“Era stata una sensazione di felicità come quando,
preparando il curry,
si mettono lo yogurt avanzato per caso, le spezie e le mele,
poi si esagera un po’ con le cipolle,
e con una probabilità su un milione viene fuori un piatto incredibilmente squisito,
e però irripetibile.”
Banana Yoshimoto
Ci sono ricette che giacciono in bozza, in attesa di essere pubblicate, per mesi.
Questa risale allo scorso anno, non mi convincevano le foto, fatte come spesso mi accade ultimamente, molto in fretta.
Eh niente, in questi giorni di emergenza covid-19 il bok choi non si trova, quindi nemmeno volendo potrei rifarla per ora, quindi ho deciso che la pubblico così, con queste foto semplici e imperfette.
Questo ortaggio per me è stato una vera scoperta.
Bok choi, pak choi, o cavolo cinese, è caratterizzato da foglie carnose e croccanti, con un sapore delicato e leggermente amarognolo.
Molto diffuso nella cucina asiatica, si trova oggi abbastanza facilmente anche nei supermercati più forniti.
A differenza delle altre varietà di cavolo, questo cinese è un prodotto primaverile-estivo.
Ho scoperto che è ottimo anche semplicemente sbollentato qualche minuto in acqua bollente (non necessita di una lunga cottura) e condito semplicemente con sale e olio extravergine di oliva, ma è ovviamente perfetto per preparazioni esotiche e speziate.
E niente, per rendere omaggio alla tradizione orientale, io ho preparato un pak choispeziato con il latte di cocco.
“La patata è un vegetale senza paragoni, che resiste alla siccità come all’umidità e cresce ugualmente;
che sfida le intemperie e ripaga al decuplo le poche cure che l’uomo le concede.
La patata non ha il sangue dell’uva, ma possiede la carne della castagna;
si può cuocerla sotto la cenere, o nell’acqua bollente, o friggerla.
Chi ha la patata può far a meno del pane.
Non occorre aggiungervi molto, ed ecco preparato un pasto;
la si mangia con una tazza di latte, con un’aringa: è sufficiente.
Il ricco la mangia col burro; il povero si accontenta di condirla con un pizzico di sale.”
Knut Hamsun
Ricche di fibra, di proteine ‘buone’, di vitamine e minerali, le patate portano benefici davvero importanti.
Ne esistono più di 2000 varietà e si possono preparare nei modi più svariati.
Conoscete forse un prodotto più versatile delle patate?
Io le amo in ogni modo possibile, ma alcuni sono particolarmente scenografici oltre che appetitosi.
Le patate Hasselbacksono un piatto tipico della cucina svedese, il nome deriva infatti dallo chef del ristorante Hasselbacken di Stoccolma, che le ha ideate.
Sono profumatissime ed appetitose, i tagli paralleli per tutta la lunghezza della patata, permettono al trito di aromi ed erbette di penetrare nel cuore del tubero, rendendo tutto profumato e saporito.
In rete potrete trovare svariati modi per farcirle, io vi propongo la versione classica, con il burro ed arricchita solo da un profumato tritodi erbetteed aglio, a cui ho aggiunto soltanto del Grana Padano.
quando il sole splende caldo e il vento soffia freddo:
quando è estate nella luce, e inverno nell’ombra.”
Charles Dickens
Luce.
Improvvisamente mi sono accorta di lei. La luce.
La scorsa settimana, guardando prima l’orologio e poi fuori dalla finestra dell’ufficio, mi sono resa conto di quanto si siano allungate le giornate.
Premetto che a me non dispiace il freddo, l’inverno mi piace molto, adoro andare in montagna, la neve, i maglioni, le sciarpe e la cioccolata calda ma…
Ma mi manca la luce, mi mancano le giornate lunghe, mi manca potermi godere il tramonto e, arrivati in questo periodo dell’anno il mio umore un po’ ne risente.
Quando arriva questa stagione, soprattutto se le giornate sono grigie e piovose, ecco, sento estremo bisogno della luce.
Succede anche a voi?
Parlando della ricetta che vi propongo oggi, devo confessare che io ho un debole per tutto quello che è gratinato, che sia salato o dolce.
La crosticina esterna su cui affondare il cucchiaio e poi la cremosità dell’interno, comfort food assoluto per me!
