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Cioccolato

Cioccolato/ Diario/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ È stagione di

Cake speziato alla zucca…e si parte ancora!

 

Queste settimane stanno passando davvero velocemente, forse troppo.

Io non mi rendo nemmeno conto che tra poco è Natale…

Tante cose da fare durante la settimana, diversi gli spostamenti fatti nell’ultimo periodo e forse anche il freddo che non arrivava mai, mi hanno davvero fatto perdere un po’ la consapevolezza del tempo e le giornate che scorrono…veloci.

Non ho ancora fatto l’albero di Natale, e io di solito entro l’8 Dicembre lo faccio sempre.

Ecco, mi sa che ora finisco di preparare il trolley così stasera c’è il tempo par fare l’albero con le mie ragazze in tutta tranquillità.

Ve l’avevo detto che la zucca l’ho davvero cucinata tanto in questo periodo.

Ecco, questa ricettina era lì che aspettava buona buona di essere pubblicata, ed eccola qua!

Semplice, anzi semplicissima.

Un cake morbido e profumato.

Io ho utilizzato diverse spezie, tra queste il pimento giamaicano che ha un profumo speciale.

Viene chiamato pepe di Giamaica o pepe garofanato, è una spezia ricavata da un albero sempreverde della stessa famiglia del Mirto, originario dell’America Centrale e dell’area caraibica.

Si presenta sotto forma di palline, simili al pepe, ed ha un aroma particolare e molto intenso, che ricorda la cannella, il pepe, i chidi di garofano e la noce moscata messi insieme.

È molto utilizzato nella cucina caraibica e, secondo me, si presta molto bene anche per profumare biscotti e torte.

Io ora vi lascio e torno agli ultimi preparativi.

Domani mattina si parte.

Destinazione Firenze.

Come al solito, quando torno vi racconto tutto.

Promesso.

A me i profumi e le spezie ricordano un’amica in particolare, Vatinee Suvimol, perfetto quindi questo cake per partecipare al suo Giveaway in occasione del compleanno del suo blog A Thai Pianist, bellissimo, nella sua nuova veste.

Tutto per te Amica!

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Cioccolato/ Diario/ Dolce/ Torte

Torta foresta nera – Schwarzwaelder kirschtorte

 

 Un vero amico è chi ti prende per la mano

e ti tocca il cuore.

(Gabriel García Márquez)
Oggi una torta.
E che torta!
Non si sa molto delle sue origini storiche.
Sembra che non siano molto lontane comunque, la prima apparizione della sua ricetta risale agli anni ’30.
Schwarzwälder Kirschtorte  ovvero Torta della foresta nera, forse deve il suo nome allo sciroppo che bagna il pan di spagna al cioccolato, il kirsch per l’appunto, brandy a base di ciliegie, che può comunque essere sostituito dal rum oppure omesso del tutto.
Altra curiosa ipotesi sull’origine del nome di questa torta, si pensa che sia ispirato al costume tradizionale delle donne della Foresta Nera.
Il loro abito infatti è nero come il cioccolato, la camicetta bianca come la panna ed il copricapo ha dei piccoli poix rossi proprio come le ciliegie.
Golosità totale, è stata approvata da tutta la famiglia.
Non fatevi scoraggiare dalle diverse preprazioni, è davvero semplice da fare!

TORTA FORESTA NERA – SCHWARZWÄLDER KIRSCHTORTE
(ricetta tratta dal libro “Cioccolato” di R. Gioffré)
Ingredienti  (dose per stampo da 20-22 cm)

Base torta

4 uova biologiche
120 g zucchero
80 g farina macinata a pietra tipo 1
10 g fecola di patate
40 g mandorle tritate
4 cucchiai cacao amaro
30 g burro sciolto
½ bustina polvere lievitante naturale (cremor tartaro)
Farcia 
500 g panna fresca
50 g zucchero a velo
Sciroppo 
60 g zucchero
120 ml acqua
3 cucchiai sciroppo amarene Fabbri
3 cucchiai liquore kirsch
Riccioli di cioccolato
100 g cioccolato fondente
20 g panna fresca

 

