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Sicilia #OTR seconda parte

 

“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna.

È in Sicilia che si trova la chiave di tutto.

La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte,

l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra…

chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita.”

Goethe

 

Finalmente riesco a raccontarvi la seconda parte del nostro #ontheroad in Sicilia.

La parte orientale dell’isola con Catania, Etna, Siracusa, Ortigia, Noto, Marzamemi, Riserva di Vendicari (e spiagge) e Modica sono state le località visitate nella prima parte del viaggio.

La seconda parte ci vede raggiungere la bellissima Agrigento, la sua costa e la meravigliosa area archeologica, per poi proseguire lungo la costa, arrivando a Marsala per goderci visite ma anche tante giornate di mare e sole, fino ad arrivare a Palermo, da dove siamo rientrati.

Sicilia – parte seconda, andiamo?

 

 

Agrigento – Scala dei Turchi

Ad Agrigento ci perdiamo un po’ nel traffico, complici il navigatore che faceva le bizze e la stanchezza per il viaggio, ci siamo persi nel traffico faticando a trovare il B&B prenotato.

Beh, tornerei ad Agrigento anche soltanto per tornare a soggiornare alla Terrazza di Empedocle da Lello e Chiara.

Camere al decimo piano di un palazzo (peraltro comodissimo sia per parcheggiare l’auto che per visitare il centro a piedi), molto spaziose, arredate in modo raffinato e dotate di ogni comfort. Il B&B dispone di un’ampia e bellissima terrazza dove viene servita la colazione (e che colazione!) e da cui godersi una imperdibile vista sulla Valle dei Templi.

A poca distanza da Agrigento, a Realmonte vi è un tratto di costa tra i più belli dell’intera Sicilia, caratterizzato da una parete rocciosa che si erge sul mare, di un colore bianco puro e da forme particolari e uniche.

La Scala dei Turchi. Luogo unico, raro e da preservare.

La Scala dei Turchi è una scalinata di roccia bianchissima e naturale che sorge a ridosso del mare, chiamata così proprio perché i saraceni accedevano da qui per raggiungere i villaggi da saccheggiare, si erge tra due spiagge di sabbia di fronte ad un mare limpidissimo.

Noi due anni fa abbiamo avuto la fortuna di potervi accedere e godere di un tramonto indimenticabile.

Successivamente è stato vietato l’accesso per evitare il rischio di crolli e preservarne la conservazione, vi consiglio comunque una visita della spiaggia, è molto bella e al Lido Scala dei Turchi si mangia (sia piatti di pesce che pizza) godendosi il panorama dalla terrazza.

 

 

Il B&B La Terrazza di Empedocle

 

 

Per vedere le camere e la struttura (meravigliosa) vi invito a visitare il loro sito,

vi lascio però qualche ‘assaggio’ della colazione e della terrazza (qui sopra) da dove potrete godervela, la colazione.

 

 

Agrigento – Valle dei Templi

 

1300 ettari di estensione, la Valle dei Templi di Agrigento è ad oggi il uno dei siti archeologici più estesi al mondo, maggiormente rappresentativi e meglio conservati della civiltà greca classica.

Dal 1998 nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità Unesco, nell’area archeologica si possono ammirare i resti di “Akragas” (così si chiamava la città di Agrigento nel 581 a.C.) fu una delle più importanti città del mondo antico.

Oggi di questa antica città che sorge su un crinale roccioso, si possono ammirare gli imponenti resti dei templi dorici dedicati alle divinità elleniche, ben 12 templi, 3 santuari, una grande necropoli e due importanti luoghi di riunione divisi tra Agorà Inferiore e Agorà Superiore, ove erano ospitate alcune zone sacre e botteghe. Oltre a questo le fortificazioni della città e le importanti opere idrauliche (il giardino della Kolymbetra e gli Ipogei), e gli edifici pubblici legati alle riunioni della boule (l’assemblea dei rappresentanti eletti dal popolo avente funzione legislativa) l’Olympeion e il Bouleuterion.

 

 

La visita della Valle dei Templi può essere affrontata in 2 differenti direzioni, in quanto i due parcheggi si trovano alle estremità sud e nord del parco archeologico, il percorso è percorribile soltanto a piedi ed è di circa 2 km.