Di una semplicità estrema e di una bontà garantita, questo gratin di sedano rapa e patate si prepara velocemente e a casa nostra finisce in un attimo.
Questa settimana è volata via tra tante cose da sbrigare, e alle foto non sono riuscita ancora a mettere mano, ma prometto che arrivo presto a raccontarvi tutto.
La Slovenia ci aveva colpiti qualche anno fa, ammirata dal finestrino lungo la strada che ci portava all’aeroporto di Lubiana, da dove siamo partiti per raggiungere Karpathos.
Avevamo visto un paesaggio davvero bello, ordinato e verdissimo e ci eravamo ripromessi di farci un giretto, prima o poi.
Beh, ci è piaciuto tutto davvero moltissimo.
Ma lasciamo racconto e dettagli ad un altro post, oggi una ricetta velocissima che mi piace tanto!
Chi mi segue sa che adoro fare la spesa direttamente dal produttore.
Io mi diverto molto in cucina e, nello specifico, tantissimo nel produrre polpette!
Chi non ama le polpette?
Una preparazione così versatile da poterla declinare in ogni modo, utilizzando ogni tipo di prodotto, verdure, carne, pesce, cereali, legumi.
Permette di recuperare avanzi e non buttare nulla, ché è sacrilegio!
Queste polpette di merluzzo e zucchine hanno fatto felici tutti qui a casa!
La salsa allo yogurt è assolutamente perfetta per accompagnare le polpettine appena fritte e ancora fumanti.
Le patate con la buccia poi, semplicissime da preparare e buonissime, finiscono in un attimo!
Ricettina?
POLPETTE DI MERLUZZO E ZUCCHINE CON SALSA ALLO YOGURT E PATATE CON BUCCIA
Ingredienti:
Per le polpette
600 g merluzzo (cuore o filetto)
2 patate medie (lessate o cotte al vapore)
1 zucchina
3 uova (io biologiche)
1/2 spicchio d’aglio
prezzemolo qb
sale qb
pepe qb
2 cucchiai Grana Padano grattugiato
pane grattugiato qb
olio per friggere (io di arachidi)
Per le patate con la buccia
patate con la buccia sottile
fior di sale
rosmarino
olio extra vergine di oliva
1 spicchio d’aglio
Per la salsa allo yogurt
400 ml yogurt intero naturale
1 limone non trattato
menta fresca qb (o prezzemolo a seconda dei vostri gusti)
olio extra vergine di oliva qb
sale qb
pepe qb
Preparazione polpette
Tritate nel cutter la zucchina, unite le patate, il merluzzo, lo spicchio d’aglio privato dell’anima, il Grana Padano e un uovo. Regolate di sale e pepe.
Alla fine unite anche il prezzemolo fresco tritato e mescolate bene.
Iniziate a formare le polpette con le mani umide, passatele prima nelle uova sbattute e poi nel pane grattugiato. Se desiderate una crosticina più croccante fate una doppia panatura, passando nuovamente nell’uovo e poi nel pangrattato.
Fate riposare le polpette per una mezz’ora in frigorifero.
Scaldate abbondante olio in una padella capiente e verificate la giusta temperatura, immergete uno stecchino, se si formeranno delle bollicine tutto attorno al temperatura è raggiunta.
Friggete poche polpette per volta, facendole dorare su tutti i lati, fino a quando avranno raggiunto la giusta doratura e un bel colore nocciola.
Scolatele dall’olio in eccesso ponendole su un foglio di carta assorbente.
Preparazione patate con la buccia.
Accendete il forno a 180°.
Lavate accuratamente le patate, utilizzando anche una spazzolino al bisogno per eliminare tutte le impurità.
Tagliatele in grossi spicchi e disponetele su una teglia rivestita di carta forno, distribuite l’aglio privato dell’anima a fettine (o tritato), il rosmarino, il sale e cospargete con un filo d’olio extra vergine di oliva.
Cuocete in forno ben caldo per circa 30 minuti, comunque fino a quando avranno una bella doratura.
Preparazione salsa allo yogurt
Unite allo yogurt la buccia del limone non trattato (precedentemente lavato accuratamente), il succo di metà limone, la menta spezzettata, poco olio, regolate di sale e pepe e mescolate bene.