Riccioli di cioccolato
Preparate una ganache, scaldate la panna in un pentolino, quando sarà prossima al bollore unite in cioccolato tritato e fatelo sciogliere fuori dal fuoco, mescolate bene e stendetela in una piccola teglia.
Fatela raffreddare completamente quindi fate riposare in frigorifero per circa mezz’ora.
Prendete una bocchetta da pasticcere (o un cucchiaio), tenendolo verticale ma leggermente inclinato fatelo strisciare sulla superficie del cioccolato premendo leggermente. Si formeranno dei piccoli riccioli di ganache.
Base torta
Accendete il forno a 180°.
In planetaria (o in un contenitore capiente con le fruste elettriche), sbattete i tuorli con lo zucchero fino a farli diventare spumosi, poi aggiungete poco per volta la farina, precedentemente setacciata insieme al cacao ed al cremor tartaro, e le mandorle tritate, mescolate bene.
Unite anche il burro sciolto, mescolate.
A mano, con una spatola e movimenti dall’altro verso il basso per non smontarli, unite anche gli albumi montati a neve fermissima.
Versate l’impasto in uno stampo (D 22 cm) imburrato ed infarinato, ed infornate a 180° per circa 40 minuti.
Verificate la cottura con la prova stecchino, quindi estraete dal forno e fate raffreddare, quindi tagliatela in orizzontale ricavando 3 dischi.

 

Sciroppo
In un pentolino fate bollire l’acqua con lo zucchero per ca 5 minuti, togliete dal fuoco e unite il liquore ed il succo delle amarene.
Farcia
Montate la panna con lo zucchero a neve ferma.

 

Assemblaggio del dolce
Sistemate il primo disco su un piatto o una griglia, bagnatelo con 1/3 dello sciroppo, spalmate sopra la chantilly e una parte delle amarene.
Coprite con il secondo disco di torta e ripetete le operazioni sopra descritte.
Coprite con l’ultimo disco, imbevuto con il restante sciroppo.
Spalmate tutta la torta con la panna, rivestendola completamente.
Coprite i bordi con i riccioli di cioccolato e decorate il centro del dolce con le amarene rimaste e, a piacere, con dei ciuffetti di chantilly.
Fate riposare in frigorifero almeno un’ora prima di consumarla.

 

Cliccate qui vi si aprirà il mondo delle FLUFFOSE
la bellissima raccolta delle torte sofficissime
ormai simbolo del gruppo di blogger Le Bloggalline.
 ää
Enjoy!
 

 

Cioccolato/ Dolce/ Torte

Chiffon cake al cioccolato e glassa al caffè e cardamomo


 
“Quello che ami rimane, il resto è niente”
Tina Modotti
“Mi considero una fotografa, niente di più. 
Se le mie foto si differenziano da ciò che viene fatto di solito in questo campo, 
è perché io cerco di produrre non arte, 
ma oneste fotografie, senza distorsioni o manipolazioni”
Tina Modotti. Una donna bella e magnetica, libera, combattente, ed impegnata politicamente.
Una fotografa che aveva capito la potenza rivoluzionaria delle immagini, la potenza della denuncia.
E’ morta giovane Tina Modotti a 46 anni, improvvisamente.
Sfogliando per caso un’agenda, leggo questa frase che avevo appuntato tempo fa…
Quanta verità in così poche parole.
Oggi la finisco qui con le mie riflessioni…
Vi lascio una torta sofficissima!
Buon fine settimana gente.

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Biscotti e Frolle/ Cioccolato/ Colazione e merenda/ Dolce

Tartellette all’avena e mandorle con crema di mascarpone al cioccolato e more

 

Arrivato anche il fine settimana.
Non so voi ma io ho corso tanto.
Tra pediatra (ché la polpettina ha la tosse che non se ne vuole andare..),  riunioni e colloqui a scuola, per cui due interi pomeriggi passati in coda tra mamme accaldate e un po’ agitate…
E per mia fortuna ho avuto solo belle notizie, ché la mia pre-adolescente è una rompi, ma è davvero bravina a scuola, bella testolina di mamma sua!
Insomma sono arrivata a fine settimana pure un po’ acciaccata, quasi afona (diciamo pure che ho una voce leggermente da trans oggi…) e raffreddata.
Ma non ci lamentiamo và!
ENJOY TODAY!
E godiamoci questo fine settimana!

da Pinterest
 

Questo dolcetto finger lo dovevo postare da qualche giorno, ma sempre per problemi di tempo (mannaggia) ormai riesco a fare un solo post a settimana.

A dirla tutta fatico anche a fotografare le cose che cucino…a volte non ho tempo, altre onestamente non ho nemmeno voglia.

Per fortuna le giornate si stanno allungando così avrò la possibilità di fare delle foto decenti anche nel tardo pomeriggio/sera.

Insomma, di corsa e quasi allo scadere del termine, un piccolo finger dolce per il contest di Paola e Monique.

Buon w.e. a tutti!
 