C’è chi suggerisce di partire dal tempio della Concordia per scendere verso il parcheggio sud, noi abbiamo fatto l’inverso, parcheggiando l’auto al parcheggio posto a sud e camminato dal Tempio dei Dioscuri seguendo le diverse indicazioni e la mappa che ci hanno fornito alla biglietteria. La visita ha impegnato quasi tutta la giornata, era molto, molto caldo, ma il sito talmente bello che andava goduto appieno e visitato in tutti i suoi punti.

 

 

La prima area in cui ci troviamo è quella dei Templi di Giove Olimpico e dei Dioscuri. Il Tempio di Zeus doveva essere tra i più grandi del mondo greco, fu costruito dopo la vittoria riportata nel 480 a.C. a Imera, le sue colonne raggiungevano i 17 metri di altezza e tra le colonne, erano presenti delle statue di giganti telamoni, dei giganteschi uomini in pietra alti 7,61 metri.

Nella stessa area è presente il Tempio dei Dioscuri, eretto in onore di Castore e Polluce, i gemelli nati da uno dei tanti amori di Giove. Quella visibile è una ricostruzione del Tempio, fatta con i resti di un tempio precedente formato da 34 colonne.

 

 

Poco più su, lungo la Via Sacra, è possibile ammirare il Tempio di Ercole (Eracle), il più antico dei templi agrigentini. Innalzato alla fine del VI sec. a.C., conserva 8 colonne delle 38, che sono state rimesse in piedi, e si può passeggiare tra  resti delle altre.

 

 

Il Tempio di Giunone, databile intorno al 460 a.C., di cui sono rimaste solo 25 colonne delle 34 originali. Nel corso dei secoli questo è stato distrutto da terremoti, incendi e anche da saccheggiatori che ne depredarono i marmi. Resta comunque un monumento spettacolare da cui si ha una visione pazzesca sulla  Valle dei Templi.

 

 

 

Proseguendo lungo la Via Sacra, che attraversa da est a ovest la Collina dei Templi, si trovano da un lato i resti delle mura greche e degli arcosoli bizantini che testimoniano l’uso cimiteriale della zona alla fine dell’età pagana, successivamente il Tempio della Concordia, tra i meglio conservati del mondo greco e anche il quello più fotografato. È rimasto pressoché intatto dall’epoca della sua costruzione, nel 430 a.C., conservando 38 colonne che superano i 13 metri di altezza. È visitabile soltanto dall’esterno, e anche soltanto visto così toglie il fiato per la bellezza.

 

 

In alto, sulla collina, il Museo Archeologico è uno dei più interessanti di tutta la Sicilia grazie alla sua ricchissima collezione di manufatti, 5688 reperti che raccontano la storia di questo territorio, dalla preistoria fino alla fine dell’età greco-romana.

Il parco è decisamente molto esteso e la visita, come vi dicevo, richiede una giornata intera. Se ne avete la possibilità vi consiglio di visitare il sito anche al crepuscolo, cosa che noi non abbiamo potuto fare e che credo sia estremamente magico e suggestivo.

 

Marsala

Marsala è stata la nostra base per esplorare questa parte dell’isola, qui ci siamo fermati più a lungo, anche per godere in tranquillità del mare (bellissimo) oltre che delle località vicine da visitare e degustare!

Conosciuta per i suoi vini pregiati (merita una visita la famosa Cantine Florio, casa vinicola tra le più antiche della Siclia, scoprirete la storia legata alla nascita di questo vino liquoroso e non mancherà la degustazione finale. Molte altre le aziende agricole/vinicole del territorio degne di nota, una tra queste Donnafugata), Marsala ha un piacevole ed elegante centro storico racchiuso tra vecchie mura e antichi bastoni, con sontuosi edifici barocchi, numerosi locali e ristoranti dove godersi la serata seppur con maggiore tranquillità (non aspettatevi però l’effervescenza e la vita notturna di città come Catania o Palermo!).

Il centro è piuttosto raccolto e si visita tutto a piedi, Porta Garibaldi, da cui sono passati Giuseppe Garibaldi e i Mille l’11 maggio 1860, Porta Nuova (sono rimaste solo due porte delle 4 in origine), Via XI Maggio chiamata dai locali “il Cassaro”, la via che taglia a metà il centro storico (da un lato il quartiere spagnolo e dall’altro quello ebraico), la via dello struscio da cui si diramano tanti piccoli vicoli, poi Piazza della Repubblica dominata dall’imponente Chiesa Madre e dal palazzo VII sede del Municipio.

