Shakshouka, nome difficile da pronunciare, nel tentare di farlo la lingua mi si attorciglia.

Posso solo dirvi che adoro questa ricetta! Mi è piaciuta troppiSSimo!

Ho visto alcune foto su Pinterest, social che per me è una droga... eh si, quando ci entro, finisce che rimango lì a scorrere e pinnare foto come se non ci fosse un domani.

È partito tutto così insomma, ho visto alcune foto, piccola ricerca di storia e ricetta ed ecco qui, fatta, fotografata velocemente e sbafata subito ché è buona calda calda e con l’ovetto cotto al punto giusto, né troppo, né troppo poco.

Di versioni sul web ne ho trovate parecchie, io alla fine mi sono fermata da loro, ché sono bravi e a me piacciono molto, anche se confesso che qualche piccola modifica/aggiunta l’ho fatta.

La shakshuka è probabilmente di origine nord africana (in berbero infatti significa ‘mistura’), importata successivamente nella cucina israeliana dagli ebrei tunisini immigrati in Israele, viene servita di solito a colazione o cena accompagnata da un’insalata e, necessariamente dal pane, ché qui la scarpetta è assolutamente d’obbligo.

Potete decidere di prepararla in una unica padella e poi servirla nei piatti, oppure presentarla direttamente in piccole padelline monoporzione.

Io ho preferito la seconda possibilità (adoro ‘sto padellino e appena ne ho la possibilità lo uso!).

Ricettina?

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SHAKSHUKA 

 

Ingredienti (Dosi per 4 persone)

4 uova

600 g polpa di pomodoro

1 spicchio d’aglio

½ cipolla dorata

2 pomodori

4 friggitelli

½ peperone

1 peperoncino piccante fresco (o secco)

1 cucchiaino ca. di cumino

paprika qb

olio evo qb

Preparazione

In una padella dal fondo spesso e sufficientemente capiente, fate rosolare con poco olio evo la cipolla tritata finemente e lo spicchio d’aglio intero e schiacciato.

Unite i pomodori tagliati a dadini e i peperoni privati dei semi e filamenti e tagliati a piccole listarelle, fate cuocere qualche minuto.

Unite la polpa di pomodoro, poca acqua, una presa di zucchero per regolare l’acidità, il sale, il cumino e la paprica, eliminate lo spicchio d’aglio ed unite il peperoncino piccante tagliato a pezzetti.

Ponete all’interno anche i friggitelli a cui avrete eliminato il picciolo e i semi interni, lasciate cuocere a fiamma bassa, fino a quando si saranno cotte le verdure ed il sugo ristretto.

Una volta pronto unite le uova, ben distanziate tra loro, facendo attenzione a non rompere il tuorlo, e cercando di farle rimanere in superficie.

Continuate la cottura fino a quando l’albume sarà rassodato ed il tuorlo leggermente velato.

Servite ben caldo.

 

Accompagnare con taaaanto pane per la ‘scarpetta’!

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Buona settimana gente!

 

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Antipasti/ Greenery mood/ Piatti unici/ Salato

Crab & avocado sandwich a San Diego: la #California con Morato

 

8 blogger, 8 ricette ed 8 tappe da Nord a Sud per scoprire la #CALIFORNIA , accompagnandovi in un tour virtuale, per il concorso #italialovesamerica di Morato Pane.

Il racconto delle varie tappe nei post delle amiche blogger che mi hanno preceduta, mi ha fatto in parte ripercorrere un viaggio studio fatto tanti anni fa quando, appena ventenne, sono partita alla volta di S. Francisco.
Primo volo aereo, primo viaggio da sola, quasi due mesi distante dalla famiglia e ad attendermi parenti americani che non avevo mai incontrato.
Ho visitato diverse località, ma solo fino a Big Sur, ero troppo giovane e timorosa per andarmene a spasso per la California tutta sola, quindi spingermi oltre e portarvi virtualmente a S. Diego, nella settima tappa di questo viaggio, per me è un enorme piacere!

Per respirare a fondo l’atmosfera californiana, bisogna davvero cavalcare l’onda e raggiungere S. Diego!
Città dall’influenza messicana, movimentata, giovane, ricca e curata, con le sue lunghe e sconfinate spiagge, le alte palme ai lati delle strade, il clima mite durante tutto l’anno, S. Diego è la città californiana per eccellenza.

San Diego collage_2foto credits Lucia e Valentina de Pianeta cucina e i suoi satelliti

 

Situata poco sopra al confine messicano, S. Diego un tempo era una Missione francescana, di cui conserva ancora le atmosfere tra gli edifici della città vecchia, il suo cuore messicano infatti pulsa ancora nella Old Town.
Da Balboa Park con i suoi innumerevoli musei e spazi espositivi, alla vita notturna del Gaslamp Quarter con i suoi ristoranti e locali, la Jolla, il quartiere ‘gioiello’ con le sue spiagge scogliose, passando per Mission Bay e le sue 27 miglia di spiaggia, e arrivando a Coronado Island ed alla sua bellissima spiaggia, insomma S. Diego con il suo mix di storia, natura, sport e movida, offre tantissimo al visitatore ed è davvero una tappa imperdibile!

Il legame degli abitanti con il mare è molto forte a S. Diego, anche nella cucina. Perché non proporvi quindi un sandwich dove il granchio, è abbinato all’avocado, frutto di cui la contea di S. Diego è uno dei maggiori produttori?

 

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CRAB & AVOCADO SANDWICH a SAN DIEGO: la #CALIFORNIA CON MORATO

 

Ingredienti

Ingredienti per 4 persone

1 confezione di American Sandwich Classico Morato

700 g di chele di Granciporro (oppure polpa di granchio confezionata)

8 fette di Emmental (o altro formaggio filante)

3 avocado maturi

1 limone biologico

2 lime

7-8 pomodori datterino

1 cipollotto

Sale qb

1 Peperoncino verde Jalapeno (facoltativo)

foglie di insalata qb (scarola o gentile)

Pepe bianco qb

Olio evo qb

Preparazione

Preparate la salsa guacamole: sbucciate 2 avocado, eliminate il nocciolo e schiacciate la polpa con i rebbi di una forchetta.

Unite il succo dei lime, il cipollotto tritato, i pomodori datterino tagliati a piccoli cubetti ed il peperoncino jalapeno tagliato a pezzetti (se desiderate un guacamole piccante), regolate di sale e pepe e tenete da parte.

Se utilizzate le chele di granchio, lessatele per 10-12 minuti, fatele raffreddare un po’ quindi , utilizzando uno schiaccianoci, rompetele per estrarne la polpa. Eliminate eventuali cartilagini e fate attenzione ad eliminare tutte le schegge.

Condite con sale, pepe, succo e un po’ di scorza grattugiata del limone (nel caso utilizziate polpa di granchio confezionata, eliminate il liquido, strizzatela bene, controllate che non ci siano cartilagini, e condite come sopra).