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Cioccolato/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ Torte

Prova e riprova … La Torta Sacher

 

C’era una volta…
Il giovane Franz Sacher lavorava alla corte del cancelliere Metternich,
quando inventò questa torta che, in pochi anni,
diventò molto famosa in tutta l’Austria.
L’impasto al cioccolato non era nuovo, ma lo era la glassa lucida che la ricopriva
e soprattutto lo strato di confettura di albicocche al suo interno,
e che ne fecero qualcosa di rivoluzionario nella pasticceria dell’epoca.
In seguito a questa vicenda, Sacher ebbe grande fortuna.
Nel 1866 fondò un negozio di Delikatessen insieme al figlio,
ed in seguito un albergo.
Gli anni 30 furono teatro della disputa legale.
Per ben sette anni gli eredi di Franz ed i proprietari della Pasticceria Demel,
che vendeva la stessa torta,
i disputarono il diritto di fregiarla con il proprio sigillo.
Vinse la causa l’Albergo Sacher, che tuttora la vende
nell’omonima Pasticceria con il famoso bollino di cioccolato.
 
 
E finalmente eccola ‘sta benedetta Sacher torte!
Ne abbiamo dovute smaltire ben tre qui a casa con l’aiuto di parenti ed amici, prima che la glassa venisse come volevo io.
Ma alla fine ho trovato la giusta soluzione.
Si lo so, la panna non ci andrebbe, ma che vi devo dire…a me la glassa puro cioccolato e zucchero non piace, ecco.
Poi ho notato (e saputo) che in tante pasticcerie mica usano la glassa all’acqua, macché! Fanno una semplice ganache loro e si tolgono da ogni impiccio, altro che lucida e lucida!
Insomma beccatevi la ricetta, ché io devo passare ad un altro dolce con cui ho un conto in sospeso!
Buona settimana!


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Cioccolato/ Dolce/ Eventi/ Qualcosa di rosso/ Torte

N.Y. cheesecake con cioccolato bianco, pistacchi e lamponi per UnLamponelCuore

E’ tutto spiegato nel dettaglio qui.
Da qui l’idea di unire le forze in un post unificato, tantissime blogger, tantissime ricette, con un unico tema, I LAMPONI.

8 Marzo 2014.
L’anniversario del nostro gruppo di blogger, 1 anno di BLOGGALLINE!
Un anno di amicizia, risate, incontri, e costante presenza.

Ed è significativo che nella giornata della festa della donna, tutte/i insieme si faccia qualcosa, anche se è davvero una piccola cosa.
Tendere una mano a queste donne, che stanno cercando dopo una guerra devastante, di ritornare ad una qualche normalità.

 

La missione della Cooperativa Agricola “Insieme” è sintetizzata bene in queste parole “Rilanciare un’economia rurale sostenibile (da un punto di vista economico, sociale e ambientale) è la chiave per realizzare la riconciliazione superando le divisioni costruite dalla guerra. Il rispetto e la fiducia reciproca che si ricreano nel lavoro e nel conseguimento di risultati positivi per tutti, sono il cemento che tiene insieme una comunità multiculturale.”

“Lamponi di pace” è un’iniziativa di cooperazione allo sviluppo, ma anche e soprattutto un ‘percorso riabilitativo’, una strada verso la riconciliazione nel dopoguerra.

PERCHÉ I LAMPONI?

Perché sono la cultura tradizionale dell’area.
Perché la loro raccolta non richiede grande forza fisica e può essere praticata anche da donne sole e da famiglie con membri in età avanzata.
Perché con pochi investimenti una famiglia può diventare economicamente autonoma.
Perché nel mercato mondiale c’è richiesta di lamponi.
Perché i lamponi trasformano la parola “ritorno” nella parola “restare”, in quanto ogni pianta di lampone darà frutti per almeno dodici anni, costituendo un incentivo a rimanere per i coltivatori.

Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a “UnLampoNelCuore”

intendono far conoscere il progetto “lamponi di pace” della Cooperativa Agricola Insieme, nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa

delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi.

Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell’antica coltura dei lamponi e sull’organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull’aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.

A distanza di oltre dieci anni dall’inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola “ritorno” nella scelta del “restare”.


N.Y. CHEESECAKE (di CALIFORNIA BAKERY) con CIOCCOLATO BIANCO, PISTACCHI e LAMPONI
Ingredienti:
Crosta
300 g biscotti integrali sbriciolati finemente
80 g burro sciolto
3 g cannella in polvere
5 ml miele di acacia
Crema al formaggio
400 g ricotta (biologica)
300 g robiola  mascarpone
200 g zucchero semolato
150 ml panna fresca
40 g yogurt intero
4 uova biologiche
1 limone biologico (scorza grattugiata)
½ cucchiaino di polvere di vaniglia (o i semi di ½ baccello)
3 g farina (io di riso)
Topping
150 g cioccolato bianco
80 ml panna fresca
1 grattugiata di fava tonka
1 manciata di pistacchi

1 vaschetta di lamponi freschi


Crosta
Mettete in una ciotola i biscotti sbriciolati, la cannella, il miele ed il burro sciolto e lavorate il composto con una mano fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Distribuite alcune manciate di impasto nello stampo e create il bordo premendo bene con le dita lungo le pareti dello stampo.
Terminato il bordo, fate la stessa cosa sul fondo.