Marsala, come molte località in questa isola, ha una storia antica, fu fondata dai Fenici in fuga da Mozia nel 397 a.C., ma venne ribattezzata Marsa Allah (porto di Dio) dagli Arabi che la conquistarono nell’830 d.C.

Le località da visitare nei suoi dintorni sono molte, una fra tutte le sue meravigliose saline, ricchissime di storia e fascino.

 

 

Mangiare:

  • “La Vecchia Salumeria” (Via Abele Damiani, 20), qui è possibile sia cenare nel piccolo cortile interno, ma soprattutto è una rivendita dove acquistare prodotti di gastronomia. Hanno ogni tipo di prelibatezza e specialità siciliana, arancine, pane cunzato (ottimo!), pomodorini secchi, il matarocco (preparazione tipica trapanese a base di pomodorino, basilico, olio, agli, sale e pepe), peperoni ripieni, parmigiana di melanzane e molto, molto altro! Noi abbiamo preso anche molto spesso cibo pronto da goderci in terrazza!

 

 

  • “Natura a Tavola” (Via Garibaldi, 2) , negozio e piccolo localino con degustazione di prodotti e piatti tipici siciliani. Ottimo rapporto qualità prezzo, noi abbiamo cenato molto bene, pesce freschissimo, ottimo il cous cous di pesce, buonissima la parmigiana di melanzane, servizio cordiale e veloce e buonissimi anche i dolci (peccato avessero finito la cassata!).

 

 

 

Arancina a Palermo, Arancino a Catania, sembra ogni città siciliana ne rivendichi le origini e la disputa duri da decenni. L’Arancina di Palermo è generalmente tonda, mentre di forma ovale ed appuntita quella catanese, probabile ispirazione alla sagoma del vicino Etna?

In ogni caso vanno assaggiati/e, sono delle deliziose ‘palle ‘e riso’, solitamente ripiene di ragù, ma anche varianti come provola e piselli, melanzane, frutti di mare. Insieme ad alcune altre prelibatezze rappresentano lo street food siciliano per eccellenza.

 

Riserva Naturale dello Stagnone

Grande attrattiva nei pressi della città è quella che è definita la “Via del Sale”, la strada che collega la città a Trapani passando lungo la Laguna dello Stagnone, dove si trovano le meravigliose saline di Marsala e Trapani. Questo lembo di terra assunse l’attuale conformazione nel XV secolo, quando gli spagnoli fecero costruire i grandi mulini adibiti al pompaggio dell’acqua e alla macinazione del sale.

Qui si trovano i fotografatissimi mulini a vento siciliani, la Riserva della Laguna dello Stagnone di Marsala è un luogo davvero magico, un paesaggio naturale di una bellezza unica e rara. Un labirinto di bacini e canali, le ‘montagne bianche’ di sale messe ad essiccare, i mulini a vento, luogo dove sostano e nidificano i fenicotteri che non è difficile vedere zampettare a pochi metri dalla riva, ma non è raro incontrare la gru africana, l’anatra selvatica e l’airone cinerino.

Alla Laguna dello Stagnone bisogna recarsi sia di giorno che di sera, poco prima del tramonto, che qui è spettacolare e tinge cielo e mare di mille colori.

Mentre il sole scende, lo sguardo arriva fino all’orizzonte e si perde, acqua e cielo diventano una cosa sola, tramonti assolutamente indimenticabili da godere davanti ad un aperitivo nel locale davanti alle saline, Mamma Caura (un po’ caro a mio avviso per la qualità offerta, noi ci siamo ‘fermati’ all’aperitivo seppur ‘rinforzato’).

Altro ristorante da provare Assud, di fronte all’imbarcadero per Mozia, utilizzano prodotti a km0 e grani antichi, oltre alla cucina di pesce ottima anche la pizza.

 

 

Da visitare allo Stagnone vi è certamente il sito archeologico di Mozia sull’Isola di San Pantaleo, una piccola isoletta un tempo città Fenicia, le cui testimonianze ben conservate l’hanno resa appunto un importante sito archeologico facilmente raggiungibile da Marsala. Si raggiunge tramite un traghetto che parte dalle saline, oltre ai tanti reperti e rovine dell’antico insediamento fenicio, all’interno del piccolo museo, potrete ammirare il “Giovinetto di Mozia”.