NOTE:
La salsa allo yogurt si può preparare anche con altre aromatiche, erba cipollina o prezzemolo ad esempio. Si può accompagnare a diversi tipi di polpette, se preparata con la menta ad esempio si accompagna benissimo con le polpette di melanzane o di ceci.
“Troppa gente si occupa dei sensi unici e dei sensi vietati,
senza mai mettersi in cammino.”
(Fabrizio Caramagna)
Eh, che sono testarda è un dato di fatto.
Non ci piove proprio.
Ma l’ho sempre considerato un pregio, non un difetto.
Ci ho provato più volte con il lievito madre, e qualche esperimento l’ho fatto già in passato (qui e qui ) però, soprattutto per mancanza di tempo, il lievito era passato a miglior vita.
Una specie di killer di lievito madre direte voi.
Eh succede…
Ma non ci si arrende, non si deve.
È così che, grazie al gentile spaccio di Monica ho ripreso ad occuparmene e, rinfresca e rinfresca, l’esubero devi pure gestirlo in qualche modo no?
Ché non si butta via niente. Sacrilegio!
Ed è così che sono nati questi grissini attorcigliati.
Dei grissini con pesto di pomodorini secchi con esubero di lievito madre, preparati ispirandomi alla ricetta di Monica del blog Fotocibiamo, e da me leggermente modificata.
Occhio che uno tira l’altro!
GRISSINI (attorcigliati) CON PESTO DI POMODORINI SECCHI (con esubero di lievito madre)
Ingredienti
Per i grissini
350 g lievito madre
110 g farina tipo 0
75 g farina macinata a pietra semi integrale
1 cucchiaino di miele
35 g acqua
70 g olio extravergine di oliva
10 g sale
Per il pesto di pomodorini secchi
1 manciata di pomodorini ciliegino essiccati
1 manciata di mandorle
olio extravergine qb
origano qb (secco o fresco)
Lui si ‘blobbizza’ e voi fate grissini!
Preparazione
Preparate il pesto di pomodorini. Fate bollire poca acqua in un pentolino, tuffate i pomodorini secchi e sbollentateli per circa 5 minuti.
Scolateli, e frullateli nel cutter con le mandorle, l’origano e olio quanto basta per avere una sorta di cremina. Tenete da parte.
Nel contenitore della planetaria, con il gancio, impastate il lievito madre non rinfrescato spezzettato, con le due farine ed il miele.
Aggiungete poi anche acqua e olio poco per volta, continuando ad impastare per circa 5 minuti.
Accendete il forno a 180°, statico.
Prendete l’impasto e ponetelo sul piano di lavoro infarinato. Stendetelo con il matterello in una sfoglia abbastanza sottile.
Tagliate tante strisce larghe circa 1,5 cm, spalmate una metà delle strisce con la crema di pomodorini secchi.
Accoppiate ciascuna con una striscia non spalmata, appoggiandola sopra, quindi attorcigliatele ottenendo in questo modo i grissini.
Disponeteli su di una placca foderata di carta forno e cospargeteli con poco sale.
Cuoceteli una decina di minuti in forno ben caldo, 180°, comunque fino a quando saranno belli dorati e croccanti.
” ‘Courtney gli ha rivelato il segreto della vita.’
‘Ha detto che gli ha insegnato a essere.’
‘A essere cosa?’
‘Non scherzare, è importante. A essere e basta.
A vivere ogni momento.
E sai una cosa? Ha perfettamente ragione.’ “
Da ‘Insieme con i lupi’ Nicholas Evans
Quei piatti che con pochi ingredienti a disposizione e pochi rapidi, semplici passaggi, ti danno un sacco di soddisfazione.
Questo sformato di verza, patate e speck.
Profumato, filante, ottimo come contorno ma perfetto in dose più abbondante come piatto unico.
Un vero piatto comfort.
Le cose semplici vincono sempre.
Ricettina?
SFORMATO DI VERZA, PATATE E SPECK
Ingredienti
1 verza
5/6 patate di media grandezza (lessate)
1 cipolla
150 g speck (fette spesse per ridurlo a dadini)
150 g formaggio Emmentaler DOP
100 g Grana Padano grattugiato
qb burro biologico
qb olio extravergine di oliva
qb sale, pepe
qb noce moscata
Preparazione
Mondate la verza, eliminando eventuali foglie esterne sciupate, staccate le foglie dal torsolo e tuffatele in acqua bollente, lasciandole cuocere per circa 6-7 minuti.