Riponete in frigorifero per almeno 30 minuti.

Crema
Accendete il forno a 160°.
Mescolate con un cucchiaio la ricotta insieme al mascarpone, lo yogurt, lo zucchero, la scorza di limone, la vaniglia, le uova (una alla volta), la panna, e solo alla fine la farina.
Versate la crema di formaggio nello stampo e cuocete per 55 minuti (con il mio forno ho dovuto allungare il tempo di cottura di altri 25 minuti).
Per gli ultimi 5 minuti di cottura, aprite leggermente lo sportello del forno (aiutandovi con il manico di un cucchiaio di legno) per far uscire il vapore.
Sfornatela e fatela raffreddare per almeno 3-4 ore, poi riponetela in frigorifero per altre 2-3 ore.

Sformatela e procedete alla guarnizione che desiderate.

Topping
Mettete la panna in un pentolino a fuoco basso, portate lentamente ad ebollizione.
Quindi spegnete, aggiungete il cioccolato tritato, la fava tonka grattugiata (io circa 1/3 di una fava, l’aroma è molto intenso e profumato), e mescolate bene fino ad ottenere un composto bello omogeneo.
Fate raffreddare (io in abbattitore) ed unite i pistacchi tritati grossolanamente.

Distribuite la ganache sulla cheesecake e decorate con i lamponi freschi.






Note: con questa dose ho preparato una torta (stampo da 22 cm) ed alcune mini-cheesecake (utilizzando una teglia con appositi fori da muffin)



 




Elenco punti vendita confetture della Pace:

L’Altromercato – qui il linkalla sezione “dove ci trovi” della home page, dove trovare i recapiti dei punti vendita a voi più vicini.

MioBio

– Coop-Adriatica e Nordest. Per quanto riguarda Coop-Adriatica le confetture dei frutti della pace sono disponibili nel canale IPER:

ADRIATICA BOLOGNA IPER BORGO
ADRIATICA BOLOGNA NOVA
ADRIATICA BOLOGNA LAME
ADRIATICA VENETO SAN DONA’
ADRIATICA VENETO SCHIO
ADRIATICA VENETO CONEGLIANO
ADRIATICA VENETO VIGONZA
ADRIATICA ROMAGNA IMOLA
ADRIATICA ROMAGNA RIMINI
ADRIATICA ROMAGNA LUGO
ADRIATICA ROMAGNA FAENZA
ADRIATICA ROMAGNA RAVENNA
ADRIATICA MARCHE PESARO
ADRIATICA MARCHE CESANO
ADRIATICA ABRUZZO SAN BENEDETTO
ADRIATICA ABRUZZO CHIETI
ADRIATICA ABRUZZO ASCOLI

Parlano di “UnLampoNelCuore” anche qui:

http://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/cultura/2014/03/05/Italia-Bosnia-food-blogger-sostegno-donne-Bratunac_10185089.html

http://www.gamberorosso.it/news/item/1019237-donne-dolci-solidarieta-e-300-foodblogger-per-l-8-marzo-unlamponenelcuore-a-sostegno-della-cooperativa-agricola-insieme

http://www.cavoloverde.it/public/articoli/eventi/dettaglio_articolo.asp?id=1936

http://www.lazionauta.it/lamponi-di-pace/

http://www.argacampania.it/articolo4.asp?id=9887

http://www.santalessandro.org/2014/03/lamponi-la-bosnia/

http://sapori-italia.it/it/blog/unlamponelcuore-per-il-progetto-lamponi-di-pace

http://www.tripadvisor.it/ShowTopic-g1-i24645-k7265009-Festa_della_Donna_un_Lampone_nel_Cuore-Strade_del_gusto.html

 
 
 
Cioccolato/ Diario/ Dolce/ Torte

Double chocolate di California Bakery

 

Ci sono tanti tipi di persone.

Ci sono persone che vedono il bicchiere mezzo pieno, e persone che invece lo vedono mezzo vuoto.

Ci sono persone che amano di più i gatti, ed altre che invece senza un cane non potrebbero vivere (poi ci sono anche quelle che se potessero metterebbero su una fattoria, eccomi qua!).