Mi capitò di ammirare questa statua alla mostra I Fenici del 1988 a Palazzo Grassi a Venezia, ne rimasi molto affascinata già allora per la sinuosità, l’eleganza e soprattutto perché unica nel suo genere, una statua greca rinvenuta in una provincia punica, proprio sullo specchio di mare nei pressi di Marsala. (per info su collegamenti isola di Motya www.mozialine.com)

Dalla Riserva dello Stagnone si può anche raggiungere a piedi, camminando sull’acqua bassa, l’Isola Lunga. Qui alcune info sulle visite.

 

Spiagge

Abbiamo visitato diverse spiagge, vi segnalo di seguito quelle che ci sono piaciute di più e dove siamo tornati più volte.

  • Lido Signorino – Marsala  il costo dell’ombrellone e 2 lettini € 15,00 (non è però possibile usufruire della doccia, per avere a disposizione la cabina doccia è necessario pagare altri 15,00).

Il mare è spettacolare, acqua limpida e cristallina, la spiaggia pulita, buon servizio ristorante (la granita al Lido Signorino dà dipendenza!).

  • Marakaibbo Beach proprio accanto a Lido Signorino.

 

 

  • Spiaggia Tonnarella a Mazara del Vallo – spiaggia meravigliosa che si estende per 8 km. Poco affollata, acqua limpidissima e cristallina, purtroppo un po’ sporca, abbiamo trovato molti rifiuti e pezzi di plastica sul bagnasciuga, che nemmeno quelli dello stabilimento si preoccupavano di raccogliere.

La spiaggia di Tonnarella è in buona parte libera e in parte attrezzata (il costo sempre intorno a 15,00 € per ombrellone + 2 lettini), sul lungomare ci sono rivendite (bar e piccoli alimentari) che preparano panini molto buoni, ottimi piatti si possono trovare anche al bar-ristorante (La Playa Beach – Lungomare Fatamorgana) della spiaggia.

 

 

Mazara del Vallo

 

Mazar, cioè “la rocca”, il nome che i Fenici diedero alla città, era anche nell’antichità un importante porto mercantile, e una delle più importanti città della Sicilia saracena. Nel corso dei secoli ha vissuto il passaggio di numerose culture, greci, cartaginesi, romani, normanni, bizantini, spagnoli, arabi, e attualmente mantiene vivo questo suo multiculturalismo grazie anche alla presenza di una numerosa comunità nordafricana, molto ben integrata nel territorio.

Cuore del centro storico Piazza della Repubblica dove sorge la bella Cattedrale normanna del Santissimo Salvatore, costruita nel 1093, tipico esempio della prima architettura normanna in Sicilia, voluta dal conte Ruggero D’Altavilla.

Suggestivi i resti del Castello normanno (o Arco Normanno) in Piazza Mokarta nei pressi del lungomare, costruito tra il 1072 e il 1073 e successivamente distrutto, resta soltanto quella che un tempo era la porta d’ingresso del castello stesso.

A ridosso del centro storico, accanto agli splendidi palazzi barocchi e agli edifici normanni, si dipana un dedalo di stretti e coloratissimi vicoli, tante piccole botteghe, si mescolano odori e profumi speziati, caratteristici di terre non molto lontane dalla Sicilia. La piccola Casbah di Mazara del Vallo è assolutamente una cosa da vedere in Sicilia. I suoi colorati tendoni appesi “al cielo”, e i graffiti nelle porte d’ingresso delle case, sulle serrande dei locali, e le maioliche dal motivo arabeggiante sui muri, vi stupiranno. Passeggiando tra i suoi vicoli la mente inizierà a viaggiare dalla Sicilia a luoghi esotici.

Qui ho adorato perdermi sia la sera, alla scoperta di locali dove cenare, che di giorno, godendo della tranquillità e del silenzio, dei colori e delle peculiarità dei vicoli, potendo ammirare le serrande e le mattonelle dipinte a mano che la caratterizzano, ascoltando il richiamo alla preghiera per la comunità musulmana mentre lo sguardo è rivolto alla facciata della chiesa di San Francesco.

Vi consiglio di entrarci nella piccola Chiesa di San Francesco, proprio all’interno della Casbah, è meravigliosamente ricca di opere d’arte e di stucchi e, a mio avviso, una delle più belle chiese viste in Sicilia.