Tostate le fette di pane su un solo lato, disponete le fette di emmental sulla fetta inferiore di ciascun sandwich e passatela sotto al grill per alcuni minuti affinché si sciolga leggermente.

Disponete sopra al formaggio una foglia di insalata (precedentemente lavata ed asciugata), abbondante salsa guacamole, della polpa di granchio e finite con delle fette sottili di avocado. Spalmate poco guacamole sulla seconda fetta quindi chiudete il sandwich e servite subito.

 

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Il sandwich ve lo offro io,

voi lasciatevi catturare dall’aria rilassata e vacanziera che si respira a S. Diego,

immaginatevi seduti in un locale sulla baia, ad ascoltare musica, guardando i surfisti che cavalcano le onde dell’oceano, in attesa del tramonto.

Magari il sogno si realizza quindi forza! Cosa aspettate a partecipare?

 

Qui  il regolamento completo!
Avete tempo fino al 14 Dicembre 2015!

L’ottava e ultima tappa del nostro viaggio sarà con Vatinee a Palm Springs!
Stay tuned!

 

#sponsorizzato Morato Pane

 

 

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Piatti unici/ Primi piatti/ Salato

Cous cous mediterraneo di mare e di terra

Una pietanza che amo preparare spesso, variandola con ingredienti diversi.

Ricetta che nasce in collaborazione con Territori Coop.

Piatto di origine araba e simbolo della convivialità, una pietanza che fa da legante, accomunando culture e popoli diversi.

Il cous cous è un piatto che evoca l’Oriente, notti sahariane di luna e cieli stellati, le carovane tra le dune, il tè nel deserto, non a caso è una preparazione originaria e tipica del Nord Africa, in particolare delle popolazioni berbere del Maghreb. Il cous cous è un piatto antico, la sua storia è paragonabile solo a quella del pane o del riso, una leggenda ne narra la nascita addirittura tra il 970 e il 930 prima di Cristo.

Nato come alimento ‘povero’, viene ottenuto dal grano duro, Triticum durum, (in alcune regioni anche da orzo o miglio), che viene macinato grossolanamente. La semola ottenuta viene cosparsa d’acqua e lavorata a lungo con le mani fino ad ottenere tante piccole pallottoline, queste vengono poi passate al setaccio al fine di ottenere piccoli granelli del diametro di un millimetro circa. Vengono poi fatti essiccare al sole e successivamente cotti in speciali pentole di terracotta, formate da due tegami sovrapposti dove, nella parte inferiore vengono cotte le verdure e/o la carne, e nella parte superiore forata, cuoce la semola, che in questo modo assorbe tutti i profumi ed aromi che provengono dal brodo sottostante.

La preparazione originaria della semola e della successiva cottura è abbastanza lunga e laboriosa, oggi la sua produzione è in gran parte meccanizzata e la semola viene ormai commercializzata in tutto il mondo; solitamente la si trova in commercio precotta, viene infatti essiccata dopo essere stata cotta al vapore, così da rendere davvero veloce la sua preparazione, con la sola aggiunta di acqua o brodo bollente per farla rinvenire.

Piatto davvero mutevole, ogni paese ha la sua tradizione. In Marocco viene preparato con i 7 ortaggi (numero magico che evoca molte credenze tra il popolo berbero) o con carne di montone, ceci ed anche uvetta, in Tunisia viene servito con il pesce oppure con agnello o pollo ed accompagnato da una salsa piccante, la harissa, a base di peperoncini piccanti pestati con aglio e spezie, tra le quali il coriandolo e il carvi, e non manca la versione dolce, il mestuf, in cui la semola viene servita con miele, frutta fresca e secca e spezie profumate.
Pellegrino Artusi scriveva ”E’ un piatto di origine araba che i discendenti di Mose’ e di Giacobbe hanno, nelle loro peregrinazioni, portato in giro per il mondo”.

La diffusione di questa pietanza nei paesi del Mediterraneo avvenne soprattutto grazie agli ‘uomini di mare’, per primi gli arabi, ma anche i mercanti di spezie ed i pescatori, che giunsero in Spagna, Francia ed in Italia. In alcune regioni italiane il suo consumo è molto radicato. In Sardegna, a Carloforte troviamo il cascà, preparato con verdure di stagione, legumi e spezie, la cui tradizione deriva dai pescatori di corallo liguri che, in arrivo dall’isoletta tunisina di Tabarca, si stabilirono sull’Isola di san Pietro. Troviamo il cous cous anche nella cucina pantesca sempre grazie agli scambi culturali con la vicina Tunisia, qui preparato con pesce, molluschi ed ortaggi, ma anche a Livorno dove viene invece preparato con verdure e polpettine di carne. In Sicilia, in particolare nei territori tra Favignana, Marsala, Mazara del Vallo, Trapani e San Vito lo Capo, è un piatto tradizionale, il cuscussù trapanese ad esempio viene condito con una zuppa di pesce misto, con aggiunta di pomodoro e mandorle.

Da 18 anni¸ a San Vito lo Capo, durante il mese di Settembre, ha luogo un importante Festival che vede protagonista questa pietanza. Il Cous Cous Fest promuove la conoscenza, lo scambio e l’integrazione culturale tra i popoli del Mediterraneo, molto diversi tra loro per tradizioni, cultura e religioni, ma accomunati dalla passione per il cibo e da questa pietanza speciale.
La ricetta che vi propongo è una mia versione, a metà strada tra il cuscusù trapanese e il cous cous alla pantesca. Piatto unico un po’ laborioso ma, vi assicuro, di sicuro successo!

 

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COUS COUS MEDITERRANEO DI MARE E DI TERRA

 

Ingredienti

Dosi per 4-6 persone

300 g cous cous integrale

2 zucchine

1 melanzana

4 pomodori maturi

1 cipolla di Tropea

3 spicchi d’aglio

1kg cozze

300 g gamberi

250 g calamari (circa 4 di media grandezza)

500 g pesce (filetto di San Pietro, scorfano, gallinella)

Vino bianco secco

Passata di pomodoro qb

Brodo vegetale qb

Prezzemolo fresco qb

Basilico fresco qb

Olio evo qb

Sale qb

Pepe bianco qb

Peperoncino (a piacere)

Preparazione

Per prima cosa procedete alla pulizia delle cozze. Eliminate le cozze rotte o semiaperte, quindi spazzolatele sotto l’acqua corrente una ad una utilizzando una spazzolina dura di saggina (o una paglietta da cucina), se dovessero presentare incrostazioni potrete eliminarle facilmente con la lama di un coltello.

Lasciatele a bagno in una bacinella piena d’acqua salata per una mezz’ora affinché eliminino eventuali impurità.