Ci sono persone che in generale vedono il buono nel prossimo, ed altre (per fortuna poche…) che invece vedono sempre il marcio (che sia perché il marcio ce l’hanno dentro?).

Ci sono persone che sono felici dei successi altrui (se poi queste sono amiche ancora di più!), ed altre persone che l’essere felici per il prossimo lo chiamano essere ruffiani ed opportunisti (O_O…Houston! Abbiamo un problema!)

Ci sono persone che amano Sanremo e lo guardano nonostante le polemiche e tutto il resto, altre che invece proprio no.

Ci sono persone che amano il cioccolato, ed altre che non lo amano affatto.

Ecco.

Questo è un post di pensieri sparsi e disordinati (ma lucidi!) e sicuramente NON è un post per chi NON ama il cioccolato!

No, non lo è.

Questa torta arriva direttamente da un libro che mi ha catturata ed emozionata.

CALIFORNIA BAKERY i dolci dell’America.

Non è solo un libro di ricette.

E’ molto di più. Un romanzo, ma di storie vere, vissute.

E’ una storia di passioni.

Un libro che ci ha unito tra amiche, in discussioni, prove, addirittura nell’acquisto solidale di stampi!!

Lo confesso, amo anche il materiale di questo libro, il cartoncino opaco della copertina, i colori, le foto.

Questa è la prima ricetta che ho fatto.

Sublime.

L’ho preparata per portarla a casa di amici ma, alla protesta delle mie bambine che ne reclamavano ancora, ho dovuto rifarla il giorno successivo…il che mi è andato anche bene, perché ho potuto fotografare la fetta!

Perfetta per regalarsi una coccola, perfetta da mangiare in divano aspettando Sanremo.

Io Sanremo lo guardo e mi piace pure!

Si, è vero, tutta la polemica sui compensi, sugli ospiti etc etc…

Ma io col Festival di Sanremo ci sono cresciuta, fa un po’ parte del mio Dna, del mio essere italiana.

Insomma, vi saluto e preparo il divano!

 

DOUBLE CHOCOLATE di CALIFORNIA BAKERY

Ingredienti:

Impasto

200 g burro temperatura ambiente, molto morbido (io biologico)

300 g zucchero semolato

3 uova (io biologiche)

1/3 dei semi di un baccello di vaniglia

Ingredienti Secchi

80 g di cacao amaro

120 g farina (io di grano tenero tipo 1 macinata e pietra)

2,5 g lievito (io cremor tartaro)

2 g sale

45 ml di caffè espresso forte

5 g caffè solubile forte

5 ml liquore al caffè (io liquore al cioccolato)*

125 g yogurt greco

Decorazione

200 g confettura (io di lamponi)

200 g crema al cioccolato fondente

50 g nocciole tritate

4-5 rametti di ribes

300 g cioccolato fondente

70 ml panna fresca

100 gr mascarpone

NOTA: ho barrato quello che era indicato nella ricetta che io non ho utilizzato.

 
 
 
 
 

Imburrate ed infarinate uno stampo di 20- 22 cm di diametro.

Versate in una ciotola la farina, il cacao, il lievito ed il sale setacciati e mescolateli con un cucchiaio.

Preparate in un bicchiere l’infusione di caffè, mescolando il caffè espresso con quello solubile, il liquore al caffè (io al cioccolato) ed i semi del baccello di vaniglia.

Mettete in una ciotola il burro e lo zucchero e lavorateli con un cucchiaio finché sono ben amalgamati e continuate a montarli finché non iniziano a cambiare colore (il composto deve diventare più chiaro).

Aggiungete un uovo alla volta (solo quando il precedente è ben incorporato) e mescolate con cura fino al completo assorbimento.

 
 
 
 
 
 

Aggiungete un terzo degli ingredienti secchi, metà dello yogurt, un altro terzo degli ingredienti secchi e lo yogurt, terminate con gli ingredienti secchi rimasti, mescolando bene tra un passaggio e l’altro con un cucchiaio.

Aggiungete l’infuso di caffè mescolando bene.

Versate l’impasto (molto cremoso) nello stampo, livellatelo con una spatola e cuocetelo in forno ben caldo a 170° per i primi 30 minuti, poi abbassate a 160° per altri 25 minuti (ogni forno è diverso da un altro, io ho dovuto allungare la cottura di altri 30 minuti).

Controllate la cottura infilando uno stecchino al centro della torta, dovrà uscire bello asciutto.

Sfornate il dolce e fatelo raffreddare per almeno 20 minuti prima di toglierlo dallo stampo.