 

 

Localino, caffè, panini, pane cunzato, cannolo, tutto stratosferico al Caffè Europa

di Mazara del Vallo (Via Madonna del Paradiso, 2).

 

Mazara del Vallo è il più importante porto ittico della Sicilia e uno dei maggiori di tutto il Mediterraneo (300 grandi motopescherecci d’altura e oltre 3000 altre imbarcazioni).

L’economia del luogo è ovviamente legata alla pesca e la maggior parte dei ristoranti della città sono specializzati nella cucina di mare, proponendo ottimo pesce fresco, fra cui i famosi e pregiati gamberi rossi di Mazara. È una esperienza da fare, la visita al Mercato ittico con i suoi banchi del pesce dove oltre a interi pesci spada, troneggia pesce azzurro di ogni tipo, cernie, orate, saraghi, cozze e vongole, polpi ed altri crostacei.

 

San Vito Lo Capo

E niente, la splendida e lunga spiaggia a mezzaluna di San Vito Lo Capo andava sicuramente vista e un piacevole e lunghissimo bagno dovevamo farlo.

È decisamente una delle più belle spiagge della Sicilia, la sabbia fine, l’acqua cristallina ha una trasparenza pazzesca ma, a luglio, è decisamente troppo affollata per i nostri gusti (non oso immaginare la situazione ad agosto!).

Non vi racconto a che distanza si trovava il nostro ombrellone da quello dei vicini. Confesso che la postazione ombrellone & lettini è servita soltanto per depositare le nostre cose, noi siamo rimasti tutto il tempo in riva al mare o in acqua.

 

 

San Vito Lo Capo mi è piaciuta molto comunque, è una località davvero graziosa, fiorita e curata, piena di bei locali, ristoranti e piccoli negozi, la immagino molto vivace e brulicante di vita la sera. Mi piacerebbe tornarci, ma sicuramente in un altro periodo, né a luglio, tantomeno ad agosto.

 

 

Non ricordo il nome di questa gelateria (si trova proprio davanti al negozio di abbigliamento Cu Due), comunque sappiate la granita al melograno e la brioche erano assolutamente fantastiche!

 

 

 

Baia di Santa Margherita

Prima di arrivare a San Vito Lo Capo, poco dopo aver superato la frazione di Castelluzzo, è possibile fermarsi ad ammirare uno dei panorami più suggestivi e spettacolari della Sicilia occidentale, il golfo che va dal Monte Cofano alle falesie di Cala Mancina.

Qui si trova la splendida Baia di Santa Margherita, affascinate per la bellezza del suo paesaggio, per le sue acque incontaminate e per la cornice mediterranea in cui è incastonata.

Considerato l’affollamento esagerato di San Vito lo Capo, per noi è stata decisamente un’ottima alternativa anche se il cielo era leggermente nuvoloso e di conseguenza il mare con coliri meno cristallini, è comunque una tappa imperdibile per chi ama la scoperta di bellezze naturali un po’ defilate e selvagge.

Oltre alla ampia spiaggia libera si trova anche un piccolo lido attrezzato dove poter noleggiare lettini e ombrelloni.

 

 

Palermo

 

Non si può visitare la Sicilia senza fermarsi a Palermo. Tutto qui affascina e stordisce, riunisce in sé l’eleganza raffinata dei meravigliosi edifici barocchi e rococò, lo splendore unico delle chiese e dei palazzi storici, la vivacità chiassosa dei mercati rionali, la bontà assoluta dello street food.

Eravamo assolutamente consapevoli che il tempo dedicato sarebbe stato insufficiente per poterne godere appieno, per visitarla a dovere bisognerebbe avere più giorni a disposizione. Il nostro viaggio era a luglio inoltrato, e il caldo previsto decisamente impegnativo da sopportare, abbiamo quindi preferito in questa occasione dedicare maggior tempo al mare con la promessa di ritornare qui magari durante la primavera o in autunno per visitarla come merita.

­­­­Palermo è uno scrigno prezioso che riserva sorprese in ogni dove, i monumenti si trovano davvero ovunque, non solo nelle piazze e nelle vie, ma anche nei mercati rionali, e all’interno di case private. Palermo si contraddistingue per la commistione di stili e di epoche, una fusione di elementi che permette di ammirare l’architettura arabo-normanna di edifici arricchiti però al loro interno da sgargianti mosaici bizantini.