Eliminate la barbetta che fuoriesce dalla conchiglia (il bisso che permette alla cozza di rimanere ancorata agli scogli), sciacquatele un’ultima volta sotto l’acqua corrente quindi riponetele in una casseruola con poco olio evo ed uno spicchio d’aglio schiacciato. Mettetele sul fuoco, non appena inizierà a sfrigolare, sfumate con pochissimo vino bianco, fate evaporare quindi coprite con un coperchio e lasciatele aprire completamente, ci vorranno 6-7 minuti.

Toglietele dal fuoco, sgusciatele in un piatto e conservatene una decina con la conchiglia per decorare il piatto. Filtrate il liquido delle cozze con un colino a fori ben stretti per eliminare tutte le impurità, tenete da parte.

Pulite e sfilettate il pesce, riducendo la polpa in piccoli pezzi. Lavate i calamari, puliteli eliminando la pelle, le interiora, gli occhi e la bocca, tagliateli a listarelle, lavate e pulite anche i gamberi.

Fate soffriggere in una padella capiente poco olio evo ed uno spicchio d’aglio schiacciato, unite la polpa di pesce, i calamari ed i gamberi. Salate e fate cuocere a fuoco vivace, unite il prezzemolo fresco lavato e spezzettato con le mani, quindi togliete dal fuoco e tenete da parte.

Lavate le verdure e riducetele in piccoli dadini, ad eccezione della cipolla che taglierete a fettine sottili.

Eliminate la buccia dei pomodori e tagliateli a cubotti.

Fate soffriggere tutte le verdure in un’altra padella con olio e uno spicchio d’aglio schiacciato, unite per ultimi la cipolla ed il pomodoro tagliato a cubetti. Unite della salsa di pomodoro (quantità a vostro piacere a seconda di quanto rosso volete il vostro cous cous).

Regolate di sale, pepe (o peperoncino, a piacere, se lo preferite un po’ più piccante) e lasciate cuocere ancora per una decina di minuti. Unite il basilico fresco lavato e tenete da parte.

Procedete alla preparazione del cous cous seguendo le indicazioni riportate sulla confezione.

Il metodo base è il seguente: sciacquate la semola sotto l’acqua corrente, versatela in una casseruola, unite poco olio e sgranate bene i chicchi con una forchetta.

Aggiungete il liquido/brodo bollente (composto in questo caso dal liquido di cottura delle cozze precedentemente filtrato, mescolato con dell’altro brodo vegetale) quantità pari al volume del cous cous, mescolate bene, coprite e lasciate riposare e gonfiare per una decina di minuti.

Trascorso il tempo, unite qualche cucchiaio d’olio e sgranatelo con una forchetta (o con le mani) affinché i chicchi rimangano ben separati, quindi mescolatelo alla verdure tenendo da parte un po’ di salsa di pomodoro con cui finirete il piatto.

Unite anche il pesce e parte delle cozze. Versate in un ampio piatto di portata, completate finendo il piatto con le rimanenti cozze e la salsa di cottura delle verdure tenuta da parte.

 

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Trovate la ricetta anche su

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A presto!

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Piatti unici/ Salato/ Secondi di pesce

Calamari ripieni con pomodori datterino confit

 

Oggi vi propongo la mia ricetta, pubblicata nel mese di agosto su Territori Coop.

Adoro pesce molluschi e crostacei, in particolar modo i calamari.

Mi piace presentarli in modo diverso ed abbinarli ai prodotti che la stagione offre, in questo caso dei datterino profumatissimi.

Un secondo piatto molto estivo, leggero e profumato e, a mio avviso, davvero irresistibile.

 

Da dove iniziamo? Dai calamari?
Fanno parte della famiglia dei molluschi cefalopodi (dal greco kephale e podos , ovvero testa con piedi), trovano ampio utilizzo nelle ricette di mare, sono molto versatili e si prestano a diversi tipi di preparazione.
I calamari qualche volta vengono confusi con i totani, la principale differenza tra loro sta nelle pinne, che nel calamaro coprono circa metà della lunghezza della sacca, mentre nel totano sono inserite nell’estremità inferiore.

Il calamaro ha carni di colore bianco rosato, con una pelle rosso violacea (dev’essere di questo colore se volete un prodotto fresco), due larghe pinne lungo il corpo e 10 tentacoli, di cui due più lunghi. La loro carne è delicata, magra e gustosa, ricca di sali minerali quali sodio, potassio, fosforo e magnesio, una discreta dose di proteine e pochi grassi, è ottima cotta al forno ed in umido, ma anche fritta e alla piastra.

Grazie al loro corpo conico, si prestano in modo particolare ad essere farciti, in questo caso sarà necessario procurarsi dei calamari medio/grandi, vi sarà più semplice riempirli. Dalla Spagna alla Grecia, ma ovviamente anche in Italia, i calamari ripieni sono un vero classico della cucina di mare, ne troviamo innumerevoli versioni e ricette.
Che siano cotti al forno, in tegame, con il pomodoro o in bianco mettono sempre tutti d’accordo.

Ogni Paese, Regione, ha le sue ricette e modo di prepararli, ed anche più di uno. A me piacciono tantissimo anche ‘in umido’ ed un po’ piccanti, come li ho mangiati in Spagna diversi anni fa, presentati in un tegame di coccio super mega bollente e accompagnati da tante fette di pane abbrustolito!

Nella ricetta che vi propongo, accompagnati con i datterino confit, vanno cotti rigorosamente in bianco e con un ripieno sapido, aromatico ma molto semplice.
Sapete da cosa deriva la parola confit? Dal francese confire, candire, conservare.

Si tratta di una tecnica di conservazione abbastanza antica, che ha le sue origini nel Medioevo, in Francia. Una cottura a bassa temperatura, inizialmente utilizzata per conservare la carne principalmente di anatra e di oca, carni che diversamente si sarebbero rovinate in brevissimo tempo.

Il principio di questo metodo è quello di eliminare il più possibile l’acqua contenuta nel prodotto, causa principale del deterioramento degli alimenti. Alla cottura a bassa temperatura venivano abbinati o zucchero o aceto o grassi animali, che aiutavano nel preservare gli alimenti.

Solo successivamente questo metodo è stato utilizzato anche per verdure ed ortaggi, con risultati peraltro ottimi, perché questo tipo di cottura esalta molto il sapore naturale, mantenendo intatta la struttura dell’ingrediente.
Potete utilizzare i pomodori che preferite, normalmente vengono utilizzati i pomodori ciliegino, molto buoni, io ve la propongo con i datterino, leggermente più dolci, ai quali in cottura, oltre allo zucchero ed agli aromi, aggiungo anche la buccia del limone che crea un piacevolissimo contrasto.