Scolatele e strizzatele bene, quindi riducetele a sottili listarelle.
Tritate la cipolla finemente e fatela appassire in una padella capiente con poco olio extravergine.
Unite la verza e lo speck tagliato a dadini, regolate di sale, pepe e lasciate insaporire per una decina di minuti.
Affettate una parte delle patate, a fette non troppo sottili.
Mettete dei fiocchetti di burro sul fondo di una pirofila, fate uno strato di patate affettate, quindi coprite con la verza stufata insieme allo speck.
Proseguite con uno strato di Emmentaler a fette, e cospargete con 1/3 del Grana Padano grattugiato.
Fate un ultimo strato con le restanti patate passate con lo schiacciapatate, cospargete con poca noce moscata, sale e il restante Grana Padano grattugiato.
Cospargete con alcuni fiocchetti di burro e cuocete in forno caldo a 190° per circa 30 minuti, comunque fino a quando avrà fatto una bella crosticina colorata e croccante.
In questi giorni di gran caldo e tante cose da fare, accendere il forno non è la migliore delle cose…
Ma, tra insalate di cereali, legumi, pasta e gran insalatone, ogni tanto trasgredisco a questa regola e parto di forno.
I pomodori al gratin sono uno dei miei comfort food estivi preferiti. Li prepara spesso mia mamma e, insieme alle verdure ripiene, sono a mio avviso un piatto estivo perfetto.
Ottimi anche freddi, sia come antipasto che come contorno o addirittura piatto unico se serviti con una bella insalata.
Vi avevo già proposto dei pomodori ripieni al gratin, questi sono un po’ più semplici e molto simili a come li prepara mia mamma, ricetta sbirciata nel libro “Pomodori gourmet” di Jenny Linford e da me leggermente rivisitata.
Non sono ancora riuscita a fare un post sul raduno IFOOD di cui vi ho parlato qui, spero di riuscirci nei prossimi giorni 🙂
Intanto auguro buona settimana a chi è ancora al lavoro, buone vacanze a chi è in partenza e a me buoni scatoloni… ché il trasloco dovrebbe essere prossimo.
Ricettina?
POMODORI RIPIENI GRATINATI ALLA PROVENZALE
Ingredienti
Per 6 persone
1 kg di pomodori a grappolo o cuore di bue
1 scalogno
2 spicchi d’aglio
150 g pane grattugiato
1 limone non trattato (buccia)
Parmigiano Reggiano grattugiato qb
timo fresco qb
basilico fresco qb
erba cipollina fresca qb
olio EVO qb
sale, pepe qb
Preparazione
Accendete il forno a 200°.
Lavate i pomodori e tagliatene la sommità. Con un coltello scavate la polpa, creando dei gusci.
Cospargete l’interno con poco sale e capovolgeteli su un piatto, lasciando che scolino un po’ i liquidi.
In una padella antiaderente dal fondo spesso, scaldate poco olio e fate rosolare scalogno e aglio tritati finemente.
Aggiungete il pane grattugiato e mescolando bene fate soffriggere per un paio di minuti. Togliete dal fuoco ed unite le erbe aromatiche tritate, precedentemente sciacquate sotto l’acqua corrente, e la buccia di limone.
Mescolate ed unite anche in Parmigiano grattugiato e parte della polpa di pomodoro tagliata a piccoli dadini.
Salate, pepate e mescolate bene.
Sistemate i pomodori su una pirofila cosparsa d’olio e riempiteli bene con il composto di pane aromatico.
Infornate per circa 30° fino a quando comunque saranno belli gratinati in superficie.
La uso tantissimo in cucina, e alla griglia mancava.
Nel blog intendo, l’ho preparata in tanti modi ma ancora non c’era nessuna ricetta con la zucca alla griglia.
Ho preso spunto per questa ricetta da una rivista letta durante una seduta dal parrucchiere.
Ricetta…forse non si può nemmeno considerare tale, data la facilità con la quale si prepara questo piatto.
Trattasi forse più dell’assemblaggio di tre prodotti molto buoni, che insieme fanno un buon piatto, ecco.