Imperdibili la Cattedrale, il Teatro Massimo (il più grande edificio teatrale lirico d’Italia) e il Teatro Politeama, il Palazzo dei Normanni e la meravigliosa Cappella Palatina rivestita di mosaici dorati, la Chiesa della Martorana, i rumorosi, coloratissimi e suggestivi mercati di Ballarò e La Vuccirìa.

 

 

Dichiarata patrimonio dell’Umanità UNESCO, la Cattedrale non passa certo inosservata, l’edificio è sfarzoso, ricco di stili differenti, merlature, cupole rivestite di maiolica, decorazioni a motivi geometrici e arcate cieche, è sicuramente l’espressione più straordinaria dello stile arabo-normanno che contraddistingue Palermo. Lo stile è poco uniforme, ma in realtà è il suo punto di forza, frutto di un passato tortuoso la Cattedrale è infatti passata dall’essere una chiesa cristiana ad una moschea, per poi ritornare ad essere cristiana.

L’interno, sebbene molto imponente, non sbalordisce (onestamente, un po’ delude) come l’esterno, è essenzialmente un guscio di marmo.

 

 

A pochi passi dall’imbocco di Via Maqueda, ci si trova in Piazza Pretoria, delimitata da chiese ed edifici imponenti, al centro una meravigliosa fontana, la Fontana Pretoria, le cui vasche, disposte su diversi livelli sono completamente decorate da ninfe senza veli, tritoni e altre divinità fluviali. Proprio per la nudità rappresentata nel 1500 i palermitani la definirono la “fontana della vergogna”.  Fermarsi ad ammirare i piccoli e meravigliosi dettagli di questa pazzesca opera d’arte è d’obbligo.

Non ho apprezzato affatto l’utilizzo di cavalli per trainare carrozze di turisti. Usi che sarebbe meglio abbandonare, poi con il caldo assurdo che c’era…

Molto meglio l’ape – calessino, più divertente, e non fa danno a nessuno.

 

 

Il cuore cuore della città vecchia è sicuramente dove si incrociano Via Vittorio Emanuele e Via Maqueda. Chiamato ufficialmente Piazza Vigliena, è noto con il nome dei Quattro Canti. La particolarità di questo incrocio sono le quattro facciate curvilinee simmetriche che lo compongono. A Palermo viene chiamato anche “Teatro del Sole”, per l’insolito effetto prodotto dalla luce nel corso della giornata, le facciate vengono infatti illuminate dal sole una alla volta. Ognuna delle facciate è divisa in tre ordini, dorico in basso, ionico al centro, composito nella parte superiore, e decorate riccamente da statue e fontane. Dai Quattro canti si diramano i quattro quartieri importanti della città, che sono l’Albergheria, Capo, Kalsa e La Loggia.

 

 

Piazza Bellini offre agli occhi del visitatore una mescolanza di epoche e stili architettonici nei palazzi che la adornano, il Teatro Bellini, e due edifici di culto assolutamente sorprendenti,

la Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, nota come la Martorana e la Chiesa di San Cataldo.

La Martorana risale al XII secolo, venne progettata come una moschea, il suo interno è decorato da splendidi mosaici bizantini che si apprezzano al meglio la mattina, quando sono illuminati dal sole. Nel corso degli anni subì delle modifiche, nel 1433 venne rielaborato l’esterno in linea con lo stile barocco dell’epoca, e aggiunta una nuova cappella affrescata a spese (purtroppo) di alcuni mosaici.

 

 

La Chiesa di San Cataldo, anch’essa del XII sec, è uno degli edifici più sorprendenti della città. In stile arabo-normanno, con le sue cupole rosse, la solida forma squadrata, le arcate cieche e i delicati trafori, forma una perfetta sintesi di stili architettonici normanni e arabi. Internamente molto sobria e poco decorata, a quanto pare a causa della morte del condottiero che commissionò la sua costruzione, morì prima che fosse completata.

 

 

I mercati di Palermo

I luoghi dove è evidente il legame di Palermo con il mondo arabo sono i suoi mercati, le loro frenetiche e rumorose attività animano in modo pittoresco il centro storico.