Vi consiglio di prepararne una dose abbondante dato che è necessario tenere acceso il forno per svariate ore, per questo motivo ho indicato ingredienti per 1 kg di pomodori, una volta cotti e raffreddati potrete tranquillamente conservarli in frigorifero per alcuni giorni.
Sono perfetti da soli come antipasto, su una fetta di pane abbrustolito, ma anche come condimento della pasta o del riso (sia caldi che freddi), su pizze e focacce e, ovviamente, per accompagnare secondi di carne o di pesce.

Insomma, io li considero un goloso passe-partout!

 

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CALAMARI RIPIENI CON POMODORI DATTERINO CONFIT

 

Ingredienti

Calamari ripieni

8 calamari medio/grandi

2 uova biologiche

Pane grattugiato qb

2 spicchi d’aglio

4-5 cucchiai di Grana Padano grattugiato

3-4 acciughe

Prezzemolo fresco qb

Basilico fresco qb

2-3 pomodori secchi

1 peperoncino

Olio evo qb

Sale integrale qb

Pepe bianco qb

Vino bianco secco qb (per sfumare)

Pomodori datterino confit

1 kg pomodorini datterino (o ciliegino)

3 cucchiai di zucchero

3 spicchi d’aglio

2 limoni biologici (buccia)

Timo fresco qb (meglio se limonato)

Sale qb

Pepe bianco qb

Olio evo qb

Preparazione

Per i pomodori datterino confit

Lavate ed asciugate accuratamente i pomodori datterino (o ciliegino). Tagliateli a metà nel senso della lunghezza e disponeteli su una teglia rivestita di carta forno (per 1 kg di pomodori ve ne servirà più di una), uno accanto all’altro e con la parte tagliata rivolta verso l’alto.

Tritate finemente l’aglio (privato dell’anima), grattugiate la buccia del limone e lavate le foglioline di timo sotto l’acqua corrente.

Cospargete i pomodorini con lo zucchero in modo uniforme, poi anche con l’aglio tritato e la buccia del limone. Distribuite sopra le foglioline di timo, salate e pepate e cospargete con un filo d’olio evo, quindi infornate a 100° per circa 3 ore (è anche possibile ridurre il tempo di cottura a un’ora e mezza/due aumentando la temperatura a 130-140°, ma il risultato è migliore con la temperatura a 100°).

Per i calamari ripieni

Pulite i calamari, staccate i tentacoli dalle sacche, eliminate la bocca, gli occhi, la pelle che riveste le sacche, la cartilagine interna e le interiora, quindi lavateli bene sotto l’acqua corrente.

Tagliate i tentacoli in piccoli pezzetti.

Fate rosolare uno spicchio d’aglio tritato con un filo d’olio evo in una padella dal fondo spesso, unite le acciughe spezzettate ed i trito di tentacoli, lasciate saltare alcuni minuti.

Versate il composto in una ciotola ed unite le uova, basilico e prezzemolo lavati e tritati ed il Grana Padano grattugiato.

Mescolate bene, regolate di sale e pepe ed unite anche il pane grattugiato, tanto quanto ve ne chiederà il composto, dovrà rimanere abbastanza morbido.

Aiutandovi con un cucchiaino, riempite le sacche dei calamari con il composto preparato, chiudetele con uno stecchino. Fate attenzione a non riempirli troppo, in cottura le sacche si ritireranno leggermente e potrebbe fuoriuscire il ripieno.

Tritate i pomodori secchi insieme al peperoncino.

Fate rosolare i calamari in una padella dal fondo spesso (anche la stessa usata precedentemente per cuocere i tentacoli) con olio, lo spicchio d’aglio schiacciato e il trito di pomodori secchi e peperoncino, salate.

Una volta rosolati bene su tutti i lati, sfumate con poco vino bianco, fate evaporare e, se necessario, unite poca acqua e fate cuocere a fiamma vivace per 15-20 minuti, comunque fino a quando saranno ben rosolati.

Eliminate gli stecchini e servite interi o affettati insieme ai pomodorini confit.

 

 

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Ovviamente la ricetta la potete trovare anche su

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A presto!

 

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Greenery mood/ Primi piatti/ Salato

Gnocchi di patate alle vongole e zucchine

 

 

Il tempo è tirannissimo ultimamente e riesco a pubblicare molto poco purtroppo.

Devo ancora riuscire a sistemare le foto della recente vacanza e farle diventare un post…

Oggi una ricettina che potete trovare anche sul sito di Territori Coop.

Loro cliente da anni, sono onorata di essere ospitata con alcune ricette nel sito aziendale.

Degli gnocchi di patate con il mare dentro!

Buona lettura e a presto!!

Un primo piatto estivo, semplice e al tempo stesso ricco che potete servire anche come piatto unico.

Se pronunciamo la parola gnocchi si apre davvero un mondo.
Gli gnocchi sono una preparazione molto diffusa e sicuramente antichissima. Per forma ed ingredienti possono essere preparati nei modi più diversi.

Spesso legati alla tradizione locale o regionale, ne troviamo di tantissimi tipi e fatti con le farine più diverse, ma anche con verdure ed ortaggi, pane raffermo e latticini, basti pensare agli gnocchi alla romana, preparati con il semolino, quelli di melanzane, oppure con il pane, i canederli o knödel, tipici della tradizione regionale dell’Alto Adige e del Trentino.
Gli gnocchi sono generalmente ‘piccoli pezzetti’ di impasto che vengono fatti bollire in acqua o brodo e successivamente conditi con le salse più differenti.

Per trovare gli gnocchi di patate nella cucina italiana è necessario risalire alla scoperta dell’America, all’ importazione e successiva coltivazione delle patate nel continente Europeo.
Solitamente vengono preparati con salsa di pomodoro, a volte anche gratinati in forno, come ad esempio gli gnocchi alla sorrentina tipici della cucina napoletana, ma in questa ricetta, siccome a me piacciono molto anche in bianco e con condimenti a base di pesce, molluschi o crostacei, li ho accompagnati a vongole e zucchine.
Sono davvero semplicissimi ed anche veloci da preparare.

Una volta pronti gli gnocchi e spurgate le vongole vi serviranno davvero pochi minuti per farle aprire in padella e preparare questo gustosissimo condimento.
Non dimentichiamo che le vongole contengono una buona quantità di proteine, sali minerali e vitamine. Sono inoltre molto ricche di ferro, elemento essenziale per il transito dell’ossigeno a tutte le cellule del nostro organismo.

Le zucchine, regine tra le verdure di questa stagione, sono ricche di vitamine e sali minerali, indispensabili per l’efficienza del nostro sistema nervoso, inoltre la presenza in grande quantità di potassio le rende un alimento molto importante per contrastare fatica e spossatezza tipici della stagione calda ed umida. La parte più preziosa della zucchina è la buccia, lo sapevate? E’ la parte più curativa, ricca di acido folico e carotenoidi, quindi non buttatela! Lavatela bene, magari spazzolandola leggermente, e consumatela anche cruda grattugiata o tagliata a listarelle nelle insalate.
Le zucchine a mio avviso si sposano molto bene con le vongole e danno anche la giusta nota di colore e sapore, rendendo questi gnocchi un piatto unico davvero gustoso, oltre che salutare e tutto sommato di facile esecuzione.