 
 
 
 
 

Tagliatelo a metà e farcite con la confettura di lamponi.

Ricomponetelo e preparate la ganache.

Fate sciogliere il cioccolato fondente spezzettato e la panna in un pentolino a bagnomaria.

Togliete dal fuoco, aggiungete il mascarpone, e mescolate bene fino ad ottenere una ganache bella lucida ed omogenea.

Versate la ganache sulla torta e spalmatela in modo irregolare creando l’effetto spennellata disordinata con un coltello a lama larga.

Io non li ho messi (non li ho trovati), ma sopra, secondo me, sono perfetti dei rametti di ribes.

 
 
 

 

 
 

 

Nota: io ho utilizzato la planetaria, ovviamente se ce l’avete, utilizzatela!

Partite da burro e zucchero e man mano unite gli ingredienti secchi ed il resto, seguendo il procedimento.

* ricetta del liquore al cioccolato a breve sul blog.

 

 
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Tarte al cioccolato, ganache al mascarpone, cioccolato bianco e lamponi

 
 
 

Io ve lo dico.
 
Non sono una da feste tipo S. Valentino.
 
Non nel senso che non sono romantica.
 
Ma perché le trovo troppo commerciali, leggermente imposte insomma…
 
L’Amore, in generale intendo, va celebrato ogni giorno, non credete?
 
L’Amore per gli amici, per la propria famiglia, per i figli, il proprio compagno o marito, per gli amici ‘pelosi’ o ‘piumati’, cani, gatti, criceti, pappagalli…beh, considerate le mode bizzarre, dovrei anche aggiungere ‘squamati’…che c’è pure chi si tiene in casa pitoni e camaleonti…
 
Ma anche l’amore per il proprio lavoro, le proprie passioni e passatempi, l’amore per lo sport, per la natura, l’AMORE per la vita.
“Distratto passeggi dentro il mondo

 

e speri che il tempo passi accanto rubando da te un solo respiro…
Ecco che, tutto sembra possibile
se ti lasci guardare da un mondo che vive 
trovando negli occhi un senso di pace…
Ecco che, tutto è così incredibile
e sai lasciarti cadere come ti piace e grida il tuo nome e ricorda la pace “
da “Ecco che” Elisa
 
 
 


E una torta, semplicemente deliziosa.
Io cerco sempre di attenermi alla stagionalità dei prodotti, ma in questo caso ho fatto uno strappo alla regola, e mi sono concessa i lamponi.
Mi perdonate?
Qui sopra sono assolutamente perfetti.
Vi auguro un sereno fine settimana!!


TARTE AL CIOCCOLATO, con GANACHE AL MASCARPONE, CIOCCOLATO BIANCO E LAMPONI
 
Ingredienti:
 
Frolla al cioccolato
 
150 g farina di grano khorasan biologica
50 g farina di riso biologica
50 g cacao amaro
1 uovo biologico
100 g zucchero semolato
100 g burro biologico
½ cucchiaino di polvere di vaniglia bourbon
1 pizzico di sale
1 pizzico di bicarbonato di sodio
 
Farcia
 
200 g mascarpone
80 ml panna fresca
100 g cioccolato bianco
2 cucchiai di zucchero a velo
50 g cioccolato fondente al 70%
confettura di lamponi qb (3 cucchiai ca)
Lamponi freschi
 
 
Frolla
 
In una terrina lavorate con le mani il burro e l’uovo insieme (materia grassa) fino ad amalgamarli bene (si, lo so, ci si impiastriccia e ci si unge…ma il mio “Chef-insegnante preferito” mi ha insegnato che si fa così.
 
A parte, setacciate tutti gli ingredienti secchi ed uniteli al composto di uova e burro, lavorate bene con le mani fino ad ottenere un impasto omogeneo e liscio, formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fatela riposare in frigorifero per almeno mezz’ora.
 
Accendete il forno a 180°.
 
Prendete la pasta frolla, appiattitela leggermente con il matterello, e stendetela dandole una forma rettangolare.
 
Imburrate ed infarinate bene uno stampo per tarte (io 35 x 11 cm con il fondo estraibile), e adagiate delicatamente la frolla. Fatela aderire bene ai bordi e poi livellateli aiutandovi con un coltello.
 
Forate il fondo con i rebbi di una forchetta, copritelo con della carta forno  e riempite con fagioli secchi (cottura in bianco o cieca). Cuocete a 180° per circa 25 minuti.
 
Sfornate e fate raffreddare.
 
Nota: con questa quantità di frolla ho fatto anche una quindicina di biscottini (cotti a 180° per circa 7 minuti).
 
