Plum cake? No, Plum Cachi con salsa al cachi e limone
Perché NON SI BUTTA VIA NIENTE, quindi.Causa mie difficoltà e relative insoddisfazioni nel fotografare robe lunghe tipo plum cake e pirofile, quindi, per agevolarmi il difficile compito, ho pensato di preparare sia un plum cachi grande che uno piccolino, quindi oggi tante foto.
Se fossi un film, sarei ‘Quattro matrimoni e un funerale’.
Questa è davvero bella.
Finite.
Un signore anziano, prima di me, non so quanti cavolo di chili ne ha acquistate e sono finite.Vabbè. Vedo il cartello “Polpi pescati nel Mar Mediterraneo”.
Ok! Perfetto, faccio la ricetta di mia mamma con le lenticchie.
Arrivo a casa e di cosa mi accorgo?…sono dei moscardini, belli grossi, ma sono moscardini.
Chiariamo subito le cose, perché conoscere le materie prime non è cosa scontata evidentemente: il polpo (non polipo, se lo chiamano così sbagliano, il polipo è un’altra cosa) ha 8 tentacoli e 2 file di ventose simmetriche (attenzione, simmetriche!), mentre il moscardino ha solo una fila di ventose.
Il polpo è parente di seppie e calamari (…che però hanno 10 tentacoli!), poi c’è anche da sapere che i polpi più grandi vengono chiamati piovre….sono la stessa identica cosa, ma sono più grossi.
Mi chiedo, ma in una pescheria non le dovrebbero sapere ‘ste cose? Mah…
A me è andata bene anche così, per carità, perché i moscardini vanno anche meglio ha detto mia mamma, però…
Torniamo ai folpeti, ché a Venezia li chiamiamo così!
Se vi capita di farvi un giro nella città a forma di pesce, recatevi in un’osteria (bàcaro) e troverete tra i tanti cicheti, i folpeti lesi (moscardini lessi).
Vengono lessati esattamente come nella ricetta sotto (se vi va ci sta bene dell’alloro nell’acqua di cottura) ma senza privarli delle interiora…si avete capito, si mangia tutto, tutto.
Questa ricetta, che a me piace davvero tanto, non credo sia veneziana onestamente…devo ricordare di chiederlo a mia mamma, perché l’ho rubata a lei.
Ha davvero un suo perché abbinarci una buona polenta morbida.
Oggi apro il post con un saluto ad un’amica.
Alessandra di Le Pappe Kitchen si è trasferita con la famiglia. Nuova Zelanda.
Ve l’ho già detto qui che quello di Ale è stato uno dei primi blog che ho seguito, quando un blog mio non ce l’avevo ancora, per questo le sono particolarmente affezionata.
Leggerla mi ha spronata ad aprire il mio blog. Le voglio bene.
Questa Ale, ne sono certa, sarà per voi una meravigliosa esperienza di vita.
Io la Nuova Zelanda non la conosco, però sono stata in Australia, poco lontano da lì ed è stato un viaggio che mi ha cambiata.
Natura ancora selvaggia, popoli affascinanti, luoghi magici, paesaggi meravigliosi…e il cuore che si apre, con la mente.
Ti auguro ogni bene Alessandra, vedrai che sarete felici, la tua bambina sarà felice.
Tu però torna al più presto a scrivere nel tuo blog, io ti aspetto!
Buona vita amica.
Di cosa dovevamo parlare?Ah si, ecco.
Volevo raccontarvi della storia di queste due sorelle francesi, Carolina e Stéphanie, che in Francia gestivano un albergo, che tra l’altro esiste ancora (qui).
Una si occupava dell’accoglienza clienti, l’altra della cucina. Un giorno per errore Stephanie si accorge di non aver preparato la torta di mele ed inforna in tutta fretta delle mele su una teglia imburrata ed infarinata.
Si accorse però solo dopo di aver dimenticato l’impasto.
Problem solving femminile: il rimedio fu appoggiare sopra alle mele la pasta brisée e, una volta cotta, capovolgerla su un piatto.
Fu un successo.
Cucina imperfetta, e geniale.
Non so se questa sia la vera storia, o sia una leggenda, la sola cosa che so per certo è che questa torta è una meraviglia.
Potete farla anche con la brisée pronta, se però avete un po’ di tempo fatevi la pasta, non è così difficile, praticamente fa tutto il robot da cucina, voi dovete solo procurarvi gli ingredienti belli freddi.
Contest WMF. La Torta sofficiosa allo yogurt, cioccolato bianco e ganache al mars
Quando ho visto il contest “Cucinando con i bambini: piccoli chef ai fornelli” nel blog di Claudia Scorza d’arancia, targato Cucinando in collaborazione con WMF, ho subito deciso che avrei partecipato.
Ve ne avevo già parlato nel mio about ed anche qui, che mi piace cucinare insieme alle mie bambine, questo sicuramente perché i momenti di condivisione sono importanti, ma anche per far loro conoscere gli alimenti, come si usano, fargli scoprire cosa salta fuori da un paio di uova con farina, burro e zucchero…che meraviglia vedere un dolce che si gonfia e si trasforma nel forno!!!
Potrei dirvi che sono sempre un piatto fantastico, se fatto con prodotti buoni.
Qualsiasi cosa avanza, a proposito, l’altro giorno ho sbirciato quelle di Silvia con riso e zucca e quelle di Irene fatte con la pasta, le devo provare!
Bene io non trovo le carote viola che stanno impazzando sul web…VOGLIO LE CAROTE VIOLA!
SUBITO!