 

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GNOCCHI DI PATATE ALLE VONGOLE E ZUCCHINE

 

Ingredienti  (per 4 persone)

Per gli gnocchi

1 kg di patate (stagionate e a pasta bianca)*

300 g circa di farina macinata a pietra di tipo 1 (o farina 00, quantità a bisogno)

1 uovo medio biologico

Sale qb

Per il condimento

1 ½ kg vongole veraci

2 spicchi d’aglio

Olio EVO qb

Vino bianco secco qb

Pepe qb

Prezzemolo fresco qb

2 zucchine

Preparazione

Per gli gnocchi

Lessate le patate con la buccia (immergendole nell’acqua ancora fredda), il tempo di cottura dipende dalla dimensione delle patate, circa 15-20 minuti per patate di media dimensione. Verificate la cottura infilzandone una con i rebbi di una forchetta.

Scolatele e fatele raffreddare, ancora tiepide sbucciatele e schiacciatele con lo schiacciapatate.

Formate un foro al centro e versate l’uovo, sale qb e poca farina, iniziate a lavorare e aggiungete poca farina per volta fino a quando l’impasto ne richiede.

L’impasto sarà perfetto quando non si appiccicherà più alle mani ed avrete ottenuto un composto abbastanza liscio, elastico e comunque morbido.*

Prendete dei piccoli pezzi di impasto e, sul piano di lavoro infarinato, formate dei rotolini dello spessore di circa 1,5 cm. Con un coltello tagliate dei pezzetti di circa 2 cm e, facendo una leggera pressione, fateli rotolare sui rebbi di una forchetta, formando in questo modo un leggero incavo da un lato e delle piccole righe dall’altro.

Portate a bollore abbondante acqua salata in una pentola capiente, tuffate gli gnocchi e scolateli con una schiumarola quando vengono a galla.

Per il condimento

Prima della cottura, lavate bene le vongole sotto l’acqua corrente, eliminate quelle aperte o rotte (quindi morte) poi fatele spurgare immerse per qualche ora (circa 4 ore) in acqua salata ( 1 ½ cucchiaino di sale per ogni litro d’acqua, cambiando l’acqua almeno un paio di volte), in modo che depositino la sabbia trattenuta nelle valve.

Fate rosolare per qualche minuto gli spicchi d’aglio schiacciati in una padella capiente con l’olio EVO.

Una volta ben insaporito, eliminate l’aglio e versate le vongole, coprite e lasciatele cuocere finché saranno quasi tutte aperte (ci vorrà pochissimo, 1-2 minuti).

Aggiungete poco vino bianco e fate sfumare ancora un paio di minuti.

Non è necessario aggiungere sale perché nell’aprirsi le vongole rilasceranno un delizioso e sapido sughetto.

Alla fine unite il pepe ed il prezzemolo fresco tritato.

Sgusciate ¾ delle vongole e lasciate le altre integre, serviranno da decorazione.

Lavate le zucchine e ricavate delle piccole striscioline solo della parte verde esterna.

Filtrate il sughetto di cottura per eliminare eventuali impurità e rimettetelo sul fuoco in un padella capiente pulita.

Fatelo addensare leggermente, unite le zucchine tagliate a julienne, fatele cuocere brevemente, tolgete dal fuoco unite le vongole.

Versate nella padella gli gnocchi lessati e scolati bene, fate amalgamare il condimento scuotendo la padella e saltandoli leggermente, servite subito decorando con altro prezzemolo fresco e un filo d’olio evo.

NOTE:

*Per preparare gli gnocchi vi serviranno patate stagionate ed a pasta bianca, hanno molto più amido delle patate novelle.
*La dose di farina è indicativa, va aggiunta poco per volta, fino a quando l’impasto ne richiede. Da un impasto con troppa farina otterrete gnocchi troppo duri, da un impasto con poca farina otterrete gnocchi che tenderanno a disfarsi in cottura.
*La cottura degli gnocchi va fatta preferibilmente entro un’ora circa dalla loro preparazione, diversamente tenderanno a diventare molli.

 

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Trovate la ricetta anche su Territori Coop,

fate CLIC qui sotto!

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A presto! (…spero!)

 

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Antipasti/ Piatti unici/ Salato/ Senza categoria

Pomodori gratinati ripieni di miglio, melanzane e feta

 

Adoro i pomodori gratinati!

D’estate sono un piatto unico perfetto, anche freddi, accompagnati da un’insalata mista.

Questi ripieni di miglio sono speciali.

La volete sapere la reazione di mio marito la prima volta che ha visto in cucina un sacchettino di miglio?

“Sai che mio papà questo lo dava ai canarini?”

Va beh, non credo di essere l’unica a lottare contro una famiglia prevenuta verso ingredienti inusuali…

Certo il miglio va lavorato, nel senso che ad esempio è bene cuocerlo insieme a della buccia di limone, in modo da eliminare il sapore di sacco.

Va unito a ingredienti gustosi, profumato con erbe aromatiche, arricchito con formaggio saporito.

Insomma va usata la fantasia ed il gusto, come si deve fare in cucina.

La cosa certa è che il miglio fa bene.

Un giorno (il marito) è tornato a casa per pranzo dicendo “Ma lo sai che parlavano del miglio alla radio poco fa? Dicono faccia benissimo..”

E io: “Ma dai…davvero?” Santa pazienza! Ma lo devono dire alla radio che fa bene?

Il miglio è un cereale molto antico, anche gli antichi Egizi lo conoscevano e lo coltivavano. Non è molto comune il suo consumo nel nostro continente, anche se ormai si trova facilmente in commercio sotto forma non solo di semi, ma anche di farina e fiocchi. Rappresenta invece una risorsa alimentare molto importante in alcune regioni asiatiche ed africane.

Dal punto di vista nutrizionale ha un maggior apporto proteico rispetto al frumento al riso ed al mais. Non contiene glutine, è ricco di carboidrati, fibra e di vitamine. Tra le proprietà del miglio va sottolineato l’effetto alcalinizzante.

Quindi perché darlo solo ai canarini?

Andiamo alla ricettina và!

 

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POMODORI AL GRATIN RIPIENI DI MIGLIO, MELANZANE E FETA

 

Ingredienti

(dose per 6 persone)

12 pomodori tondi a grappolo

150 g di miglio decorticato biologico

1 limone biologico

100 g formaggio feta

1 melanzana media (oppure 2 piccole)

2 spicchi aglio

olio evo qb

Parmigiano Reggiano qb

sale integrale qb

pepe bianco qb

menta fresca qb

basilico fresco qb

Preparazione

Mettete il miglio in un setaccio a maglie fini e lavatelo accuratamente sotto l’acqua corrente.