Ciascuno dei quattro quartieri della città ha il suo mercato, i principali sono tre il Mercato del Capo, il Mercato della Vucciria e il Mercato di Ballarò.  Quest’ultimo senz’altro il nostro preferito e, a mio avviso, il più autentico di Palermo.

Chiassoso e colorato, bancarelle di ogni tipo, frutta, verdura, carne, pesce, tutto emana odori intensi. Va visitato la mattina, per respirare l’essenza più autentica del lugo, quando i palermitani qui fanno la spesa. Fermatevi dove vi suggerisce l’intuito (o l’appetito) ad assaggiare il cibo di strada (vedi di seguito), è una esperienza che va fatta! Sedetevi a godervi il vostro spuntino tra gli ambulanti che riempiono le viuzze di grida e schiamazzi, canti, contrattazioni varie.

 

 

 

In Sicilia in generale, ma in particolare a Palermo, non è difficile trovare spuntini gustosissimi, le cose da provare assolutamente sono davvero tante, arancine, il pane cunzato (o ‘condito’ con formaggio, accighe, pomodoro, origano e tanto olio!), lo sfincione (una sorta di pizza ricca è un po’ unta, condita con cipolla e caciocavallo), i cazzilli o crocché (delle crocchette di patate, a volte aromatizzate con menta), il pane e panelle, quest’ultimo in particolare viene venduto davvero ovunque tra rosticcerie, bar, e gastronomie.

Le panelle sono semplicemente delle frittelle fatte con farina di ceci, condite con sale, limone, servite con il pane. Ne sono super golosa ( e sono pure perfette per i vegetariani)!

Il migliore cibo di strada (e in particolare le migliori panelle!) lo trovate nei mercati della Vucciria e a Ballarò. Tra un acquisto e l’altro, scappa l’assaggio di mille golosità!

Mi raccomando, da ricordare che non si deve dire “arancino”. In altri luoghi della Sicilia va bene ma non a Palermo: qui l’arancina è femmina.

 

 

Nei pressi del Mercato di Ballarò un luogo da non perdere è la Chiesa del Gesù, una meravigliosa chiesa gesuitica costruita nella metà del 1500, con la volta della cupola interamente affrescata.

I dolci

I dolci da provare sono troppi!

Oltre alla meravigliosa e famosa cassata e ai cannoli siciliani, ci sono anche il gelo di mellone (l’anguria), le cassatelle di ricotta al forno o ad esempio la torta Setteveli (una delizia!).

Una pasticceria da non mancare è la Pasticceria Costa (Via D’Annunzio), storica pasticceria nata negli anni ’50 grazie al maestro Antonio Costa, oltre al fascino di entrare in una pasticceria con arredi in legno originali della fine degli anni ’60, potrete assaggiare una infinità di dolci meravigliosi (se ce la farete!), crostata al gelo di anguria e torta Setteveli super top!

Altro indirizzo da segnare in agenda è la Pasticceria Spinnato, caffè storico di Palermo, aperto nel 1860, ottimi i cornetti o i krapfen farciti al momento con crema pasticcera, pistacchio o crema di ricotta.

E poi le granite! E i gelati! Chevelodicoaffà!

 

 

Troppo poco il tempo trascorso a Palermo, sono davvero tantissime le ricchezze da visitare in questa splendida città, come ad esempio il Palazzo Gangi Valguernera (visitabile soltanto su prenotazione), al cui interno furono girate le indimenticabili scene del ballo del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.

Altro luogo che ho segnato in agenda (sempre nei pressi del Mercato di Ballarò) per la prossima volta è  la Camera delle Meraviglie. Proprio nel cuore del centro storico, durante dei lavori di ristrutturazione, è venuta alla luce una stanza blu, interamente affrescata con motivi arabeggianti color argento. Dagli studi condotti sinora pare fosse un luogo di meditazione.

 

Lungo la strada tra Cinisi e Palermo si passa per Capaci.

Il prossimo anno saranno ormai 30 anni da quando accadde, ma il dolore è sempre vivo. Mi ricordo bene quella terribile estate. La mafia fa schifo, dobbiamo ricordarlo sempre e spiegarlo ai più piccoli che quegli anni non li hanno vissuti.

 

 

Cinisi – Terrasini

Cinisi è dove abbiamo trascorso gli ultimi due giorni, vicinissima all’aeroporto di Palermo, scelto per la comodità di poter lasciare direttamente l’auto a noleggio (proprio a Cinisi c’è la sede di Autovia, vedi info a fine post).