 
 
 
 
 
 
 
Ganache al mascarpone e cioccolato bianco
 
Sciogliete il cioccolato bianco a bagnomaria.
 
Lavorate il mascarpone per ammorbidirlo ed unite il cioccolato sciolto, mescolate bene.
Montate la panna con lo zucchero a velo ed unitela al mascarpone.
 
Spalmate il fondo della tarte con la confettura di lamponi, poi spalmate sopra la ganache al mascarpone, livellandola bene con una spatola.
 
Lavate delicatamente i lamponi e sistemateli sulla tarte.
Fate sciogliere il cioccolato fondente a bagnomaria e, con l’aiuto di un conetto di carta forno, fate scendere delle striscioline di cioccolato sulla tarte.
 




 

 

 
 
 
Con questa ricetta partecipo al Contest di Imma del blog Dolci a go go.
 
 
 
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Cioccolato/ Dolce/ Dolci da credenza e crostate/ Torte

Ricicliamo? La torta di pane al cioccolato, cardamomo e torrone (che si credeva un Brownie)


Il tempo qui da noi, nel week end, è stato una vera disperazione.

Acqua, acqua e ancora acqua… sono giorni che piove. Per carità ci sono cose peggiori nella vita.

A volte poi ci sta pure di rimanere a casa a riposarsi, magari a fare le cose che di solito non abbiamo il tempo di fare. Ma anche a non fare un bel niente.
Ché ogni tanto ci vuole.

Ma un temporale, tuoni e lampi, a gennaio, non è tanto normale.

Noi ci siamo rifugiati nell’ordine, all’IKEA sabato nel pomeriggio, e in libreria domenica.

La cosa buffa è che si parte alla volta dell’IKEA, con lo scopo principale di prendere un supporto per l’asta di un armadio già acquistato e montato (supporto che non era nella confezione acquistata in precedenza) e torni con tutto e di più, fuorché il supporto dell’asta dell’armadio (anche il sevizio ed assistenza clienti IKEA lasciano, e non poco, a desiderare…)

In libreria poi, domenica, mi sono saltati addosso due libri.

Giuro. Non è stata colpa mia.

Mio marito alla cassa mi ha chiesto “Ma perché tu due libri?” ed io angelica “Perché io mi occupo della vostra alimentazione, lo faccio per la famiglia.” Non ho forse ragione?

Parliamo di riciclo?

Sapete che detesto buttare il cibo, e vi avevo già detto qui che avevo fatto due torte con il pane raffermo.

Succede che mi sono trovata in dispensa anche del torrone che non avevamo finito, ed ecco che è finito qui dentro anche lui, vi assicuro che ci stava davvero bene!

Insomma, il risultato è una torta di pane che si traveste da brownie.

A noi è piaciuta un sacco, cubotto dopo cubotto è finita in un nanosecondo.

Buona settimana!

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Biscotti e Frolle/ Cioccolato/ Diario/ Dolce

Baicoli e cioccolata calda speziata … e vi racconto una storia

I Baicoli.

Sono i biscotti che più mi ricordano Venezia.

Dei biscotti tipici veneziani, sono certamente i più semplici, ma anche quelli che richiedono la lavorazione più lunga e complessa.

A Venezia, oltre che con il caffè, i baicoli per tradizione s’accompagnano meravigliosamente con lo zabaione, ottimi utilizzati come cucchiaini per mangiare la panna montata, oppure serviti con la cioccolata calda e speziata, o in accoppiata a vini dolci o liquorosi (in tempi antichi con il vino di Cipro).

Vengono prodotti da una nota azienda alimentare e si possono acquistare in una fascinosa scatola di latta.

Sulla scatola dentro alle quali vengono venduti, si possono leggere questi versi:

“No gh’è a sto mondo, no, più bel biscotto, più fin, più dolce,

più lisiero e san per mogiar nela cìcara

o nel goto del Baicolo nostro Veneziàn” 

 

Parole di Giuseppe Boerio, autore de “Il Dizionario del dialetto veneziano”, che tradotte:  “Non c’è a questo mondo, no, più bel biscotto, più sottile, più dolce, più leggero e sano da intingere nella tazzina o nel bicchiere del baicolo nostro veneziano” .

E allora perché non provare a farli in casa?

La ricetta arriva da un libro di ricette venete “I Sapori del Veneto” di Rosalba Gioffré.

Secondo me con una buona tazza di cioccolata calda e speziata è la morte sua!

Insieme a questa ricetta, oggi, mi andava di raccontarvi una storia. Una storia che parla di Venezia, ma anche un po’ di me.