Fatelo tostare leggermente (1-2 minuti) in una padella dal fondo spesso, quindi procedete alla cottura.

Lessatelo in acqua salata bollente insieme ad una scorza di limone biologico secondo i tempi di cottura indicati sulla confezione (circa 20 minuti).

Scolatelo e tenetelo da parte.

Lavate bene le melanzane e ricavatene dei dadini, fateli saltare in una padella antiaderente dove avrete fatto soffriggere 1 spicchio d’aglio (privato dell’anima) tritato, salate e pepate, quindi unite al miglio e mescolate bene.

Sbriciolate dentro anche il formaggio feta e del Parmigiano Reggiano grattugiato (circa 3 cucchiai), spezzettate anche le foglie di basilico e di menta, aggiungete olio evo a piacere e mescolate bene.

Lavate bene i pomodori, tagliate la parte superiore e scavate la polpa aiutandovi con un coltello ed un cucchiaio.

Tagliuzzate parte della polpa ed unitela al miglio. (Con la rimanente potete preparare un’ottima panzanella, ma questa è un’altra ricetta!)

Disponete i pomodori in una pirofila leggermente unta d’olio con l’aglio schiacciato, riempiteli bene con il miglio ed infornate (forno già caldo) a 180° per circa 25-30 minuti. Comunque fino a quando avranno una leggera crosticina in superficie.

NOTE:

La regola base per molti cereali è anzitutto il lavaggio accurato, o sotto l’acqua corrente o in ammollo cambiando spesso l’acqua fino a quando non risulterà limpida e priva di impurità, poi la tostatura prima di procedere alla cottura.

La quantità di acqua da utilizzare per la cottura è di due parti di acqua per una parte di miglio.

Questi pomodori potete consumarli sia tiepidi che freddi, sia come antipasto che come piatto unico.

Vi basterà variare la quantità!

 

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Buona settimana gente!

 

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Antipasti/ Greenery mood/ Piatti unici/ Primi piatti/ Salato

Cous cous integrale agli asparagi e piccole zucchine con fiore

 

 

Leggevo recentemente sul Corriere Salute un articolo relativo alla diseducazione alimentare dei ragazzi che risulta essere in aumento.

Dall’indagine Nazionale “Adolescenza, alimenti per crescere” realizzata dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza in collaborazione con Coop ed il patrocinio di EXPO 2015, emergono comportamenti sbagliati per quanto concerne la corretta distribuzione dei pasti nell’arco della giornata.

Se pranzo e cena vengono rispettati dai più, per colazione e spuntino di metà mattinata e pomeriggio non va molto bene.

Nello specifico tanti adolescenti, troppi, circa il 20%, dichiara di non farla mai.

“Un comportamento sbagliato e controproducente proprio per quanto concerne il controllo del peso, in quanto una non corretta distribuzione dell’apporto nutrizionale nell’arco della giornata favorisce proprio il sovrappeso e l’obesità” spiega Gianni Bona, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Università del Piemonte Orientale.

“Non riusciamo a radicare negli adolescenti l’abitudine ad avere quotidianamente cinque appuntamenti con il cibo, molto differenti tra loro per composizione e quantitativi, ma tutti e cinque importantissimi” Piernicola Garofalo, Presidente della Socuatà Italiana di Medicina dell’Adolescenza. “Del resto non c’è da meravigliarsi, perchè siamo noi adulti per primi a non rispettare questi cinque momenti nutrizionali…l’impostazione complessiva delle nostre abitudini di vita, impegni lavorativi e scolastici, distanze (specie nelle grandi città) e stress hanno modificato drasticamente la vita familiare e, con essa il momento dei pasti, tradizionalmente legato alla famiglia”.

Collegato a questo, emerge il problema che molti degli intervistati ammettono di avere una dieta limitata anche durante i due ‘pasti principali’, mangiando spesso ‘sempre le stesse cose’.

Forse legato alla mancanza di tempo, o alla facile resa dei genitori, che assecondano troppo facilmente i gusti alimentari dei figli, finendo per preparare solo le cose che gradiscono, i bambini diventeranno ragazzi non abituati né propensi a provare ed assaggiare nuove pietanze e sapori.

L’articolo lo potete leggere qui.

Confesso che non è semplice. Variare il menu della famiglia in modo adeguato, pensarlo, lavorare di fantasia, cucinare e poi una volta arrivati a tavola sentire un sacco di lamentele e sbuffi…

No, non è facile, né piacevole…viene davvero voglia di dire ‘Ma chi cavolo me lo fa fare?‘ ‘Beccati sto petto di pollo coi pomodori‘ pure a novembre e non se ne parla più…

Però poi avere la giusta dose di insistenza, come spiegato nell’articolo, dà i suoi risultati al momento giusto.

Lo sto sperimentando con la pre-adolescente, che un tempo (esattamente come la piccoletta oggi..) provava una certo disgusto per tutto quello che era verde ed arancione…leggasi mangiava solo pomodori e patate.

Beh, a distanza di anni, vederla chiedere il bis di questo cous cous tutto verde (…e un filino arancione) dà una certa soddisfazione, lo confesso.

Mamme all’ascolto, non demordete e vedrete che prima o poi i risultati arrivano!

Ricettina?

 

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COUS COUS INTEGRALE AGLI ASPARAGI E PICCOLE ZUCCHINE CON FIORE

Ingredienti

Dose per 4 persone

300 g cous cous integrale

1 mazzetto di asparagi verdi

1 mazzetto di asparagi bianchi

6 piccole zucchine con fiore

1 spicchio d’aglio

50 g Parmigiano Reggiano

olio evo qb

sale integrale qb

pepe bianco qb

basilico fresco qb

menta fresca qb

Preparazione

Cuocete il cous cous seguendo le indicazioni riportate nella confezione.

Lavate gli asparagi, eliminate i filamenti passando il gambo con un pelapatate e tagliate la parte finale più legnosa.

Cuoceteli al vapore oppure lessateli, mantenendoli abbastanza al dente. Tagliateli a pezzettoni, mantenendo intatte le punte, tenete da parte.

Lavate le zucchine e tagliatele a piccole rondelle, lavate anche i fiori ed eliminate il pistillo.

Scaldate una padella antiaderente con poco olio, fate soffriggere l’aglio privato dell’anima e tritato, unite le zucchine, fatele soffriggere per alcuni minuti ed infine anche i fiori tagliati, salate, pepate e tenete da parte.

Condite il cous cous con abbondanti foglie di menta e basilico freschi spezzettate, unite tutte le verdure, il Parmigiano a scaglie, ulteriore olio evo, sale e pepe se necessario.