Quando per la prima volta il mio spacciatore di cose buone ( leggasi Paolo della omonima Gastronomia) mi ha proposto questa pancetta mi sono pure fatta una bella risata…
Si, perché tu chiedi un etto e mezzo di pancetta e lui ti dice “Guarda, ti propongo questa della Giovanna Capitelli“.
Eccheé? Una pancetta firmata?
In realtà poi mi sono documentata ed è la pancetta stessa che si chiama Giovanna, e comunque aveva ragione, perché è davvero buona.
Poi non vi dico la faccia del marito la prima volta che gli ho chiesto di comperarla, “Prendi anche un po’ di pancetta, la Giovanna Capitelli”…
La sua faccia era un grandissimo punto interrogativo, eh eh eh …
Vabbé, aneddoti a parte, io ora vi lascio che sono nuovamente in partenza.
Oggi tante cose da fare, un trolley da imbastire, amiche-socie-compagne di avventura da raggiungere domani.
Vado. I sogni si stanno concretizzando e ci aspettano!
Giornata tersa, fredda ma con un sole meraviglioso, oggi.
Dopo aver portato le ragazze a scuola, ho fatto shopping mattutino nell’Azienda Agricolapreferita, e fatto la mia scorta settimanale di prodotti di stagione.
Tra questi c’è anche lui, il sedano rapa. Quanto mi piace.
Lo metto davvero un po’ dappertutto, e lo uso nei modi più disparati questo ortaggio ‘da radice’.
Conosciuto anche come Sedano di Verona, si coltiva qui nel nord Italia e si raccoglie da metà agosto fino a novembre ma, conservandosi circa quattro mesi, lo si può trovare in vendita anche in questo periodo.
Ha pochissime calorie, ma tanta fibra, vitamine e sali.
Perfetto nelle frittate, nella pasta, nel riso, nelle insalate anche crudo, ma anche fritto, al vapore, impanato, al forno…
Oggi ve lo propongo sotto forma di sformatino.
Buono, sano e pure carino da presentare.
Che dite, andiamo alla ricetta?
SFORMATINI DI SEDANO RAPA, PATATE E NOCI PECAN
Ingredienti
300 g sedano rapa (cotto al vapore)
300 g patate (cotte al vapore)
50 g Grana Padano
1 uovo biologico
1 manciata abbondante di noci pecan
prezzemolo fresco
20 g burro
sale integrale qb
pepe bianco qb
pane grattugiato qb
Accendete il forno a 200°.
Nel robot da cucina frullate il sedano rapa e le patate, precedentemente cotti al vapore.
Unite l’uovo, il Grana Padano, il burro (tenetene poco per ungere gli stampini) poco prezzemolo, un po’ di noci pecan e frullate ancora.
Spennellate di burro 4 stampini in alluminio, cospargeteli di pane grattugiato e disponete sul fondo alcune noci tritate grossolanamente.
Versate il composto dentro agli stampini pressando leggermente e livellandolo.
Infornate a 200° per circa 20-25 minuti.
Fate raffreddare leggermente, quindi sformate aiutandovi con un coltello.
Servite ancora caldo decorando con foglie di prezzemolo o noci pecan.
Se li preparate in anticipo, una volta sformati potete riscaldarli in forno per alcuni minuti.
NOTE:
Può essere servito come antipasto, ad esempio con una fondutina di formaggio, oppure come contorno, ad accompagnare dei secondi, sia di carne che di pesce.
Ma non ancora con il post su Londra, portate pazienza, le foto da sistemare sono parecchie!
Oggi andiamo di semplicità assoluta.
“Non ricordo assolutamente il primo piatto che ho cucinato.
Ricordo però che, da subito, ho avuto un grande rispetto per la semplicità.
Io non amo i pasticci, non capisco perché bisogna affogare i piatti nelle salse. Dovremmo imparare a usare un po’ meno di tutto, alleggerire, togliere, ridurre…
L’improvvisazione presuppone la conoscenza della materia…
Come si fa a cucinare qualcosa di memorabile, se non vai al mercato a fare la spesa, se non scegli personalmente gli ingredienti, li tocchi, li guardi, li selezioni…Che senso ha proporre i tortelli alla zucca quando non è la stagione della zucca? La cucina italiana ha la sua forza nel patrimonio e nella varietà dei prodotti.
Non c’è bisogno di andare tanto in giro,
basta mettere insieme i sapori dell’Alto Adige con quelli della Sicilia…