 

Nel 1984, alla porta di casa della mia nonna paterna, bussò una suora, Suor Angela Maria Bovo, nata negli Stati Uniti da genitori veneti.

La mamma, Angelina Cian, sorella maggiore della mia nonna, dopo essersi sposata, nel 1906 emigrò negli Stati Uniti insieme al marito, Antonio Bovo.

Per alcuni anni rimase in contatto con la famiglia rimasta in Italia, ma dopo la Prima Guerra Mondiale, le sorelle in Italia persero i contatti con Angelina.

Riuscirono ad avere un’unica notizia nel 1950, dal Consolato Italiano a S. Francisco, notizia che comunicava la morte del marito di Angelina, Antonio Bovo, ma non riuscirono a sapere più nulla della sorella né dei loro figli.

Una delle figlie, Suor Angela, rimasta orfana in tenera età, voleva sapere di più sulle sue origini italiane e, ottenuto dai superiori il permesso di compiere un viaggio in Italia, a Venezia trovò ancora in vita due anziane zie, sorelle della mamma: zia Elisa di 88 anni e zia Giulia di 80, la mia nonna.

Giunta in visita dalla mia nonna insieme ad un’interprete, scoprì che sua madre, Angelina, nel 1896 fece da modella, in modo del tutto casuale, per un pittore, Roberto Ferruzzi (1853-1934).

La mia nonna le raccontò che nel 1896 la famiglia si era temporaneamente trasferita sulle colline vicino a Padova, sui Colli Euganei, più precisamente a Luvigliano.

Fu li che Roberto Ferruzzi vide un giorno Angelina, allora undicenne, che portava in braccio il fratellino.

Ferruzzi era un giovane artista e, colpito dalla bellezza che creavano la ragazzina ed il lattante, ne fece il ritratto, chiamando il quadro “Madonnina”.

Con questo quadro, l’anno successivo, vinse la Seconda Biennale di Venezia.

L’opera venne acquistata per 30.000 lire (non ci sono notizie certe di questo importo e della vendita), una cifra astronomica per quei tempi.

In seguito fu acquistata dai Fratelli Alinari, proprietari della nota casa fotografica, i quali, prima di rivenderlo, si riservarono il diritto di riproduzione.

Dell’originale si sono poi perse le tracce.

Sembra sia stato acquistato da un americano durante la seconda guerra mondiale, e che sia andato perduto con l’affondamento della nave che lo trasportava in America.

La salvezza dell’opera sono le riproduzioni fotografiche dei Fratelli Alinari, che ce l’hanno fatta conoscere in mille riproduzioni.

A seguito della visita di Suor Angela, ho conosciuto altri componenti della grande famiglia americana.

Sono stata in visita nel 1990, ed ho incontrato uno dei figli di Angelina ed Antonio, Arturo, nonno di Christine e Kimberley Bovo, che mi hanno ospitata, con le quali sono tuttora in contatto, e che spero di rivedere presto.

Ecco, con baicoli e cioccolata calda, oggi anche un po’ di me.

 

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Cioccolato/ Dolce

Panna cotta al cioccolato con pere all’anice stellato

 

Siete pronti per questo lungo fine settimana?
Progetti? Gite fuori porta? Noi qualche progettino ce l’abbiamo, e speriamo che il sole ci sorrida!
Mentre vi scrivo, con un occhio guardo il PC, con l’altro X Factor, ma sto pensando anche a quello che devo fare dopo, preparativi etc etc.
Proprio per questo motivo vi parlo subito della ricetta.
L’anice stellato!
Una meraviglia della natura.
Il frutto di questo albero tropicale asiatico e sempreverde, ha la forma di una stella ad otto punte, dal colore bruno-rossastro.
Io lo adoro.
Mi piace il gusto, che ricorda la liquirizia, trovo bellissimi la sua forma, il suo colore.
Siccome mi sono resa conto che nel blog non avevo postato ancora nulla con l’anice stellato, e questo dolcino al cucchiaio era in attesa di essere postato, e panna cotta sia!
Si prepara davvero in duesecondidue, l’unica scocciatura è il tempo di riposo in frigorifero, quindi dovete prepararlo in anticipo.
La panna cotta, a me, piace super pannosa, e al cacao è una delizia.
Potete anche prepararla utilizzando la gelatina in fogli, il risultato è una panna cotta forse più bella, più lucida.
Siccome a me non va molto di mettere gli scarti del maiale dentro ai dolci, uso ormai soltanto l’agar agar, un prodotto vegetale, con il quale ottengo un ottimo risultato.
Le pere all’anice stellato, beh, provatele, sono profumatissime!
Buon fine settimana!

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