Servite tiepido o freddo.

 

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 Buon lungo fine settimana gente!

 

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Greenery mood/ Salato/ Secondi di carne

Polpettine di tacchino con dadolata di verdure

 

 

 

Sono già in mood primaverile.

Si capisce un po’ dai colori di queste foto no?

Negli ultimi giorni qui al nord, sole non pervenuto, tempo grigio, umidità…

E la voglia di primavera sopraggiunge.

Va beh, lo sapete ormai che c’ho un debole per le polpette e per il sedano rapa

Questo piatto, qui a casa mia, fa diventare tutte le faccine sorridenti.

E’ gustoso e colorato, io a volte lo accompagno con del riso pilaf e diventa un ottimo piatto unico.

Per necessità, io metto la carota anche dentro alle polpette stesse, ché la piccoletta le carote non  le mangia come contorno, quindi devo trovare dei trucchetti per fargliele ingerire.

Portate pazienza, ma ultimamente i miei post sono molto stringati e veloci, lo so…

Li preparo davvero di corsa.

Il momento è frenetico, ma felice, sono tante le cose belle in cantiere e presto ve le potrò anche raccontare!

Ricettina?

Dai andiamo a veder come ho preparato queste polpettine di tacchino con dadolata di verdure!

 

 

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POLPETTINE DI TACCHINO CON DADOLATA DI VERDURE

Ingredienti

Dose per 4 persone

1 petto di tacchino (ca 500 g)

2 fette di pancarrè

50 g Grana Padano

latte qb

2 spicchi aglio

1 scalogno

1 uovo biologico

aromatiche fresche (salvia, rosmarino, timo)

½ sedano rapa

2-3 coste di sedano verde

3 carote grandi

1 scalogno

pane grattugiato qb

olio evo qb

sale integrale qb

pepe bianco qb

 

Preparazione

Tagliate il tacchino a pezzettoni, e fatelo cuocere in una padella antiaderente abbastanza capiente, con un filo d’olio, lo spicchio d’aglio privato dell’anima, mezza carota tagliata a pezzettini e delle foglie di salvia. Spezzettate il pancarrè ed ammollatelo con poco latte. Versate il tacchino nel cutter e tritatelo insieme al pancarrè strizzato bene, l’uovo, il Grana Padano, sale, pepe e delle altre aromatiche a vostro piacere (prezzemolo, timo).

Verificate la consistenza del composto, se troppo morbido aggiungete poco pane grattugiato, quindi prendete poco composto (una cucchiaiata ca) e con le mani bagnate formate delle polpettine rotonde che passerete nel pane grattugiato. Fatele riposare in frigorifero per una mezz’ora.

Nel frattempo preparate la dadolata di verdure di stagione, tritate finemente aglio e scalogno e tagliate le restanti verdure a dadini possibilmente della stessa misura. Nella stessa padella in cui avete cotto in tacchino, rosolate prima aglio e scalogno, quindi aggiungete la dadolata di verdure, regolate di sale e pepe, se necessario aggiungete poca acqua. Non devono diventare troppo morbide ma mantenere la loro consistenza.

Una volta cotte, spostatele in un piatto ed utilizzate la stessa padella per rosolare le polpettine; versate nella padella un filo d’olio e rosolatele bene da tutti i lati. Non dovranno rimanere molto sul fuoco perché la carne è già cotta. Quando saranno belle rosolate unite la dadolata di verdurine, scaldate insieme per pochi minuti, cospargete generosamente di prezzemolo e servite.

Servite insieme a piacere anche del riso pilaf, diventerà un ottimo piatto unico.

 

 

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Buona settimana

e sempre #solocosebelle

 

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Salato/ Secondi di carne

Gratin di pollo e carciofi … e altri ‘prodotti di stagione’

 

Tra i prodotti di stagione c’è anche lui, lo streptococco.

Normalmente arriva quando è meno gradito, cioè durante le feste o, nel nostro caso nel bel mezzo del corso di sci.

Sicuramente non arriva il lunedì, ché il pediatra è disponibile, macché.

Lui preferisce i pre-festivi, venerdì sera o sabato, così, giusto per regalarti due belle nottate di febbre alta, spugnature e antifebbrili vari…

Lui ama molto i bambini, soprattutto quelli dai tre anni in su e li segue fino alla fine dell’adolescenza.

I suoi spostamenti avvengono attraverso l’aria.

Si, lui salta da un bimbo all’altro a cavallo di goccioline di saliva, con uno starnuto, un bel colpetto di tosse o una risata, si sposta così (il maledetto).

E si è fatto anche furbo lui, il signor strpetococco, resistendo agli antibiotici, in alcuni casi.

Lo sapevate che sono state trovate tracce di streptococco pure negli affreschi della Villa dei Misteri a Pompei?

Ecco, lui si diverte a rompere le scatole pure lì, minacciando di rovinare i colori dei dipinti.

Credo si sia capito come abbiamo passato il fine settimana…altro che montagna, sole, neve e sci.

Meglio che interrompa i miei deliri di mamma che non ha dormito per due notti e, con un occhio aperto e l’altro con  palpebra calante, vi lascio alla ricetta.

Buona settimana gente!

Io vado a chiudere anche l’altro occhio sul divano.

 

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GRATIN DI POLLO E CARCIOFI

Ingredienti per 4 persone

5-6 carciofi

450 g petto di pollo

2 uova biologiche

4 cucchiai di Parmigiano Reggiano

2 spicchi d’aglio

1 limone

1 manciata di mandorle (non pelate)

pane grattugiato

prezzemolo fresco qb

olio EVO qb

burro qb

sale integrale qb

pepe nero qb

Preparazione

Mondate i carciofi, eliminate le foglie esterne più dure, tagliate la punta e sbucciate il gambo, eliminandone una parte se molto lungo. Tagliateli in quattro spicchi ed eliminate la barba interna con uno spelucchino. Tuffateli subito in una bacinella con acqua fredda e acidulata con del succo di limone, per evitare che anneriscano.

Tagliateli a fettine sottili e metteteli a cuocere in una padella abbastanza capiente, dove avrete fatto precedentemente rosolare lo spicchio d’aglio, privato dell’anima e tritato (o intero e schiacciato se non gradite ingerirlo e preferite toglierlo).

Unite poca acqua calda e lasciateli cuocere coperti fino a quando saranno morbidi. Regolate di sale e pepe e tenete da parte.

In un’altra padella antiaderente cuocete il petto di pollo ridotto in piccoli straccetti con poco olio EVO e lo spicchio d’aglio schiacciato. Se necessario, aggiungete poca acqua e lasciate cuocere bene, regolate di sale. Togliete dal fuoco, eliminate l’aglio e fate raffreddare.

Una volta raffreddato leggermente, versate il pollo in un contenitore capiente, unite le uova e parte del Parmigiano grattugiato.