Cinisi è nei miei ricordi come la città natale di Peppino Impastato, giornalista iscritto a Democrazia Proletaria, tramite il suo mezzo di informazione “Radio Aut” nel programma “Onda Pazza” esercita a sua azione di denuncia della mafia che domina in questo periodo storico il potere politico ed esecutivo di tutta Italia. A Cinisi, Peppino ha lottato contro Cosa Nostra fino al suo assassinio, il 9 maggio 1978. Peppino Impastato era candidato come consigliere comunale e venne ucciso  nella notte tra l’8 e il 9 maggio, alla vigilia delle elezioni. Il suo corpo e quello di Aldo Moro, presidente DC, ucciso dalle Brigate Rosse, vennero ritrovati lo stesso giorno. Ero una ragazzina, ma quei giorni li ricordo molto bene.

Avrei visitato volentieri la sua casa, nel centro del paese, ma non ci sono riuscita perché chiusa.

Dovremmo ricordarci sempre le sue parole.

 

«Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore»

Peppino Impastato.

 

 

Nei pressi di Cinisi, non ci siamo fatti mancare il mare, Magaggiari beach merita una visita.

La spiaggia è piccolina, ma ha un mare molto trasparente e pulito, inoltre godersi il tramonto a Magaggiari beach ha decisamente il suo perché.

 

 

Cosa non mi piace affatto e mi fa star male ogni volta che vado in vacanza al Sud?

I troppi animali abbandonati, troppo randagismo. Purtroppo è un dato di fatto, Puglia, Calabria, Sicilia, in ognuna di queste regioni abbiamo incontrato troppi animali in seria difficoltà.

Manca in generale la cultura dell’accudimento (preciso ‘in generale’, ovviamente questo non vale per tutte le persone, ma negare che la situazione è grave sarebbe ipocrita) del prendersi cura di un animale come fosse parte della famiglia, manca a livello amministrativo la gestione del problema randagismo e l’obbligo alla sterilizzazione (pena severe sanzioni).

Insomma il trovare troppo spesso pelosetti senza famiglia né cure disturba sempre un po’ le nostre vacanze, lo ammetto.

Uno di questi è Charlie (è il nome che ha dato Serena al pelosetto qui sotto), che a quanto ci hanno detto non aveva un padrone e viveva a Magaggiari beach.

 

 

Qui sotto il nostro giretto #ontheroad siciliano, e QUI la prima parte del viaggio!

 

 

 

 

QUALCHE INFO:

Noleggio auto AUTOVIA: ritiro aeroporto di Catania (appena fuori dall’aeroporto), consegna a Palermo (attenzione Autovia si trova a Cinisi a breve distanza dall’aeroporto Falcone Borsellino, è disponibile un comodo e rapido servizio navetta)

 

Agrigento: B&B La Terrazza di Empedocle, parcheggio comodo sotto all’edificio, ristrutturato di recente con gusto e attenzione, comodissimo per visitare il centro città a piedi, colazione stratosferica preparata con prodotti locali, vista pazzesca sulla Valle dei Templi e accoglienza deliziosa di Lello e Chiara. Meraviglioso.

Marsala: Abbiamo affittato un appartamento nel centro di Marsala, comodissimo per la posizione, con parcheggio libero proprio sotto, posizionato all’ultimo piano con una terrazza enorme vista mare. Siamo stati bene grazie al nostro spirito di adattamento, grazie al bel tempo ci siamo goduti la terrazza ma l’appartamento manca di molte cose ed è decisamente trascurato dal proprietario che è uno zoticone assoluto. Da noi si è guadagnato una pessima recensione, quindi non posso certo consigliarvelo, io non ci tornerei affatto, si può trovare facilmente alloggi migliori!

Cinisi: B&B Ciuri Ri Zagara, scelto perché comodo per la consegna dell’auto (qui ha sede Autovia, mettono a disposizione un servizio navetta per raggiungere l’aeroporto), è inoltre a breve distanza da Palermo, l’abbiamo raggiunta in auto parcheggiando in un parcheggio a breve distanza dal centro. Questo B&B è piacevolissimo, le camere molto belle e pulite, la colazione ottima e Salvo, il proprietario, gentilissimo.

 

 

 

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