Aggiungete anche del prezzemolo spezzettato con le mani, ed i carciofi. Mescolate bene per amalgamare gli ingredienti, quindi versate in una pirofila, livellate bene il composto con un cucchiaio.

Nel mixer tritate, il pane grattugiato con il rimanente Parmigiano, le mandorle ed il prezzemolo.

Cospargete il trito sopra al pollo con i carciofi, distribuite sopra dei piccoli pezzetti di burro e cuocete in forno ben caldo per circa 15-20 minuti a 190-200°.

Per far dorare bene la superficie, utilizzate la funzione grill per gli ultimi minuti di cottura.

 

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Eventi/ Salato/ Secondi di pesce

Filetto di scorfano gratinato agli anacardi per #VENTURATOPBLOGGER2014

 
“ La qualità non è mai casuale;
è sempre il risultato di uno sforzo intelligente” 
 
John Ruskin
Sono di corsa questa settimana.
Trolley in fase cosacavolocimettodentro  e tante cose da fare prima della partenza.
Si, perché sono in partenza giovedì mattina.
Il 27 e 28 Novembre sarò ospite di Ventura presso il Casta Diva Resort & Spa, prestigioso hotel sul Lago di Como.
Non sarò sola ovviamente, con me ci saranno altre blogger.
La location è davvero da sogno e, nel pomeriggio di giovedì, ci attende una lezione con il Maestro Luca Montersino.
Che dire? Posso essere un filino emozionata secondo voi?
Io al mio ritorno vi racconto tutto!
Voi intanto potete seguire la nostra avventura sui social seguendo l’hastag #VenturaTopBlogger2014!
Qualità.
La qualità non è casuale.

Continue Reading…

Diario/ Primi piatti/ Salato

Sedani al battuto di triglie, sedano e limone … non ho più pazienza

 

“Non ho pazienza per alcune cose,
non perché sia diventata arrogante,
semplicemente perché sono arrivata a un punto della mia vita,
in cui non mi piace più perdere tempo con ciò che mi dispiace o ferisce.
Non ho pazienza per il cinismo, critiche eccessive e richieste di qualsiasi natura.
Ho perso la voglia di compiacere chi non mi aggrada,
di amare chi non mi ama e di sorridere a chi non mi sorride.
Non dedico più un minuto a chi mente o vuole manipolare.
Ho deciso di non con-vivere più con la presunzione, l’ipocrisia,
la disonestà e le lodi a buon mercato.
Non tollero l’erudizione selettiva e l’arroganza accademica.
Non mi adeguo più al provincialismo e ai pettegolezzi.
Non sopporto conflitti e confronti.
Credo in un mondo di opposti, per questo evito le persone rigide e inflessibili. Nell’amicizia non mi piace la mancanza di lealtà e il tradimento.
Non mi accompagno con chi non sappia elogiare o incoraggiare.
I sensazionalismi mi annoiano e ho difficoltà ad accettare
coloro a cui non piacciono gli animali.
Soprattutto, non ho nessuna pazienza per chi non merita la mia pazienza.”
Meryl Streep
Ecco,  come Meryl Streep, non ho più pazienza…
Spesso diciamo le cose che ci piacciono nei nostri diari, nei nostri blog.
Ma quelle che non ci piacciono?
A me non piacciono i saccenti, i prepotenti, i presuntuosi, gli arroganti, e gli ipocriti.
Le categorie sopra elencate sono assolutamente prive di due grandi doti.
L’IRONIA e L’UMILTA’.
“Il senso d’ironia è una grande garanzia di libertà.”
Maurice Barrès
Il mondo del web non è diverso da quello reale, là fuori.
Delle sopraelencate categorie di persone, anzi, è alquanto pieno.
E leggendo un blog si capisce abbastanza bene chi si ha davanti.
A volte mi capita di sbagliare e mi ricredo ma, nella maggior parte dei casi, ci azzecco sulle persone.
E io le mie idee, su alcune persone, gruppi, e quant’altro, me le ero fatte già ben prima di aprire il mio, di blog.

Chiaro quindi perché ho scelto ed abbracciato certe persone piuttosto che altre.
Affinità elettive, tendiamo a scegliere chi è simile a noi, con ideali, ed atteggiamento verso il prossimo simili.

Io sono così, schietta, diretta, a volte scomoda, ma assolutamente libera di scegliere quello che mi aggrada e di tenermi alla larga da certe dinamiche ed ipocrisie.

Mi rendo conto che nel mondo, c’è una quantità enorme di frustrazione, di rancori, di insoddisfazioni, di tristezza.
Mi spiace davvero per le persone che vivono così, la vita è breve e preziosa, ed è un peccato trascorrerla in questo modo.

Io per fortuna la mattina mi alzo quasi sempre felice (ché, per carità, ce li ho anch’io gli ormoni ballerini e le palle girano anche a me ogni tanto, sia chiaro…), sono grata della salute di cui ancora dispongo, do il buongiorno alle mie bimbe, do un bacio a mio marito, faccio una carezza al mio cane e dopo un buon caffè se posso vado a correre.

Tutto il resto è insignificante.
Io non me ne preoccupo e vado avanti per la mia strada, cercando di fare le cose, tutte, al meglio delle mie possibilità.

E comunque credo che al mondo ci sia davvero posto per tutti.



 

Ma passiamo alla ricetta và!
Questa pasta è deliziosa e di una semplicità imbarazzante.
La cosa noiosetta è pulire e sfilettare le trigliette, ma se trovate voglia e tempo, credetemi, ne vale la pena!
Buon inizio settimana gente!

SEDANI al BATTUTO di TRIGLIE, SEDANO e LIMONE
Ingredienti
360 g di fusilli
500 g di triglie
3 coste sedano verde
1 limone biologico
1 spicchio d’aglio
Olio EVO qb
Sale integrale qb
Pepe bianco qb
Prezzemolo fresco qb

Pulite le triglie, squamatele, eliminate le interiora, la testa e sfilettatele.
Eliminate la pelle e tagliate finemente riducendoli a piccoli dadini.
In una padella capiente, fate soffriggere l’aglio tritato in poco olio EVO.
Unite il sedano mondato e tagliato a dadini piccoli (brunoise), fate soffriggere per alcuni minuti quindi aggiungete anche le triglie.

Regolate di sale, unite la buccia del limone e poco succo.
Lasciate cuocere per una decina di minuti e, a fine cottura aggiungete pepe e prezzemolo, quindi tenete da parte.
Lessate la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e conservate poca acqua di cottura.

Versate la pasta nella padella con il ragù di triglie, unite l’acqua di cottura (poca per volta e a seconda di quanta la pasta ne assorbe) e saltatela per pochi minuti.
Servite con altro prezzemolo (a piacere) e del pepe bianco.